Alluvione in Toscana, al via un Comitato tecnico-scientifico per la gestione del rischio

Monni: gli eventi meteo estremi «non devono trovarci impreparati, alla luce del cambiamento climatico oramai in corso»

[6 Marzo 2024]

La commissione Ambiente del Consiglio regionale della Toscana ha audito ieri l’assessora Monia Monni, per fare il punto sull’alluvione che ha investito il territorio lo scorso 2 novembre, lasciandosi dietro 8 morti e enormi ripercussioni economiche.

I danni stimati ammontano infatti a 2,7 miliardi di euro; di questi 977mila euro concentrati sulle strutture pubbliche, altrettanti sul settore produttivo e 600mila euro sui privati.

Questo a fronte di 18.723 aree allagate, 10.382 imprese colpite per 283 ettari, 29mila alloggi coinvolti. Per affrontar l’emergenza sono state 2.000 le persone al giorno in campo, con 1.300 mezzi coordinati, 12 colonne mobili regionali e 15 nazionali. Un concentrato di strutture e volontari che ha fatto davvero la differenza, e che ha coinvolto in totale 22mila persone e 12mila mezzi.

Ma i territori colpiti faticano ancora a rialzarsi, a quattro mesi dalla catastrofe. Il Governo Meloni ha immediatamente riconosciuto l’emergenza a livello nazionale, ma finora ha veicolato risorse sul territorio per circa 30 mln di euro, che non coprono neanche un terzo degli interventi eseguiti in somma urgenza.

Su questo fronte la Regione ha invece speso 110 mln di euro in qualità di struttura commissariale, oltre a stanziarne altri 37 per i primi ristori a famiglie (25 mln di euro) e imprese (12 mln di euro).

Al contempo, la Regione sta portando avanti ingenti investimenti per la mitigazione del rischio idrogeologico. Su questo fronte vengono investiti 200 mln di euro l’anno – suddivisi equamente tra manutenzioni e nuove opere –, ma quanto fatto finora evidentemente non è sufficiente.

L’evento meteo estremo è sempre più probabile (in Italia +22% solo nell’ultimo anno) e «non deve trovarci impreparati, alla luce del cambiamento climatico oramai in corso», sintetizza Monni.

Per questo l’assessora regionale all’Ambiente ha informato la commissione della costituzione di un Comitato tecnico scientifico, con il compito di individuare come debbano essere modificate le modalità di progettazione delle opere e come si debba operare per la gestione del rischio, un «tema centrale sia dal punto di vista culturale ed educativo che di comportamenti».