La Sardegna ha due nuovi Parchi regionali: Gutturu Mannu e Tepilora
Era da 15 anni che in Sardegna non si istituivano aree protette. Voto all’unanimità
[22 Ottobre 2014]
Sono trascorsi ben 15 anni dal 26 gennaio del 1999 quando il Consiglio Regionale della Sardegna istituì i parchi di Molentargius-Saline e di Porto Conte, da allora la parola “parco” è stata un tabù per la Regione autonoma della Sardegna. Un tabù rotto ieri, quando il Consiglio regionale ha approvato all’unanimità due disegni di legge presentati a maggio dalla Giunta di centrosinistra e l’assessore regionale all’ambiente, Donatella Spano, è molto soddisfatta: «Con l’istituzione del Parco naturale regionale delle Foreste di Gutturu Mannu e del Parco di Tepilora, la Regione intende perseguire concretamente l’obiettivo di tutelare il pregiato patrimonio naturalistico e porre le basi per promuovere nei territori interessati uno sviluppo economico e sociale con la conservazione delle risorse ambientali. La decisione di istituire i Parchi è stata presa dopo il confronto con le comunità e amministrazioni locali con l’obiettivo di raggiungere la massima concertazione e riconoscere le particolari esigenze dei diversi territori. Nel programma di sviluppo economico e sociale dei parchi è previsto anche il riconoscimento di un marchio tipico di qualità che l’Ente di gestione può concedere a servizi e prodotti locali che valorizzino il territorio e soddisfino i requisiti di qualità previsti dai Parchi».
Il nuovo Parco regionale di Gutturu Mannu si estende su 19.685 ettari e include i territori dei Comuni di Pula, Villa San Pietro, Siliqua, Domus De Maria, Assemini, Santadi, Capoterra, Sarroch e Teulada. È inserito in una delle foreste più antiche ed estese del Mediterraneo, dove vivono specie endemiche tra le più rappresentative della fauna sarda come, ad esempio, il cervo, l’astore, il gatto selvatico e il geotritone. Sull’area insistono tre oasi di protezione faunistica dove vige il divieto di caccia ed è presente l’Ente foreste della Sardegna che gestisce, a vario titolo, la quasi totalità del patrimonio forestale. Inoltre nel parco sono presenti la Zona di protezione speciale (Zps) e il Sito di interesse comunitario (Sic) Foresta di Monte Arcosu della Rete Natura 2000.
Il Parco di Tepilora, 7900 ettari, è compreso nei Comuni di Bitti, Lodè, Posada e Torpè e occupa la parte più settentrionale della Barbagia e della Baronia, in Provincia di Nuoro e collega le zone interne con quelle costiere, utilizzando il fiume come una vera infrastruttura naturale, un elemento di connessione con una serie di attività legate al turismo e alla tutela dell’ambiente. Gran parte delle aree interessate dal parco è occupata da due grandi foreste demaniali: quella di Crastazza-Tepilora nel Comune di Bitti e la foresta di Usinavà nel Comune di Torpè. Nel territorio della nuova area protetta ci sono anche due oasi permanenti di protezione faunistica.
E’ contento anche Vincenzo Tiana, presidente di Legambiente Sardegna, «E’ positivo che il processo di condivisione delle popolazioni locali sia stato prontamente raccolto dalla Giunta Regionale e dalla Commissione Ambiente del Consiglio, che in pochi mesi hanno portato ieri alla approvazione in aula, esprimendo in tal modo una svolta decisa rispetto alle passate legislature. Esprimiamo l’auspicio che questa approvazione apra la strada ad una nuova stagione affinché il sistema delle aree protette della Sardegna venga rafforzato sia a livello quantitativo che qualitativo e costituisca una base per far intravedere uno sviluppo maggiormente orientato alla tutela e valorizzazione del patrimonio ambientale e naturalistico».
Soddisfazione è stata espressa anche da Sebastiano Venneri, presidente di Vivilitalia, la società di Legambiente che si occupa di turismo ambientale e che ha accompagnato il percorso dei quattro comuni interessati dal Parco di Tepilora: «I parchi migliori sono quelli che nascono prima nella realtà e poi sulla carta e questo è sicuramente il caso del Parco di Tepilora. Con i quattro comuni della Baronia abbiamo avviato un percorso intelligente fatto di incontri tematici con la popolazione locale, di scambi d’esperienze con realtà già avviate che ha sedimentato una solida idea di parco in grado di coniugare le ragioni di sviluppo turistico con quelle di tutela ambientale».