Accordo Ue-Tunisia (e Italia) su partenariato per la mobilità delle persone
[3 Marzo 2014]
Oggi la Tunisia e l’Unione europea, con una dichiarazione congiunta firmata da Cecilia Malmström, Commissaria europea per gli Affari interni, Tahar Cherif, ambasciatore della Tunisia in Belgio e all’Ue, e dai ministri di Italia, Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Gran Bretagna, Polonia, Portogallo, Spagna e Svezia, hanno sancito un partenariato per la mobilità delle persone.
L’Ue e la Tunisia avevano avviato il dialogo sulla migrazione, la mobilità e la sicurezza nell’ottobre 2011. I negoziati sulla dichiarazione politica del partenariato per la mobilità si sono conclusi il 13 novembre 2013.
Quello con la Tunisia è il secondo partenariato per la mobilità concluso con un Paese della costa africana del Mediterraneo dopo quello firmato con il Marocco nel giugno 2013. Altri accordi simili sono stati fatti con Moldova e il Capo Verde nel 2008, con la Georgia del 2009, con l’Armenia del 2011 e con l’Azerbaigian del 2013. Sono in corso negoziati analoghi anche con la Giordania.
La Commissione europea spiega che «I partenariati per la mobilità costituiscono un quadro flessibile, giuridicamente non vincolante, per una buona gestione della circolazione delle persone tra l’Ue e un Paese terzo e rientrano nell’ambito dell’attuazione dell’approccio globale messo a punto dall’Ue negli ultimi anni».
La Malmström a margine del Consiglio affari interni dell’Ue, ha spiegato che «Con questo accordo abbiamo voluto agevolare la circolazione delle persone tra l’UE e la Tunisia e promuovere una gestione comune e responsabile dei flussi migratori, soprattutto semplificando le procedure per il rilascio del visti. Nel quadro del partenariato l’UE sosterrà inoltre gli sforzi delle autorità tunisine impegnate sul fronte dell’asilo, nella prospettiva di istituire un sistema di protezione dei rifugiati e dei richiedenti asilo, e sempre in questo contesto l’UE e la Tunisia non solo svilupperanno le relazioni reciproche nei settori della migrazione, della mobilità e della sicurezza, ma coopereranno anche per affrontare al meglio le sfide nel Mediterraneo».
Nel 2012 le domande di visto presentate ai consolati degli Stati Schengen in Tunisia sono state 125.594, il 14% in più rispetto al 2010. La Francia è lo Stato membro che ha ricevuto il maggior numero di domande (81 180), seguita dall’Italia e dalla Germania con circa 10.000 domande ciascuna. Secondo Eurostat, a fine 2012 i cittadini tunisini che soggiornavano legalmente nell’Ue erano 343 963, oltre la metà dei quali in Francia (185.010), seguita da Italia (122.438) e Germania (20.421).
Una delle prime conseguenze dell’attuazione del partenariato sarà l’avvio dei negoziati tra Ue e Tunisia per la conclusione di un accordo di facilitazione del visto. Il partenariato punta anche a «Migliorare l’informazione dei cittadini tunisini che hanno le qualifiche richieste in merito alle offerte di lavoro, di studio e formazione disponibili nell’Ue, oltre a facilitare il riconoscimento reciproco delle qualifiche professionali e dei titoli accademici – sottolinea la Commissione Ue – L’Ue e la Tunisia si sono impegnate ad agevolare l’integrazione dei cittadini tunisini in situazione regolare nell’UE e dei migranti in situazione regolare in Tunisia. Per giunta hanno assunto tutta una serie di altri impegni per ottimizzare l’impatto della migrazione sullo sviluppo, soprattutto rafforzando il ruolo delle comunità tunisine all’estero nello sviluppo del Paese».
Per quanto riguarda la migrazione irregolare, un comunicato Ue informa che «Oltre ad avviare i negoziati per un accordo di riammissione dei migranti irregolari, l’Ue e la Tunisia hanno assunto l’impegno di cooperare meglio per combattere la tratta di esseri umani e il traffico di migranti, accrescere la sicurezza dei documenti di identità e di viaggio e migliorare la gestione delle frontiere. Nel quadro del partenariato la Tunisia e l’Ue lavoreranno gomito a gomito anche per sostenere l’istituzione e il potenziamento delle autorità tunisine cui sarà affidato il compito di identificare, fra i migranti presenti in Tunisia, i potenziali beneficiari di protezione internazionale, esaminare le domande di asilo, applicare il principio di “non refoulement! e prospettare soluzioni di protezione durature».