La “Fabbrica del futuro” esempio di economia green col progetto “Scapigliato Alberi”

[6 Maggio 2021]

Oltre 200mila olivi donati al territorio compenseranno totalmente le emissioni di gas serra provenienti dal polo impiantistico di Scapigliato, che con questa ulteriore iniziativa ha già iniziato il suo percorso di “Fabbrica del futuro” vocata e strutturata al recupero di materie ed energia dai rifiuti, oltre a restituire al territorio i benefici derivanti dalla sua attività. Lo smaltimento dei rifiuti vero e proprio sarà, nel prossimo futuro, sempre più residuo e marginale in virtù di tutti i progetti posti in essere da Scapigliato e grazie anche a collaborazioni d’eccellenza nel campo di studi e ricerche nel settore dell’economia circolare e green. L’obiettivo non è affatto lontano, entro i prossimi 4/5 anni la Fabbrica del futuro sarà un’identità certa e definita sul territorio e nel panorama nazionale.

Scapigliato srl, Società in house del Comune di Rosignano Marittimo, ha presentato il progetto “Scapigliato Alberi” nella conferenza stampa internazionale in diretta live dalla sede dell’Associazione Stampa Estera in Italia, coordinata dal suo Presidente Maarten Van Aalderen.

L’evento, cui hanno partecipato il Presidente e AD della Società Alessandro Giari, il Sindaco di Rosignano Marittimo Daniele Donati e il partner tecnico Terre dell’Etruria – rappresentato dal suo Presidente Massimo Carlotti – ha spiegato in dettaglio le peculiarità dell’iniziativa.

«Scapigliato Alberi – spiega il Sindaco Donati – è un progetto che nasce all’interno di un percorso di ampliamento del nostro Polo, che si sta dotando di altri impianti per rendere l’impiego della discarica sempre più residuale e lasciare spazio alla trasformazione dei rifiuti in materie prime seconde ed energia da poter re-introdurre all’interno dei cicli produttivi. Si tratta di un percorso che nasce non solo per adempiere ad una specifica prescrizione autorizzativa da parte della Regione, ma anche per dare risposte agli agricoltori presenti sul territorio».

Puntare su altri alberi come il cerro (che crescendo assorbe 436 Kg/anno di CO2) o il pioppo bianco (219 Kg/anno), avrebbe reso più facile e meno oneroso per la Società il soddisfacimento della prescrizione regionale, ma la scelta è ricaduta sull’olivo (76 Kg/anno) per valorizzare al massimo un territorio a forte vocazione agricola, offrendo occasioni di lavoro e reddito.

«Scapigliato Alberi – conferma Carlotti, alla guida della più importante realtà imprenditoriale del mondo agricolo toscano – rappresenta un’importante occasione di sviluppo per i nostri produttori, perché Scapigliato srl si offre di sostenere l’ingente spesa per l’acquisto di oltre 200mila olivi da mettere a dimora su un territorio molto vasto; olivi che fra tre-quattro anni arriveranno a produzione, rafforzando la presenza di olio extravergine di oliva toscano Igp sui mercati».

Per ottenere questo risultato Scapigliato, con bandi in uscita nel corso di questo mese, donerà circa 245.000 piante produttive che andranno a realizzare 695 ettari di oliveti inerbiti (ogni ettaro di prato sarà in grado di assorbire altre 2 ton/anno di CO2), nei 13 Comuni dell’area della Val di Fine, Bassa Val di Cecina, Collesalvetti, Crespina Lorenzana e Castagneto Carducci. Ma non ci sono solo gli olivi: all’interno del Polo impiantistico e nelle aree confinanti verranno piantati circa 12.000 alberi e 23.000 arbusti, mentre nelle aree urbane o periurbane dei Comuni coinvolti da un apposito Protocollo d’Intesa, troveranno posto altri 3.000 alberi e 36.000 arbusti.

Complessivamente, Scapigliato Alberi prospetta un investimento stimato in 3 milioni di euro per compensare tutte le emissioni di gas serra – ovvero 1.195.000 ton di CO2eq – generate dal Polo impiantistico sin dalla sua nascita nel 1982, come stabilito nell’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) rilasciata nel 2019 dalla Regione Toscana che ha dato il via alla Fabbrica del futuro.

«Potevamo raggiungere quest’obiettivo in molti modi – argomenta il Presidente Giari – ad esempio operando rimboschimenti in aree colpite dagli incendi, ma puntando sugli olivi abbiamo scelto una strada diversa per migliorare le condizioni produttive e morfologiche del territorio. Siamo dei privilegiati a vivere in un’area con delle condizioni meteo-climatiche favorevoli per la produzione di olio extravergine di oliva di straordinaria qualità, un bene collettivo che è giusto valorizzare».

Anche gli altri investimenti programmati per la Fabbrica del futuro – circa 70 milioni di euro – agiscono nella logica di restituire alla collettività i benefici che l’economia circolare è in grado di portare, come ha illustrato il Presidente Giari martedì 4 maggio, nel corso dell’evento dell’agenzia ANSA dal titolo “Acqua, aria, terra: azioni quotidiane per la sostenibilità”, che si è svolto in diretta streaming dall’Agenzia con protagonisti illustri: dal Ministro per le Politiche agricole Stefano Patuanelli, al Presidente Enea Federico Testa.

«In Italia generiamo oltre 170 milioni di tonnellate di rifiuti l’anno, tra speciali (143,5) e urbani (30), e le soluzioni che diamo a questo problema credo siano un indice di civiltà. Purtroppo – argomenta il Presidente Giari – al momento le filiere di gestione non sono sostenibili e noi siamo i primi a vivere le contraddizioni del sistema, perché a Scapigliato gestiamo una discarica: una tipologia d’impianto che ha avuto un ruolo importante, ma che oggi deve essere assolutamente superata». Per cambiare paradigma, la “Fabbrica del futuro” sarà composta da più impianti per la gestione rifiuti come un nuovo TMB (trattamento meccanico-biologico dei rifiuti) e «una ‘fabbrica dei materiali’ dove poter selezionare i rifiuti in ingresso a Scapigliato attraverso processi più evoluti» che permettano di massimizzare il recupero di materia.

«Ad esempio – continua Giari – stiamo portando avanti, con la Scuola superiore Sant’Anna di Pisa e altri soggetti del territorio, ricerca applicata per il disassemblaggio dei rifiuti complessi», come gli ingombranti, tramite la sperimentazione di tecnologie robotiche.

Sugli altri impianti spicca un biodigestore da circa 40 milioni di euro che troverà presto posto a Scapigliato, per recuperare materia ed energia dai rifiuti organici in ingresso: «Da quest’impianto – anticipa Giari – ricaveremo biometano, compost e CO2. Tutti elementi che possono accelerare lo sviluppo agroindustriale nell’area, e che noi metteremo a disposizione a prezzi agevolati con l’idea, fra i progetti di carattere agroindustriale, di favorire l’insediamento di serre idroponiche», sul modello realizzato con grande successo da Sfera agricola a Gavorrano: «Serre con un impatto ambientale estremamente limitato – per produrre 1 kg di pomodori sono sufficienti 2 litri d’acqua, anziché i circa 70 litri che vengono utilizzati nella coltura tradizionale – e tecnologie innovative che possono garantire standard qualitativi eccezionali».

Un esempio di economia circolare a tutto tondo, in grado di ricavare dai rifiuti materie prime ed energia veicolandone la re-immissione sul mercato all’interno di processi produttivi sostenibili, per valorizzare al meglio le risorse disponibili sul territorio.