Bonifiche a Piombino, dal Governo un tavolo di confronto «per pianificare i possibili interventi»
La risposta del viceministro Mise Stefano Buffagni all’interrogazione parlamentare avanzata da Giovanni Donzelli su Jsw
[12 Gennaio 2021]
Le bonifiche a Piombino continuano ad essere in alto mare, ma nel mese in corso è attesa la convocazione – da parte dei ministeri dello Sviluppo economico e dell’Ambiente – di un tavolo di confronto «per pianificare i possibili interventi». È quanto emerge dalla risposta scritta all’interrogazione che il parlamentare Giovanni Donzelli ha avanzato al viceministro dello Sviluppo economico Stefano Buffagni, incentrata sulle sorti dell’acciaieria Jsw.
L’attesa è innanzitutto per il Piano industriale quinquennale che Jindal si è impegnato a presentare entro il 31 gennaio, contenente tra le altre cose la realizzazione di un forno elettrico per la produzione di acciaio. Nel frattempo il Governo italiano, ritenendo «strategico» l’impianto di Piombino, sta «valutando» l’ingresso nel capitale di Jsw Italy, all’interno di una strategia che prevedrebbe il supporto di Invitalia.
Nella risposta di Buffagni si legge inoltre che il ministero dello Sviluppo economico «ha accolto lo spunto offerto dal sindaco di Piombino per evidenziare l’opportunità – in questo contesto – di programmare le necessarie bonifiche nel territorio di Piombino. Tali interventi di recupero ambientale potrebbero essere sostenuti mediante il ricorso a diversi fondi pubblici a disposizione oltre che mediante un impegno finanziario dell’azienda. Al tal fine verrà convocato durante il mese corrente un tavolo di confronto con il ministero dell’Ambiente per pianificare i possibili interventi».
«Siamo sempre più convinti – commenta il sindaco di Piombino, Francesco Ferrari – che la chiave di volta nella soluzione dei problemi complessi e compositi di questo territorio risieda proprio nell’avvio delle bonifiche, nei progetti certi e nei tempi rapidi per gli smantellamenti, per tutte quelle azioni colpevolmente trascurate da Jsw e non sufficientemente salvaguardate dal Governo nella stesura dell’accordo del 2018. Si deve e si può fare solo ora: abbiamo un’occasione unica e irripetibile che è quella di una reale riconversione ambientale, oggi finalmente resa possibile dai finanziamenti europei da intercettare su base nazionale e regionale», anche se finora nelle bozze del Pnrr che si sono susseguite (compresa l’ultima) Piombino esplicitamente ancora non compare.
Eppure sull’area grava un Sito d’interesse nazionale per le bonifiche (Sin) istituito 22 anni fa, che secondo gli ultimi dati comunicati dal ministero dell’Ambiente (a febbraio) risulta bonificato al 49% per i terreni e al 4% per la falda. Complessivamente il Sin conta 928,4 ha a terra e 2015 ha a mare, ma il problema per le bonifiche non sembra stare solo nelle carenti risorse economiche. Già nell’aprile 2014 infatti vennero annunciati tramite Accordo di programma 50 milioni di euro per la bonifica della falda, ma da allora devono ancora essere spesi.
Inoltre, come già sottolineato più volte su queste pagine, è utile ricordare che la produzione secolare di acciaio da ciclo integrale a Piombino ha prodotto ingenti quantità di scarti di processo: la maggioranza di questi scarti (loppe, scorie, Paf, ecc) non è mai uscita dal perimetro dello stabilimento, pari a circa 800 ettari, tanto che già nel 1994 una relazione dell’allora direttore di Arpat Mario Bucci indicava in 7 metri il rialzo dal piano di campagna realizzato utilizzando questi scarti. Neanche la gestione Jsw sembra esente da questo tipo di problemi, come testimonia da ultimo la diffida regionale di fine dicembre.
Nel frattempo a Piombino da tempo esiste già un’azienda peraltro partecipata pubblica dal Comune – Rimateria – che nasce con un Dna che rende possibile gestire in modo sostenibile i rifiuti provenienti da attività siderurgica come anche dalle bonifiche attese nel Sin: un’economia circolare a portata di mano, se la si volesse davvero perseguire, ma su questo fronte dal Comune tutto tace.