Può una multinazionale essere green?
[28 Marzo 2014]
Dietro al grande marchio – è opinione comune – spesso si nascondono segreti inconfessabili. E il grande marchio è, nell’immaginario collettivo, spesso associato a scarso interesse per l’ambiente e molto interesse per il profitto. Le multinazionali sono state colpite da boicottaggi feroci da parte di associazioni ambientaliste e da organizzazioni per la tutela dei diritti ed hanno collezionato campagne contro i loro prodotti. Sembra però, almeno in certi casi, che sia iniziato un “nuovo corso”: alcune multinazionali sono più attente, non solo perché sotto i riflettori di un pubblico più consapevole, ma anche perché la sostenibilità ambientale e sociale è anche sostenibilità economica.
Può una multinazionale essere green? Questo, il titolo del quarto workshop del ciclo SI FA PRESTO A DIRE GREEN, in corso alla Macroarea di Scienze dell’Università di Roma Tor Vergata. Il 3 aprile, dalle 9.15 alle 13.30, i partecipanti (iscritti a titolo gratuito tramite email a info@giornalistinellerba.org) ne discuteranno insieme a giornalisti ed esperti del settore ed indagheranno in particolare sul “caso Unilever“, multinazionale proprietaria di brand di successo come Algida, Lipton, Knorr, Dove, Svelto ecc, che racconterà la sua conversione green e si farà “analizzare” dai giovani reporter.
Il workshop, gratuito, vale 1 credito formativo per gli studenti di Scienze della Comunicazione dell’Università di Roma Tor Vergata.
Il risultati e le inchieste prodotto del progetto Si fa presto a dire green, ciclo di workshop su giornalismo e #greenicità delle imprese, saranno presentati al Festival Internazionale del Giornalismo di Perugia il 30 aprile prossimo: QUI per vedere il programma dell’evento.
Il ciclo, organizzato dall’associazione Il Refuso con il sostegno della Regione Lazio (progetto premiato come “Fuoriclasse”) e in collaborazione con il Consiglio nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, la FIMA (Federazione italiana media ambientali), l’Università di Roma Tor Vergata (Macroarea di Scienze e Scienze della Comunicazione), l’ANSA (in particolare il canale Scienza & Tecnica), QualEnergia, Rinnovabili.it, GreenMe, La Nuova Ecologia, Minimoimpatto.
Durante il ciclo di workshop, da gennaio ad aprile, i partecipanti seguono un percorso formativo su vari filoni d’inchiesta in cui grandi aziende come UNILEVER, CARLSBERG Italia, NOVAMONT, scelte per il loro percorso di sostenibilità, si sono rese disponibili ad essere “indagate”.
Come si svolge.
Dopo un’introduzione di Paola Bolaffio, project manager e direttore di Giornalisti Nell’Erba, inizia un dialogo/intervista di Eric Barbizzi, giornalista scientifico di 9 anni, responsabile pagine Esteri di giornalistinellerba.it, con Roberto Giovannini, giornalista economico ed ambientale, responsabile di Tuttogreen de La Stampa. Sarà loro compito introdurre l’argomento, spiegare perché le multinazionali hanno una così cattiva fama e cercare di capire se è vero che è iniziato un nuovo corso, in senso green.
Seguono gli approfondimenti su quattro filoni di indagine in tema di #greenicità.
La fase produttiva e quella del trasporto saranno analizzate da Sergio Ferraris, direttore di QualEnergia e referente FIMA (Federazione Italiana Media Ambientali) per la qualità dell’informazione scientifica. La fase dell’approvvigionamento (sostenibilità ambientale e sociale delle materie prime) e quella dello smaltimento e fine vita dei prodotti, da Roberta Ragni, caporedattore di GreenBiz e membro dell’ufficio di presidenza FIMA.
I quattro filoni di indagine saranno oggetto poi dell’intervento di Ugo De Giovanni, Marketing director Unilever e Sustainability team leader di Unilever Italia, che parlerà del rapporto di sostenibilità della multinazionale e degli obiettivi di riduzione dell’impatto ambientale nelle 4 fasi, prendendo quali esempi per ognuna quattro prodotti Unilever (Lipton, Coccolino, Cornetto Algida, Svelto)
Alle 11, l’ormai consueto e attesissimo “angolo delle parole”, un interessantissimo focus sulle parole del green, che ha riscosso grande successo nei precedenti workshop, con Francesca Dragotto e Diego Scipioni, linguisti di Scienze della Comunicazione dell’Università di Roma Tor Vergata.
Dopo la prima parte frontale, e dopo un breve break, la seconda parte, quella di laboratorio vero e proprio, con l’aiuto di tutor gNe e di tutor ANSAScienzaLab. I partecipanti saranno divisi in 4 gruppi ciascuno dei quali lavorerà su un filone tematico di indagine ed avrà come esempio un prodotto Unilever sul quale indagare, con un proprio tutor (Eleonora Cerulli, Hélène Duval, Giacomo Matera Capicciuti, Ilaria Romano). Dalle 12.15. nelle aree intervista, i partecipanti tempesteranno di domande i relatori.
Nella settimana successiva al workshop i partecipanti, impegnati nella realizzazione delle loro inchieste, potranno contattare gli esperti ed essere seguiti dai tutor. Le inchieste parteciperanno al Premio nazionale di giornalismo ambientale Giornalisti Nell’Erba 8. Verranno pubblicate da Giornalisti Nell’Erba.
In allegato, oltre a comunicato stampa di oggi, quello dell’intero ciclo e locandine, trovate anche l’invito a partecipare a tre minicontest. Oltre al Premio nazionale gNe8, infatti, sono in corso anche tre mini contest tra i partecipanti dei workshop. Uno per la selezione della migliore introduzione alle pubblicazioni che seguiranno e conterranno gli interventi dell’intero ciclo. Un altro per il miglior “tweet” che riassume ogni singolo workshop (#greenicità – indirizzato a @gNellerba). Infine un terzo, per la migliore definizione del termine “greenicità”, scritta immaginando di doverla introdurre in un vocabolario.
I “pezzi” migliori saranno pubblicati anche da Ansa Scienza & Tecnica.