Cevital, un piano industriale che somiglia troppo a una carta d’intenti
[20 Maggio 2015]
Nel caso della cessione di un’azienda considerata strategica, il piano industriale redatto da chi acquista non può essere una carta d’intenti con tante promesse d’investimenti, cronologie e relativa occupazione, ma serve a verificare se quelle promesse possono essere rispettate.
Insomma il piano industriale non è una garanzia che quegli investimenti si facciano, ma che siano fattibili, che il progetto stia in piedi e quindi vi sia una speranza; per questo deve contenere i conti sulla redditività dei prodotti e le analisi di mercato con previsioni temporali che dimostrino che il progetto è renumerativo, che gli investimenti si ammortizzano in un tempo congruo.
E’ alquanto strano che questo piano – stiamo ovviamente parlando di Cevital – non sia reso pubblico ma sia raccontato sinteticamente da un quotidiano e le varie personalità istituzionali o della politica che ne sono in possesso neghino di divulgarlo.
Inoltre un piano del genere dovrebbe essere verificato dal governo, attraverso una struttura tecnica incaricata, che esprima un parere formale di congruità dei conti e analisi di mercato espressi. Questa verifica è stata fatta? E’ in corso di elaborazione o ci sarà solo un parere generico del governo?
Dato che questo piano industriale è stato consegnato alle istituzioni pubbliche ai vari livelli compresa l’amministrazione regionale Toscana e comunale di Piombino, questi rappresentanti, potrebbero spiegare meglio i contenuti? Nonostante la pubblicazione delle sintesi sulla stampa tante domande rimangono senza una risposta:
– Quale dettagliata gamma di prodotti uscirà dallo stabilimento di Piombino? Per quale mercato?
– Quale redditività avranno i prodotti? Sono stati presentati studi di mercato che dimostrino la possibilità di commercializzazione nell’arco di un numero di anni sufficiente ad ammortizzare gli investimenti?
– L’impianto per il preridotto verrà fatto? Se è no, quali considerazioni e conti spiegano questa scelta? Quali previsioni si fanno sul mercato del rottame?
– Quanti investimenti sono previsti per la ricerca e l’innovazione di processo e di prodotto?
Ma soprattutto, quali garanzie ci sono che questo piano venga attuato? E’ prevista una fideiussione che garantisce la prosecuzione della marcia dei treni finitori per due anni; tutto qui? Non ci sono altre garanzie? Dopo due anni teoricamente Cevital potrebbe chiudere la siderurgia e mandare tutti a casa?
Non è possibile allungare la durata di questa o di altre fideiussioni o trovare altre garanzie? Esiste una clausola di risoluzione del contratto di cessione in caso di abbandono della siderurgia? Dobbiamo semplicemente fidarci della grande azienda, della sua capacità manageriale e finanziaria, la sua correttezza e serietà?
Sarebbero gradite risposte a questi quesiti. Sarebbe gradito ancora di più conoscere il piano integrale e il preliminare di vendita.
Adriano Bruschi Presid Legambiente Val di Cornia