La risposta del sindaco: «Siete contro i campeggi»
Legambiente e l’alleanza di fatto tra 5 stelle e Pd per il consumo del territorio
Comacchio protagonista della vicenda: 190 ettari di terreno agricolo destinati a strutture turistico ricettive
[25 Agosto 2014]
Secondo il circolo di Legambiente di Comacchio (FE), «in clima ferragostano a Comacchio il Movimento 5 stelle, con la gente distratta da ferie ed eventi, prosegue con passo deciso nel suo cammino di consumo di territorio. I processi di partecipazione sulle scelte urbanistiche e sul futuro PSC promessi e sbandierati, in questo caso non sono stati attivati. Lunedì 25 Agosto il Consiglio Comunale ha programmato di approvare importanti indirizzi urbanistici, sull’assetto di una parte consistente del territorio e sulla valutazione di progetti per nuove strutture ricettive, senza che su questi vi sia stata una adeguata discussione e partecipazione, in spregio persino alla volontà formalmente espressa dall’amministrazione stessa di coinvolgere la cittadinanza e le associazioni attraverso il progetto partecipativo sulla pianificazione e PSC “Le tue idee al centro”».
Gli ambientalisti accusano: «Il sindaco Fabbri e pochi altri, stanno proseguendo speditamente di fatto verso la realizzazione di un disegno di nuova espansione urbana sulla costa frutto della elaborazione e del consenso del PD, nelle sue varie articolazioni territoriali, esponenti regionali e locali, passando per il fondamentale livello del governo Provinciale. Il disegno politico, che conta sulla vicinanza di alcuni imprenditori, si è infatti già manifestato concretamente con le scelte effettuate attraverso il Piano Territoriale del Parco del Delta del Po per la zona costiera fra Porto Garibaldi e Lido Nazioni, dove ben oltre 190 ettari di territorio, oggi liberi, coltivati o con alcune aree boscate, sono stati destinati a nuove strutture ricettive. Una quantità di territorio enorme messa in gioco e a rischio, da ora e per i prossimi anni, dove anche le residue aree agricole costiere possono sparire in funzione di un asservimento a logiche di rendita fondiaria e progetti che poco o nulla hanno a che fare con quella che dovrebbe essere la funzione e missione primaria di tutela di una delle aree protette più importati d’Italia e d’Europa».
Il Cigno Verde spiega che «Per una parte consistente dei terreni il consumo di territorio sta per essere agevolato anche da parte della Provincia di Ferrara che, all’interno dell’ennesima variante al PTCP adottata in una delle ultime sedute del consiglio provinciale con Delibera n.32 del 29 Maggio 2014, ha introdotto, attraverso una variazione della cartografia, la rimozione delle tutele dettate dall’art.19 del PTCP “zone di alto interesse paesaggistico ambientale”: è così che si ha intenzione di promuovere il Parco del Delta del Po e il territorio come patrimonio UNESCO?»
La critica di Legambiente è anche al disegno politico dell’amministrazione a 5 Stelle che, secondo gli ambientalisti, «Si basa sull’assunto, peraltro non dimostrato e per noi falso, che per lo sviluppo del turismo e dell’economia sia inevitabile consumare territorio. Noi pensiamo invece che i progetti di impresa che vogliano ristrutturare quanto già costruito, utilizzare aree già urbanizzate o abbandonate, aumentare servizi e posti letto in strutture esistenti, valorizzare il grande patrimonio edilizio che giace inutilizzato nel centro storico di Comacchio, sarebbero più che sufficienti. Basti già vedere come i posti letto attuali, quelli delle nostre cosiddette “eccellenze” e quelli delle altre strutture ricettive, non siano utilizzati a pieno durante tutto l’anno e nemmeno durante tutta la stagione di apertura, per rendersi conto che i fattori principali e le leve su cui intervenire per migliorare l’economia turistica locale sono altri. Con gli impegni elettorali e con gli indirizzi per la redazione del PSC approvati, il Movimento 5 Stelle affermava di voler fermare il consumo di suolo, in modo particolare sulla costa. Nei fatti si sta facendo il contrario».
La risposta del Sindaco di Comacchio, Marco Fabbri, è arrivata sui giornali locali: «Rispetto al modus operandi contestato, l’Amministrazione Comunale non chiude per ferie di ferragosto, soprattutto in ragione del fatto che una realtà a vocazione turistica come questa deve continuare a lavorare, soprattutto in questa stagione, per poter guadagnare terreno in tempi di crisi ancora generalizzata. Non si è dunque trattato di un blitz di ferragosto, come Legambiente lascia intendere, ma le azioni oggetto di accesa contestazione sono invece frutto di lunghi confronti, seguiti da diverse commissioni consiliari sul tema della rigenerazione turistico ambientale della costa. Il percorso istituzionale è durato diversi mesi, come ribadito al presidente locale e a quello regionale di Legambiente, che hanno rifiutato di dare un contributo costruttivo alla discussione e di entrare nel merito dei progetti».
Fabbri rinnova la disponibilità al confronto con gli ambientalisti, «Anche se ormai il tempo stringe in un territorio soffocato dalla crisi, ricordando che quel lungo percorso istituzionale è sfociato nell’approvazione del Piano di stazione del centro storico di Comacchio. “Legambiente nazionale ha promosso un ricorso contro il citato Piano e quindi avverso Regione, Provincia, Parco e Comune, impugnando proprio la parte relativa alle strutture ricettive all’aria aperta, avviando una vera e propria task force contro di loro. Il 30 luglio scorso il Tar della Regione Emilia Romagna ha ritenuto di non dover concedere la sospensiva, segno che non vi fossero i presupposti per sospendere il Piano di stazione del centro storico, tuttora vigente».
Per quanto riguarda il Legambiente Parco del Delta del Po, Fabbri sottolinea che a sua Amministrazione «Sta lavorando a pieno ritmo, portando avanti con determinazione uno dei punti del programma elettorale, con la ferma volontà di arrestare il consumo del territorio, al quale abbiamo purtroppo assistito negli ultimi decenni. Si è impressa semmai una accelerata al processo virtuoso di riconversione e riqualificazione delle seconde case con la realizzazione di residenze turistico-alberghiere, secondo la concezione dell’albergo diffuso. Rispetto alle contestazioni mosse da Legambiente, consistente di fatto in una guerra contro i campeggi, manifesto tutto il mio disappunto, dato che le strutture ricettive all’aria aperta sono la principale fetta dell’industria turistica locale, il vero primo motore per lo sviluppo del territorio, se consideriamo la grave crisi in cui versa da tempo il settore della pesca. Garantire prospettive di crescita e di ampliamento ai campeggi resta una delle nostre priorità, dato che quelli di nuova generazione sono concepiti con metodi assolutamente eco-sostenibili, nel pieno rispetto dell’ambiente».