Lo Sblocca cantieri ignora la mobilità urbana: il 57% della spesa per strade e autostrade
Legambiente: «Renzi abbandoni il “modello Lunardi” se vuole portare l’Italia fuori dalla crisi»
[7 Agosto 2014]
Quando era candidato alle primarie nazionali del PD, Matteo Renzi prese precisi impegni per quanto riguardava le infrastrutture: «Dare la priorità alle manutenzioni e alle piccole e medie opere, come, interventi per decongestionare il traffico e per il trasporto pubblico locale. Scegliere le grandi opere che servono davvero. Rivedere il piano delle infrastrutture chiedendo che una commissione internazionale di esperti fornisca un parere indipendente su costi, rischi vantaggi e benefici di proposte alternative». Impegni che da premier sembra aver completamente rinnegato, viste le priorità infrastrutturali presentate dal Governo e che dovrebbero entrare nello “Sblocca cantieri”, per rilanciare i cantieri e l’economia del Paese.
Nella proposta del governo Renzi/Alfano figura infatti un lunghissimo elenco di autostrade, dalla Orte-Mestre alla Valdastico, dalla Gronda ligure alla Tirrenica, e strade per più di 1.400 Km e 24miliardi di Euro di investimenti, mentre la spesa per gli interventi ferroviari è di gran lunga inferiore e quella per le aree urbane nemmeno comparetra le priorità.
Come ricorda oggi il presidente nazionale di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza, «il Matteo Renzi Sindaco di Firenze, solo 10 mesi fa, avrebbe liquidato l’elenco di opere dello sblocca cantieri come un’idea vecchia da rottamare. Il Presidente del Consiglio di oggi invece sembra aver dimenticato quella voglia di cambiamento con cui si era candidato alle primarie, soprattutto rispetto al settore delle infrastrutture». Il Cigno Verde è tornato a battere il dolente tasto delle infrastrutture dopo che, poche settimane fa, aveva inviato al Governo un originale contributo di idee per una nuova politica delle infrastrutture, il dossier #sbloccafuturo nel quale aveva messo assieme l’elenco delle opere incompiute e realmente indispensabili a modernizzare e rilanciare il Paese: dalla chiusura dell’anello ferroviario di Roma alle metropolitane di Torino, Catania, dello Stretto, dal secondo binario sulle linee Genova-Ventimiglia, Palermo-Messina, Pontremolese, ai tram di Bergamo, Milano, Firenze.
Cogliati Dezza conclude: «Non vogliamo credere che per il Presidente del Consiglio siano veramente quelle dello sblocca cantieri le priorità con le quali si vuole aiutare i cittadini italiani a vivere e muoversi meglio e rilanciare il Paese. Non vogliamo credere che il Premier Renzi voglia affidare l’uscita dalla recessione a una ricetta vecchia e inefficace, già ampiamente sperimentata dai governi precedenti a partire dall’ex ministro Lunardi. Non ci crediamo perché sarebbe folle ignorare le città, mentre è evidente a tutti che è qui che bisogna investire: non è di un diluvio di asfalto che ha bisogno il Paese, ma di recuperare i ritardi infrastrutturali nelle aree urbane dove si concentrano i due terzi degli spostamenti delle persone Il Presidente del Consiglio sta tradendo le sue stesse promesse: basterebbe andare a rileggere gli impegni con cui si era candidato alle primarie. E’ proprio di quelle idee che il Paese avrebbe bisogno per realizzare una nuova politica dei trasporti e delle infrastrutture in Italia».