Gli alberi vetusti aiutano a proteggere le specie in via di estinzione
Il caso del lichene lupo e del pino nero dei Pirenei
[15 Aprile 2024]
Lo studio “Ancient trees are essential elements for high-mountain forest conservation: Linking the longevity of trees to their ecological function”, pubblicato recentemente su Proceedings of the National Academy of Sciences USA (PNAS) da . Sergi Munné-Bosch e Ot Pasques della Facultat de Biologia e dell’Institut de Recerca de la Biodiversitat (IRBio) dell’Universitat de Barcelona, «Gli alberi più vecchi della foresta contribuiscono a prevenire la scomparsa delle specie minacciate di estinzione nell’ambiente naturale».
Lo studio rivela per la prima volta il ruolo decisivo degli alberi vetusti nella conservazione di altri esseri viventi, grazie alle loro caratteristiche e fisiologia uniche e avverte che «Preservare gli alberi più vecchi nelle foreste sarà essenziale per proteggere la biodiversità negli ecosistemi forestali, che sono sempre più colpiti dall’impatto del cambiamento globale»
Come nel caso del lichene lupo (Letharia vulpina), minacciato in tutto il continente europeo, una specie con una distribuzione molto limitata che è prevalente nelle foreste mature e negli alberi più alti. Originario del continente americano, è stato rinvenuto anche nel territorio europeo e peninsulare, nelle zone di media e alta montagna. Ora gli autori dello studio pubblicato su PNAS hanno scoperto che la presenza di questo lichene nei Pirenei è associata agli alberi più alti e, in particolare, al pino nero (Pinus uncinata).
Munné-Bosch, citato nella lista Clarivate Analytics 2023 come uno degli scienziati più influenti al mondo, sottolinea che «Questi alberi secolari si trovano nei luoghi più isolati, crescono su rocce con pochissimo substrato e mostrano caratteristiche di struttura e composizione davvero uniche. Nello specifico, il pino nero può vivere anche più di un millennio, e il suo decadimento sarebbe il fattore più importante che faciliterebbe la presenza del lichene. Paradossalmente, quanto peggio sono messi questi alberi, tanto più servizio rendono all’ecosistema (conservazione dei licheni). In altre parole, quanto meno importanti potrebbero sembrare come individui a causa del decadimento, tanto più importanti sono per l’intero ecosistema».
Il miglior habitat per la sopravvivenza dei licheni L.vulpina sono gli alberi più antichi della foresta e Pasque evidenzia che «Nel caso degli alberi secolari e millenari, la semplicità nel loro sviluppo, la crescita modulare che consente loro di rispondere meglio a lesioni e danni e l’elevata tolleranza alle condizioni estreme (stress idrico, temperature estreme, ecc.) sono fattori che spiegherebbero la loro grande longevità nell’ambiente naturale».
Munné-Bosch aggiunge che «In condizioni estreme, gli alberi hanno limiti di sopravvivenza, ma possono sopravvivere con poche risorse idriche e nutritive. E’ così che riescono a sopravvivere a condizioni estreme e a vivere più a lungo, grazie alla crescita modulare e alla compartimentazione dei danni che possono colpirli. Anche la crescita lenta, che è associata a risposte allo stress – come il freddo tipico dell’alta montagna o la siccità, sempre più frequente in estate – favorisce la longevità di questi alberi».
E la longevità è proprio una delle chiavi biologiche che spiegherebbero le funzioni ecologiche uniche degli alberi, il che rende essenziale proteggere le specie e gli alberi più vecchi nelle regioni montane più isolate. Munné-Bosch conclude: «Tutti gli individui di una popolazione sono essenziali non solo per la loro particolare popolazione e specie, ma anche per l’intero ecosistema globale. Tutto è strettamente interconnesso e anche il decadimento e la morte degli alberi svolgono un ruolo chiave nella conservazione della biodiversità e degli ecosistemi. Questi giganti delle foreste sono minacciati dall’impronta umana; in particolare per l’abbattimento di alberi. Le condizioni ambientali non sono un problema per questi alberi, ma purtroppo lo sono per noi come specie. Solo con un profondo rispetto per la natura e per la vita degli altri esseri viventi potremo preservare la straordinaria longevità di questi alberi. E, come abbiamo visto in questo studio, questo sarà decisivo anche per preservare tutta la biodiversità come la conosciamo attualmente».