Continua a peggiorare la raccolta differenziata del vetro, il 10,5% è da buttare di nuovo
Scotti (Coreve): «L’Italia che è tra i Paesi più virtuosi d’Europa per le percentuali di raccolta differenziata degli imballaggi di vetro, è tuttavia fanalino di coda per quanto riguarda la qualità»
[28 Aprile 2021]
Il vetro è un materiale riciclabile all’infinito senza scadimenti qualitativi, dote rara nell’economia circolare, ma è naturale che se quanto intercettato dalla raccolta differenziata è scadente l’effettivo riciclo ne subisce poi le conseguenze. È quanto sta accadendo in Italia: «Il 10,5% dei rifiuti di imballaggio (bottiglie e vasetti) in vetro recuperati all’interno delle campane o nei cassonetti del “porta a porta”, infatti, non può essere avviato a riciclo», spiegano da Coreve, ed è dunque da buttare di nuovo.
Secondo gli ultimi dati comunicati dal Consorzio recupero vetro, nel 2019 in Italia si è registrato un tasso di riciclo del 77,3% che equivale ad un tasso di raccolta dell’87%, con previsioni di crescita molto incoraggianti per i prossimi anni. Invece nel 2020 la qualità della raccolta differenziata del vetro effettuata dai cittadini è peggiorata rispetto al 2019 e siamo ancora molto lontani dai livelli medi del resto d’Europa.
Per provare a invertire la rotta Coreve, d’accordo con l’Associazione dei Comuni italiani (Anci) e con il patrocinio del ministero della Transizione ecologica (Mite), ha deciso di lanciare una campagna social e due mesi di campagna TV che vedranno Licia Colò raccontare ai telespettatori di Mediaset e La7 gli errori più comuni che minano la raccolta differenziata del vetro (e come evitarli).
«Nel 2020 – spiega Gianni Scotti, presidente Coreve – la qualità della differenziata è ulteriormente peggiorata rispetto all’anno precedente. Mentre migliorano le performance degli impianti di riciclo, i cui scarti si riducono grazie al costante miglioramento tecnologico, c’è evidentemente ancora molto lavoro da fare. L’Italia che è tra i Paesi più virtuosi d’Europa per le percentuali di raccolta differenziata degli imballaggi di vetro, è tuttavia fanalino di coda per quanto riguarda la qualità. Serve quindi un cambio di passo e serve subito, per evitare inutili sprechi e sostenere l’economia circolare del vetro».
Come? Sarebbe un buon inizio ricordare che la raccolta differenziata del vetro riguarda solo gli imballaggi (come bottiglie e vasetti) e non ogni materiale di questo tipo, e che è indispensabile evitare i cosiddetti “falsi amici” del vetro, cioè: piatti, tazzine o altri oggetti di ceramica, bicchieri o altri oggetti di cristallo, contenitori in pyrex. Tutti rifiuti che vanno messi nei contenitori della raccolta indifferenziata.
«Il 10,5% dei rifiuti di imballaggio (bottiglie e vasetti) in vetro recuperati all’interno delle campane o nei cassonetti del “porta a porta”, infatti – tornano a sottolineare da Coreve – non può essere avviato a riciclo a causa della presenza di questi inquinanti. Questo perché, negli impianti di trattamento a valle della raccolta, la selezione automatizzata di questi materiali, anche se tecnologicamente sempre più evoluta, comporta inevitabilmente anche la perdita e lo scarto di vetro altrimenti perfettamente riciclabile»
Certo, tra le note negative è giusto ricordare che la frazione del vetro non è quella che sconta le maggiori criticità in fase di raccolta differenziata. Se in questo caso il 10,5% è da buttare di nuovo per la scarsa qualità del raccolto, la media per tutte le raccolte differenziate italiane raggiunge il 20%. Senza dimenticare gli scarti che inevitabilmente saranno poi prodotti nelle successive fasi industriali di riciclo: per questo la gestione dei rifiuti si dice integrata, avvalendosi a valle anche di impianti di recupero energetico o di smaltimento quando il riciclo non è possibile.