Monni: «La conversazione avuta con il ministro è stata una novità importante»

Geotermia, il ministro dell’Ambiente è disponibile a valutare la proroga delle concessioni

Petrucci: «La nostra geotermia è un ulteriore elemento di eccezionalità di questa straordinaria regione, un’eccellenza a livello mondiale»

[24 Novembre 2022]

Lo scorso 6 ottobre la Regione Toscana ha inviato al ministero dell’Ambiente una nuova richiesta di proroga perle concessioni geotermiche in scadenza al 2024 e, due giorni fa, il ministro Pichetto ha aperto all’ipotesi.

È quanto emerge dalla risposta fornita ieri dall’assessore regionale all’Ambiente, Monia Monni, all’interrogazione posta in Consiglio regionale da Diego Petrucci (FdI): «Il ministro ha dichiarato quanto meno la disponibilità a valutare quali possano essere le strade per venire incontro alle esigenze dei territori toscani, a differenza del precedente ministro (Cingolani, oggi consulente di Pichetto, ndr), che invece aveva avuto una chiusura netta. La conversazione avuta con il ministro è stata una novità importante, avremo almeno modo di esplorare la possibilità di una proroga».

Si tratta di una partita cruciale per la Toscana, che deve alla geotermia il 70% della propria produzione di energia rinnovabile; dal calore rinnovabile della Terra si genera infatti ogni anno tanta elettricità da essere equivalente a oltre il 30% della domanda toscana, senza dimenticare il contributo offerto dai teleriscaldamenti in 9 Comuni sede d’impianto, dove i cascami delle centrali geotermoelettriche permettono di riscaldarsi a costi più che dimezzati – anche al di là dell’attuale crisi energetica – rispetto a quelli legati ai combustibili fossili, senza le relative emissioni di gas inquinanti e climalteranti in atmosfera.

Alla base dell’attività di queste centrali ci sono appunto le concessioni minerarie per l’utilizzo della geotermia, la cui scadenza è allineata al 2024. Si parla di «otto concessioni geotermoelettriche in scadenza, il cui titolare è Enel green power Italia: si tratta di Bagnore, Canneto, Chiusdino, Larderello, Lustignano, Piancastagnaio, Riosecco e Travale», come ha ricordato Monni.

I sindaci dei territori interessati da tempo spingono per una proroga delle concessioni in scadenza, mentre da parte sua l’attuale gestore – lo scorso marzo – ha condiviso coi sindacati toscani Filctem, Cgil-Flaei, Cisl-Uiltec e Uil una proposta che prevede investimenti per 3 mld di euro a fronte di una proroga quindicennale.

In un simile contesto, la Regione si sta muovendo su due binari paralleli: «Da una parte la continua richiesta della possibilità di proroga e parallelamente ci stiamo strutturando per fare la gara», ha sottolineato Monni, spiegando che è in corso la formalizzazione di un gruppo di lavoro all’interno della Regione per la predisposizione della gara, mentre al contempo è stato avviato uno studio propedeutico per il quale è in corso di definizione un accordo di collaborazione scientifica con l’Istituto di geoscienze e georisorse del Cnr.

L’assessora ha al contempo evidenziato «l’estrema complessità del procedimento in corso», per una gara il cui valore complessivo presunto «risulterà molto elevato, superiore a tutte le gare finora gestite dalla Regione Toscana, senza che peraltro esista una esperienza in materia neppure a livello nazionale». Un motivo in più per supportare la proroga.

«Grazie all’assessore per la novità che porta all’attenzione l’apertura del ministro rispetto alla possibile proroga. Resta il difetto di questi anni – risponde il consigliere Petrucci (nella foto, ndr) – Tutti sappiamo che la gara è la più complessa che la Toscana abbia mai affrontato, ci saremmo aspettati che la Regione si fosse messa in moto in tempo per arrivare alla scadenza naturale delle concessioni senza il rischio di una fase di interregno che sarebbe disastrosa per tutti. La proroga dev’essere sufficientemente ampia, noi riteniamo almeno decennale. Una proroga corta sarebbe probabilmente ancor più dannosa dell’eventuale interregno. La nostra geotermia è un ulteriore elemento di eccezionalità di questa straordinaria regione, un’eccellenza a livello mondiale. Con gli interventi e gli investimenti già messi sul campo dall’attuale concessionario potrebbe arrivare a coprire il 6% del fabbisogno nazionale. Rischiamo di sciuparla, perché i pozzi geotermici devono essere coltivati per evitare che si esauriscano».