Milleproroghe, 575 mln di euro tornano disponibili per le bonifiche all’ex-Ilva
Cassese: «Siamo riusciti a non sottrarre queste ingenti risorse che i cittadini tarantini meritano per le bonifiche del proprio territorio»
[17 Febbraio 2022]
Stanotte, durante l’esame del decreto Milleproroghe da parte delle commissioni riunite Bilancio e Affari costituzionali della Camera, è stato approvato un emendamento – contro il parere del Governo – che restituisce 575 mln di euro alle bonifiche per l’ex Ilva di Taranto.
L’emendamento «sopprime l’articolo 21 che mirava a destinare i 575 milioni di euro alla decarbonizzazione dei processi produttivi di Acciaierie d’Italia-ex Ilva. Si tratta di un risultato straordinario, per nulla scontato, e su cui siamo riusciti a convincere le altre forze politiche dell’importanza di non sottrarre queste ingenti risorse che i cittadini tarantini meritano per le bonifiche del proprio territorio», spiega il primo firmatario Gianpaolo Cassese.
Si corregge così la stortura contro cui si era scagliata anche Legambiente ad inizio anno, e che metteva in secondo piano l’urgenza delle bonifiche rispetto al percorso di decarbonizzazione dell’acciaieria: senza l’approvazione dell’emendamento, le risorse sequestrate dal tribunale di Milano nei confronti dei Riva per destinarli alle bonifiche delle aree ex Ilva, col decreto Milleproroghe sarebbero stati “spostati” sui lavori di adeguamento ambientale e sanitario dello stabilimento.
«Cancellato dal decreto Milleproroghe lo scippo di centinaia di milioni per le bonifiche delle aree ex Ilva provenienti dai fondi sequestrati ai Riva. Una vittoria per Taranto ottenuta grazie al mio emendamento – aggiunge la deputata Rossella Muroni – sottoscritto anche dai colleghi di FacciamoEco Cecconi, Fioramonti, Fusacchia e Lombardo, soppressivo della misura e a quelli analoghi presentati da altri deputati. Un correttivo ispirato a criteri di giustizia sociale e ambientale. A Taranto e ai suoi cittadini, che hanno pagato un prezzo altissimo in termini di salute e ambiente per la presenza dell’ex Ilva, vanno infatti restituite opportunità e fiducia nel futuro. Non era assolutamente accettabile che si prendessero i fondi per le bonifiche e si mettessero sulla decarbonizzazione dell’impianto come aveva previsto l’esecutivo. La conversione dell’acciaieria deve sì andare di pari passo col risanamento ambientale dei siti inquinati, ma va fatta con investimenti a carico dell’azienda».