Re Mida, dalla Toscana al premio Ue: abbatte di 21 volte l’effetto serra del biogas da discarica
Il progetto Life tutto toscano tra i finalisti europei dei Life Awards: protagonisti del successo l’Università di Firenze, la Regione, Sienambiente e Csai
[17 Giugno 2020]
Life Re Mida miete un successo dopo l’altro, anche a due anni dalla sua conclusione: su 910 progetti finanziati la Commissione Ue ne ha selezionati 15 come finalisti per i Life Awards di quest’anno, tra i quali – nella sezione Climate action – spicca il progetto tutto toscano per la biofiltrazione dei gas da discarica.
Iniziato nel 2016 con un co-finanziamento Ue da oltre 500mila euro, Life Re Mida ha sperimentato un sistema innovativo di biofiltrazione naturale in grado di abbattere i gas serra emessi dalle discariche in post-gestione: nelle discariche esaurite e in post gestione si assiste infatti alla riduzione delle concentrazioni di metano nel gas prodotto, al punto da rendere né tecnicamente né economicamente sostenibile la sua combustione ai fini del recupero energetico. I risultati sono stati tanto incoraggianti – sia nella riduzione delle emissioni climalteranti sia di quelle odorigene – da divenire non solo la base delle Linee guida regionali, ma anche da promuovere la revisione e l’aggiornamento della Landfill Directive (Direttiva sulle discariche) europea.
La ricerca infatti, come già spiegato su queste pagine, ha avuto ottimi risultati poiché le emissioni di metano e odorigene sono state abbattute con una percentuale variabile compresa tra il 40 e il 100%. Un successo merito di un team tutto toscano: Life Re Mida è stato condotto dal dipartimento di Ingegneria industriale dell’Università di Firenze in collaborazione con Regione Toscana, Sienambiente e Csai, ed è stato realizzato nelle discariche esaurite “il Pero” di Castiglion Fibocchi (AR) e “Le Fornaci” di Monticiano (SI), dove sono stati installati i sistemi di biofiltrazione tramite ossidazione biologica.
Centrale, in questo contesto, il ruolo dei batteri metanotrofi, con due varianti tecnologiche: il biofiltro e la biowindows (biofiltrazione). Ai batteri, che si sviluppano in determinate condizioni, è affidato il compito di abbattere il contenuto di metano – che ha un impatto sul riscaldamento globale 25 volte superiore alla CO2 – trasformandolo in anidride carbonica.
«Le tecnologie sperimentali utilizzate nei due impianti – ricordano oggi da Csai – hanno dimostrato che le performance di ossidazione si assestano su valori piuttosto elevati e mediamente pari al 75%, mentre in alcune delle sette “biowindows” realizzate nelle discariche si osserva un’ossidazione completa del metano in ingresso e questo consente di abbattere di 21 volte il potenziale effetto serra del biogas emesso dalle discariche. L’analisi costi-benefici ha confermato inoltre i risultati positivi emersi nell’analisi Lca (Life cycle assesment) mostrando che nella fase di gestione post-operativa di una discarica gli scenari con i sistemi di ossidazione biologica garantiscono un risparmio economico rispetto ai tradizionali sistemi di trattamento. Al di là della valutazione finale da parte della Giuria internazionale, essere arrivati tra i finalisti è in ogni caso una grande soddisfazione perché ha dimostrato come anche nel nostro Paese si possano raggiungere elevati standard di ricerca ed innovazione tecnologica grazie alla partnership pubblico-privata».