17 premi Nobel alzano l'allarme del Doomsday Clock, nato dopo il Progetto Manhattan
Mancano solo 3 minuti alla mezzanotte. Portate avanti le lancette dell’orologio dell’apocalisse
Nucleare e cambiamento climatico le due maggiori minacce per il pianeta e la civiltà umana
[23 Gennaio 2015]
Fondato nel 1945 da alcuni scienziati dell’università di Chicago che avevano aiutato a sviluppare le prime armi atomiche nel Progetto Manhattan, il Bulletin of the Atomic Scientists due anni dopo creò il Doomsday Clock, l’orologio che ogni anno da l’allarme sull’avvicinarsi della mezzanotte dell’apocalisse spostando le lancette avanti o indietro. Un orologio che è diventato un indicatore universalmente riconosciuto della vulnerabilità del mondo per le armi nucleari, i cambiamenti climatici, e le nuove tecnologie emergenti in altri campii. Lo Science and Security Board del Bulletin of the Atomic Scientists, del quale fanno parte 17 Premi Nobel, ora dice che «nel 2015, il cambiamento climatico incontrollato, le modernizzazioni globali delle armi nucleari e gli arsenali di armi nucleari sovradimensionati costituiscono minacce straordinarie e innegabili per la sopravvivenza dell’umanità, e leader mondiali hanno fallito nell’agire con la velocità o sulla scala necessaria per proteggere i cittadini da una potenziale catastrofe. Questi fallimenti della leadership politica mettono in pericolo ogni persona sulla Terra».
A preoccupare i redattori del nuovo rapporto è la peggiore crisi tra Usa e Russia dal 1984, quando le lancette del Doomsday Clock furono spostate a 3 minuti a mezzanotte, il momento più vicino alla catastrofe fin dai giorni dei primi test della bomba all’idrogeno. Oggi, più di 25 anni dopo la fine della guerra fredda, il Bulletin of the Atomic Scientists hanno esaminato attentamente la situazione mondiale, trovandola molto minacciosa per l’intera umanità, così minacciosa che nel 2014 le lancette del Doomsday Clock sono nuovamente tornate a 3 minuti alla mezzanotte. Il bollettino sottolinea che «Nonostante alcuni sviluppi modestamente positivi nell’ambito cambiamenti climatici nell’anno passato, che riflettono il continuo progresso delle tecnologie per le energie rinnovabili, gli sforzi attuali sono del tutto insufficienti per impedire un riscaldamento catastrofico della Terra. Nell’assenza di una forte correzione di rotta, Paesi del mondo hanno emesso anidride carbonica ed di altri gas serra sufficienti a trasformare profondamente il clima della Terra entro la fine di questo secolo, danneggiando milioni e milioni di persone e minacciando molti importanti sistemi ecologici su cui si basa la civiltà». Allo stesso tempo, «Gli sforzi per ridurre gli arsenali nucleari mondiali sono in stallo. Il processo di disarmo è a un punto morto, con gli Usa e la Russia che intraprendono programmi massicci per modernizzare le loro triadi nucleari – minano così i trattati sulle armi nucleari – ed altri detentori di armi nucleari che aderiscono a questa mania di modernizzazione estremamente costosa e pericolosa».
Lo Science and Security Board non è certo un covo di eco-scettici come il congresso Usa o il Cremlino e ribadisce: «La scienza è chiara. L’azione insufficiente per tagliare le emissioni mondiali di gas serra è in grado di produrre una catastrofe climatica globale. Anche un cosiddetto “limited” nuclear weapons exchange produrrebbe perdite massicce e gravi effetti sull’ambiente globale. Imploriamo i leader politici del mondo di agire in modo coordinato, con un’azione rapida per ridurre drasticamente le emissioni globali di gas che intrappolano il calore, soprattutto l’anidride carbonica, e per ridurre gli arsenali di armi nucleari. Imploriamo anche i cittadini del mondo perché chiedano ai loro leader di agire. La minaccia incombe su tutta l’umanità. L’umanità deve rispondere oggi, mentre c’è ancora tempo».
Per il Bulletin la catastrofe climatica incombe, ma non è inevitabile. E’ vero che il 2014 è stato l’anno più caldo mai registrato da quando esistono i dati e che 9 dei 10 anni più caldi mai registrati si sono succeduti tutti dal 2000, ma se si seguissero le indicazioni date dall’allarmante rapporto di sintesi pubblicato dall’Ipcc proprio nel 2014 si potrebbe evitare che le temperature globali salgano di 3- gradi Celsius entro la fine del secolo. Il rapporto ricorda che lo stesso Segretario di Stato Usa, John Kerry, intervenendo alla Conferenza delle parti Unfccc a Lima ha detto che il mondo è «su una strada che porta alla tragedia». Ma gli scienziati aggiungono che «non è un confortante che Kerry abbia semplicemente riecheggiato gli avvertimenti dell’ Earth Summit del 1992. In più di due decenni da allora, la società umana ha mostrato in modo allarmante il poco impegno per la riduzione delle emissioni di gas serra. Mentre gli sforzi per la transizione a fonti di energia low-emission hanno prodotto alcuni risultati incoraggianti, l’effetto netto, se confrontato con i requisiti scientifici per affrontare la sfida del clima, è stato di gran lunga troppo piccolo. Le emissioni sono aumentate molto più rapidamente nel periodo 2000-2010 rispetto a qualunque decennio precedente, mentre gli investimenti versati nelle infrastrutture dei combustibili fossili, ad un tasso di più di 1.000 miliardi dollari all’anno, sono integrati da altre centinaia di miliardi di dollari in sussidi ai combustibili fossili».
Ma, finora, le aspettative di un’azione seria da parte dai leader mondiali sono state disattese e il Bulletin fa le pulci anche al recente accordo climatico Usa-Cina per tagliare, entro il 2025, dal 26 al 28% le emissioni di gas serra rispetto ai livelli del 2005. «Questa proposta è stato lodato come un “passo storico” e un “game changer” – si legge nel rapporto – Pochi osservatori hanno sottolineato che gli Stati Uniti in effetti sono tornati indietro rispetto al target presentato dal presidente Obama cinque anni fa a Copenaghen, quando offrì un taglio del 30% entro il 2025. E la parte cinese dell’accordo è notevole per la sua vaghezza, offrendo un “picco” per le sue emissioni di anidride carbonica entro il 2030, senza dire quale sarebbe il picco».
Il Bullettin e ricorda che «l’Ipcc ha chiarito che una catastrofe climatica non è inevitabile. Il mondo ha a disposizione le opzioni tecnologiche e politiche d a costi del tutto accettabili. Il tempo è breve, ma non si è ancora esaurito. I nostri leader e le nostre istituzioni di cooperazione e di governance globale sono ancora in grado di raccogliere la sfida. Ma devono farlo, e in fretta. Come ha detto il segretario Kerry a Lima, “se saremo in grado di affrontare tempestivamente ed efficacemente i cambiamenti climatici sarà una grande prova di leadership globale, di international order, come lo chiamiamo noi, è la più grande prova che possiamo dare”. E’ una prova della quale i leader mondiali prendere la testa, subito».
Anche se non è pregiudizialmente contro l’energia nucleare, lo Science and Security Board del Bulletin of the Atomic Scientists sa bene che la pericolosissima modernizzazione dell’arsenale nucleare è incestuosamente legato al nucleare civile e parla espressamente di «fallimento della leadership sul nucleare», sottolineando che «L’energia nucleare fornisce poco più del 10% della capacità di generazione di energia elettrica al mondo, senza emettere anidride carbonica. A seconda del tipo di combustibile fossile non utilizzato per l’elettricità (cioè, carbone o gas naturale), le centrali nucleari generano centrali nucleari aiutano il mondo evitare circa 0,5 gigatonnellate di emissioni di carbonio all’anno. Ma la comunità internazionale non ha sviluppato piani coordinati per affrontare le sfide che il nucleare deve affrontare in termini di costi, sicurezza, gestione dei rifiuti radioattivi e il rischio di proliferazione. L’energia nucleare è in crescita sporadicamente nelle regioni che possono permetterselo, a volte in Paesi che non dispongono di sistemi di regolamentazione adeguatamente indipendenti.
Nel frattempo, alcuni Paesi continuano a mostrare interesse per l’acquisizione di tecnologie per l’arricchimento dell’uranio e di ritrattamento de combustibile esausto, tecnologie che possono essere utilizzato per creare materiali fissili per le armi nucleari. Le scorte di combustibile nucleare altamente radioattive speso continuano a crescere (a livello globale, si producono circa 10.000 tonnellate di metalli pesanti ogni anno). Il combustibile esaurito richiede uno smaltimento geologico sicuro su un arco temporale di centinaia di migliaia di anni». Il Bullettin fa l’esempio dell’unico deposito geologico operante per le scorie nucleari, il Waste Isolation Pilot Plant nel sud-est del New Mexico, che il 14 febbraio 2014 ha sperimentato un rilascio accidentale di radioattività in superficie, esponendo i lavoratori alle radiazioni e dimostrando una scarsa cultura della sicurezza all’interno del complesso nucleare, che resterà chiuso almeno fino al 2016. Secondo gli scienziati, «la strategia Usa per la gestione delle scorie dei programmi di difesa, lo smantellamento delle armi nucleari ed il combustibile nucleare esaurito generato dal nucleare commerciale continua a disperdersi. I grandi progetti, tra cui un impianto di vetrificazione dei rifiuti nucleari ad Hanford Site e di un impianto di produzione di mixed-oxide fuel nel Savannah River Site, sono sempre più in ritardo, ed i costi continuano ad aumentare, con il Dipartimento dell’energia Usa che spende più di 5,5 miliardi dollari ogni anno per la gestione ambientale delle scorie nucleari eredità dei programmi di armamenti Usa. A causa di questi problemi, negli Stati Uniti e in altri paesi, l’attrattiva dell’energia nucleare come alternativa ai combustibili fossili continuerà a diminuire, nonostante la chiara necessità di energie carbon-emissions-free nell’era dei cambiamenti climatici».
Oltre al global warming e al nucleare mlitare/civile, le minacce emergenti per l’umanità sono epidemie letali come Ebola e i grandi attacchi informatici. Gli scienziati ribadiscono che «la minaccia è grave, il tempo è poco. Il Bulletin of the Atomic Scientists non sposta le lancette del Doomsday Clock per motivi leggeri o transitori. L’orologio batte ora a soli tre minuti dalla mezzanotte perché i leader internazionali non riescono a fare il loro dovere per garantire e preservare la salute e la vitalità della civiltà umana». Per questo il Bulletin of the Atomic Scientists Science and Security Board, implora i cittadini del mondo perché parlino chiaramente, chiedendo che i loro leader di: Intraprendere azioni che limitino le emissioni di gas serra a livelli sufficienti a mantenere l’aumento della temperatura media globale sotto i 2 gradi Celsius al di sopra dei livelli preindustriali; Ridurre drasticamente le proposte di spesa per i programmi di ammodernamento delle armi nucleari; Dare nuova energia al processo di disarmo, con focus sui risultati; Accordo subito sul problema delle scorie nucleari civili; Creare istituzioni che si occupino specificamente a d esplorare ed affrontare gli abusi potenzialmente catastrofici delle nuove tecnologie.
Nel 2014, con il Doomsday Clock a 5 minuti dalla mezzanotte, lo Science and Security Board conclusero il loro rapporto della situazione della sicurezza mondiale scrivendo: «Possiamo gestire la nostra tecnologia, o diventarne vittime. La scelta è nostra, e il tempo stringe». Nel 2015, con le lancette dell’orologio dell’apocalisse spostate in avanti a 3 minuti alla mezzanotte, il consiglio del Bulletin of the Atomic Scientists «si sente in dovere di aggiungere, con un senso di grande urgenza: la probabilità di catastrofe globale è molto alta, e le azioni necessarie per ridurre i rischi di catastrofe devono essere prese molto presto».