[05/03/2012] News

L’autogol del greenwashing della Vedanta: le star di “Bolliwood” abbandonano “Creating Happiness”

Come sanno i lettori di greenreport.it, la  multinazionale Vedanta Resources è diventata tristemente nota per il suo progetto di realizzare una miniera di bauxite sulla montagna sacra dei Dongria Kondh, un popolo tribale dello Stato indiano dell'Oriossa che vive in armonia con la natura ed è già intossicato da una grande fabbrica di alluminio.  

La multinazionale britannica ha cercato di rifarsi un'immagine  tra l'opinione pubblica indiana attraverso quello che potremmo definire greenwashing dell'immaginario ed utilizzando quello che più affascina i cittadini del subcontinente indiano: un concorso cinematografico che dovrebbe testimoniare la "felicità" e il "benessere" creata da Vedanta Resources in India. Ma la cosa si sta rivelando un boomerang pubblicitario: due grandi celebrità di "Bollywood", il regista Shyam Benegal e la star cinematografica Gul Panag, che facevano parte della giuria, si sono ritirati dal concorso ed ora bisognerà reintegrare la giuria che entro la fine di marzo avrebbe dovuto nominare il film vincitore tra una rosa di 38 candidati. Infatti, come spiega Survival International, «tutti i film sono stati girati da aspiranti cineasti, accompagnati dalla stessa Vedanta a visitare le aree in cui la compagnia opera. Obiettivo della competizione era quello di raccontare la "felicità" che Vedanta porta alle comunità locali».

Ma Gul Panag, miss India 1999, è venuta a conoscenza attraverso i social network del coinvolgimento di Vedanta nella repressione dei Dongria Kondh ed ha annunciato su Twitter: «mio dio. Ho appena ricevuto tutti i dettagli. Non sapevo che il concorso facesse parte dalla campagna auto-celebrativa di Vedanta... mi tiro fuori». Secondo fonti vicine a Shyam Benegal, i cui film hanno ricevuto nomination a grandi festival internazionali come quello di Cannes, il regista si sarebbe ritirato dalla giuria per motivi simili.

Un autogol terribile  per la multinazionale che aveva già compromesso la sua credibilità ignorando i diritti del piccolo popolo indigeno, e che ora vede crollare miseramente una campagna che aveva coinvolto le acclamate star di "Bolliwood" come testimonial del progresso e della bontà delle imprese minerarie contro l'arretratezza dei popoli indigeni, gli advasi, i paria dei paria, non visti molto bene dalla nuova borghesia nazionalista indiana e dalle caste nelle quali  ancora si divide uno dei grandi Paesi emergenti del pianeta.

Secondo quanto dice Survival in un comunicato, «anche uno dei partecipanti ha chiesto il ritiro del suo film. Pare che Gorakshnath Khande abbia detto che l'intento di Vedanta fosse quello di "costruirsi una buona reputazione spacciandola per una competizione cinematografica"».

L'associazione che difende i diritti dei popoli indigeni sottolinea che «il concorso fa parte di una più ampia campagna di comunicazione di Vedanta denominata "Creating Happiness" (Creare felicità), diretta dall'agenzia pubblicitaria internazionale Ogilvy & Mather. E arriva in un momento cruciale della vicenda. Il 9 aprile è attesa infatti la sentenza del ricorso in appello inoltrato dalla Orissa Mining Corporation Ltd contro la decisione del governo dell'India di non autorizzare attività minerarie sulle montagne di Niyamgiri».

Stephen Corry, direttore generale di Survival, fustiga la multinazionale mineraria: «gli sforzi che Vedanta sta facendo per perseguire i suoi obiettivi minerari su Niyamgiri sono incredibili. Non contenta di aver perso la battaglia contro i Dongria Kondh nel 2010, oggi sta spendendo milioni di dollari per convincere il mondo che sta lavorando nell'interesse delle comunità locali. Le azioni di questi due membri della giuria parlano chiaro e costituiscono un esempio encomiabile».    

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