Alluvioni: i 15 Paesi con le popolazioni e il PIL più a rischio
Strumenti come l’Aqueduct Global Flood Analyzer potrebbero aiutare a prevedere le catastrofi
[5 Marzo 2015]
Nel settembre 2014 le piogge monsoniche hanno devastato il Kashmir, ed innescato inondazioni che hanno fatto più di 500 vittime in India e Pakistan. Queste alluvioni catastrofiche sono .state solo le piàù drammatiche di una lunga catena che si estende ben oltre l’Asia sud-orientale.
Secondo l’Aqueduct Global Flood Analyzer realizzato dal World Resources Institute (WRI) «Sempre più persone sono colpite dalle inondazioni che da qualsiasi altro tipo di disastro naturale» La piattaforma interattiva sul web dimostra che «In media ogni anno circa 21 milioni di persone in tutto il mondo potrebbero essere colpite da inondazioni fluviali. Un numero che potrebbe aumentare a 54 milioni nel 2030 a causa dei cambiamenti climatici e dello sviluppo socio-economico».
l’Aqueduct Global Flood Analyzer, quantifica e visualizza la realtà del rischio di alluvione globale e il WRI lo ha sviluppato con 4 organizzazioni di ricerca olandesi finanziati dal ministero dell’ambiente r delle infrastrutture di Paesi Bassi. L’analizzatore stima le probabili perdite future del PIL, popolazioni e danni alle infrastrutture urbane provocati dagli alluvioni per ogni Stato e grande bacino fluviale.
Hessel Winsemius, di Deltares e Philip Ward, dell’università VU di Amsterdam,.. spiegano: «Abbiamo classificato 164 Paesi per numero di persone colpite dalle inondazioni fluviali ed abbiamo scoperto che i primi 15 Paesi rappresentano quasi l’80% del totale della popolazione colpita ogni anno. Questi Paesi sono tutti considerati sottosviluppati o in via di sviluppo. Circa 167.000 persone negli Stati Uniti, il paese con il reddito più alto in classifica, sono colpite ogni anno».
Il WRI ha analizzato quali Paesi hanno ogni anno la più alta percentuale del PIL interessata dalle piene fluviali e tutti quelli che occupano i primi 20 posti sono classificati come sottosviluppati o in via di sviluppo. Il Paese che ha il PIL di gran lunga più esposto al rischio alluvioni è l’India, con 14,3 miliardi dollari. Il Bangladesh è secondo con 5,4 milioni di dollari.
I ricercatori del WRI e olandesi hanno anche analizzato le potenziali conseguenze economiche nazionali delle alluvioni fluviali e quali siano i Paesi con la più alta percentuale di PIL interessata. Con questo calcolo Cina e Brasile diventerebbero rispettivamente prima e quinto per PIL lordo colpito, ma «Ii loro redditi nazionali sono così grandi che restano fuori da un elenco di Paesi ordinati per percentuale del PIL esposto al rischio».
Winsemius e Ward sottolineano: «La nostra analisi mostra una chiara tendenza in tutto il mondo. Nei Paesi a basso e medio reddito, lo sviluppo socio-economico si prevede che si concentri più persone, edifici, infrastrutture ed altre attività in regioni vulnerabili. Così, si prevede che il mondo in via di sviluppo abbia più PIL esposto ai rischi delle inondazione nel 2030, trainata in gran parte dal cambiamento socio-economico.
India, per esempio, si trova di fronte più variazione potenziale del PIL esposto di qualsiasi altro paese. Usando uno scenario middle-of-the road, l’analizzatore stima che l’India attuali $ 14 miliardi nel PIL esposti ogni anno potrebbe aumentare più di 10 volte per 154 miliardi dollari nel 2030. Circa il 60 per cento di questo aumento potrebbe essere causato da uno sviluppo socio-economico».
Tra i Paesi sviluppati, nel 2030 dovrebbero essere Australia, Croazia, Finlandia, Portogallo e Israele a correre maggiori rischi economici per le inondazioni, a causa soprattutto dei cambiamenti socio-economici. Al contrario, paesi come Olanda, Slovenia, Belgio, Irlanda e Svizzera, vedranno probabilmente crescere i rischi per il loro PIL a causa principalmente dal cambiamento climatico.
Ma in tutto il mondo il cambiamento climatico è il maggiore fattore di cambiamento per l’esposizione della popolazione alle alluvioni fluviali, la cui frequenza e intensità è destinata ad aumentare in molte aree, estendendo le zone soggette a inondazioni
«Il cambiamento climatico mette a rischio allo stesso modo le popolazioni nel mondo sviluppato e in via di sviluppo: non c’è alcun motivo di distinzione chiara – dicono al WRI – In Irlanda, ad esempio, attualmente 2.000 persone affrontano rischi di alluvione. Entro il 2030, 48.500 più persone potrebbero affrontare rischi di alluvioni fluviali e l’87% di tale differenza dovrebbe essere causato dai cambiamenti climatici. Oggi, nel mondo in via di sviluppo, 715.000 persone sono a rischio in Pakistan. Entro il 2030, le inondazioni dei fiumi potrebbero influenzare 2 milioni di persone in più, con il cambiamento climatico che causerà il 70% di tale aumento».
Winsemius e Ward sono convinti che «I rischi possono avere un’escalation, ma i decision makers del settore pubblico e privato possono fare di più per evitare i danni catastrofici prima che accadano». L’Aqueduct Global Flood Analyzer permette una condivisione di dati facilmente accessibili che permette di sensibilizzare i decisori sui rischi di alluvioni fluviali attuali e future, così, armati delle informazioni giuste, i decision makers possono dare priorità alla riduzione del rischio ed a progetti di adattamento climatico, attuando le opzioni meno costose e più vantaggiose.
«Ci vorranno decenni e molti miliardi di dollari per proteggere le decine di milioni di persone a rischio inondazioni fluviali e tempeste costiere – concludono Winsemius e Ward . Ma partendo fin d’ora e seguendo la direzione di strumenti come L’Aqueduct Global Flood Analyzer, aiuterà i decision makers delle organizzazioni internazionali di soccorso, le compagnie di riassicurazione, le multinazionali e molti altri a costruire sistemi di protezione avanzati per proteggere le persone e le infrastrutture».