Revet, l’economia circolare corre sull’asse Livorno – Pontedera
Il sindaco Salvetti in visita all’hub toscano del riciclo: «Dobbiamo intensificare la collaborazione»
[14 Gennaio 2021]
Nessuna città è un’isola quando si parla di economia circolare, e meno male: altrimenti significherebbe tornare all’epoca in cui ogni Comune aveva una discarica sul proprio territorio, autorizzata o meno, e lì finivano tutti i suoi rifiuti. Oggi, nell’era delle raccolte differenziate finalizzate al riciclo, è obbligatorio dotarsi di una complessa filiera impiantistica dove l’autarchia non funziona mentre dalle economie di scala possono nascere grandi occasioni di sviluppo sostenibile, come conferma oggi la visita del Comune di Livorno allo stabilimento Revet di Pontedera.
È qui infatti che vengono valorizzate le raccolte differenziate multimateriali (imballaggi in plastica, vetro, alluminio, acciaio e tetrapak) di gran parte della Toscana e non solo, Livorno compresa. A 30 km dalla città labronica lavorano due impianti per la selezione degli imballaggi multimateriale; quello per il riciclo delle plastiche miste e quello per la produzione del proler per il riciclo dell’acciaio. A questi va aggiunto l’impianto di Vetro Revet a Empoli, dove viene inviato anche il vetro raccolto a Livorno e che viene riciclato direttamente nella vetreria adiacente, a meno di 500 metri di distanza.
«Revet è un’azienda all’avanguardia che rappresenta un punto di riferimento per l’intera Toscana nei processi di riciclo, svolgendo – sottolinea il sindaco Luca Salvetti – un ruolo essenziale per la sostenibilità ambientale. Ringrazio la direzione che mi ha invitato e accompagnato a visitare l’azienda, con la quale, attraverso Aamps che detiene una quota se pur minima della società, dobbiamo intensificare la collaborazione».
«Gli impianti di Revet finalizzati al riciclaggio del multimateriale leggero – conferma Raphael Rossi, amministratore unico di Aamps – hanno un potenziale importante nella gestione dei rifiuti su scala regionale». Ed è proprio questa la scala minima su cui ragionare, secondo logica di sostenibilità e prossimità, a maggior ragione ora che la Regione ha annunciato l’intenzione di puntare forte sulla realizzazione di un Ato unico.
«Oggi stiamo ancora una volta attraversando una fase di cambiamenti epocali – spiega il presidente di Revet, Livio Giannotti – il Dlgs 116/2020, ad esempio, impone finalmente obiettivi di riciclo effettivo. Anche gli assestamenti societari a livello di pubblici servizi locali mettono la Toscana di fronte all’esigenza di fare sistema, davvero. In questo contesto Revet ha risposto con i fatti, investendo 34 milioni di euro per ammodernare i propri impianti e realizzarne di nuovi, ampliando la propria capacità produttiva e raggiungendo così a regime una capacità complessiva di trattamento dei rifiuti pari a 380mila tonnellate l’anno, ampiamente sufficiente a coprire i fabbisogni dell’intera regione».
Sfruttando le economie di scala è infatti possibile garantire anche un saldo positivo per tutti i Comuni e quindi per tutti i cittadini toscani: questa è la vera economia circolare, fatta di industria, di innovazione e di efficienza, dove le polemiche sull’arrivo di rifiuti “da fuori” hanno un sapore reazionario.
Oggi la competitività economica di un territorio è data dal livello di servizi ed efficienza che è capace di proporre, gestione rifiuti compresa: dotarsi delle infrastrutture industriali necessarie per creare lavoro e ricchezza attraverso la green economy è il punto centrale, raggiungendo uno sviluppo socio-economico compatibile con la tutela dell’ambiente.