La California del nord rischia la siccità
Anche le canne distruggono l’ambiente: per coltivare la Marjuana ci vuole troppa acqua
[22 Aprile 2014]
L’inchiesta di Glenda Anderson su The Press Democrat (Marijuana’s thirst depleting North Coast watersheds) rivela il lato nascosto di un’industria ormai semi-legale negli Usa dopo che diversi Stati hanno aperto le porte alla marjuana terapeutica e sempre più sono tentati dalla completa legalizzazione.
Il problema è che fiumi e torrenti della California del nord sono sempre più a corto d’acqua che viene risucchiata dalle piantagioni clandestine di marjuana in vaso. Scott Bauer uno scienziato del Fish and Wildlife della California specializzato nel recupero delle popolazioni di salmoni spiega che la marijuana assorbe ogni goccia d’acqua e lo studio che sta completando dimostrerebbe l’impatto ambientale di questa industria non regolamentata che è già stata accusata di inquinare i corsi d’acqua con i pesticidi e di distruggere le foreste per far posto alle piantagioni. Secondo Bauer «Un forte aumento dell’utilizzo intensivo di acqua nella coltivazione in vaso, aggravato dalle condizioni di siccità, si aggiunge al degrado dell’habitat e minaccia di annullare decenni di costosi interventi di ripristino del pesce» ed anche Patrick Foy, portavoce del Department of Fish and Wildlife della California sottolinea che «La distruzione degli habitat è davvero abbastanza sconcertante». Nel 2013 sono rimasti completamente a secco 24 affluenti della Costa nord della California che servono ai salmoni per risalire fino alle zone di riproduzione e per Bauer non ci sarebbe stata abbastanza acqua anche senza la siccità.
Solo le piantagioni illegali di marjuana sequestrate negli ultimi anni – tra i 2 e 4 milioni di piante all’anno – utilizzavano 1,8 miliardi di galloni di acqua, cioè il carico dio circa 600.000 camion cisterna, una quantità d’acqua che sarebbe bastata a rifornire i piccoli specchi d’acqua dove prosperano gli avannotti di salmone e trota iridea che per decenni sono stati ripristinati con i soldi dei contribuenti. Bauer è sconsolato: «E’ davvero un problema importante per i pesci. Abbiamo investito un sacco di soldi in queste azioni per il salmone e la trota iridea».
La costa Nord della California sembra al centro di una crescente crisi ambientale: le sue remote foreste ed i suoi corsi d’acqua che sembravano inesauribili hanno attirato i coltivatori illegali di marjuana che si sono concentrati nel territorio di tre contee: Mendocino, Humboldt e Trinity, ormai note come “Emerald Triangle”, che si sono arricchite con la marjuana. Ma ora gli ambientalisti ne hanno abbastanza e Scott Greacen, direttore esecutivo di Friends of the Eel River, dice: «Penso che sia molto importante che questa industria, che ha portato tanta ricchezza alle nostre comunità ed alla regione, si assuma la responsabilità del suo impatto».
Lo studio di Bauer ha esaminato tre bacini dell’Humboldt County e uno a Mendocino County, tutti noti per la coltivazione di marijuana: due vicino a Redway, uno vicino Orick e uno che comprende il fiume Willits. Il bacino di Redwood Creek spartiacque vicino ad Orick sfocia in mare, gli altri tre bacini alimentano l’Eel River. Utilizzando immagini satellitari, i ricercatori hanno determinato che in media in ognuno di questi bacini nel 2012 venivano coltivate 30.000 piante di marjuana, con un incremento rispetto al 2009 che va dal 70 Al 100% e gli orti illegali variavano da quelli con una decina di piante a centinaia. Ogni pianta consuma 6 galloni di acqua al giorno, quindi si parla di 180.000 galloni di acqua a bacino, complessivamente quanto contengono oltre 160 piscine olimpioniche per tutto il ciclo medio di 150 giorni della crescita della marjuana. Per Bauer si tratta di dati scioccanti.
I sostenitori della marijuana dicono che la stima di 6 galloni a pianta è esagerata, ma Tim Blake, fondatore della North Coast’s Emerald Cup cannabis competition, ha spiegato a Press Democrat che una pianta di marjuana matura consuma anche 15 galloni di acqua al giorno. Le piante della contea di Mendocino, dove l’estate fa più caldo, consumano più acqua, mentre quelle delle contee più fresche ne richiedono di meno. Secondo Blake i 25 impianti di coltivazione legali per la marjuana terapeutica di Medoncino consumano da soli tra 60.000 e 75.000 galloni di acqua. Ma lo sceriffo Tom Allman è convinto che nella sola contea di Medoncino ci siano ogni anno più di 1 milione di piante di marijuana coltivate illegalmente. Fino ad ora le preoccupazioni si concentravano sulla violazione di leggi destinate a proteggere le risorse naturali, comprese le foreste, il suolo ed i corsi d’acqua, ma il nuovo studio sulla coltivazione della marjuana in vaso è destinato ad infiammare un dibattito che dura da anni nella costa nord della California tra i sostenitori e gli avversari delle piantagioni di marijuana che, secondo le diverse stime, valgono dai 10 a 120 miliardi di dollari e che incrementano un fiorente mercato illegale ed ora riforniscono anche l’uso ricreativo della marjuana ammesso negli stati di Washington e Colorado. Un boom produttivo che è oggi considerato da molti ambientalisti e scienziati come la più grande minaccia alle foreste ed corsi d’acqua danneggiati da decenni di utilizzo scriteriato. Nessuno chiede la chiusura delle piantagioni legali, ma una loro regolamentazione ed un utilizzo sostenibile delle risorse idriche, magari creando riserve idriche locali durante la stagione delle piogge, ma se i coltivatori legali sono d’accordo, questo metterebbe fuorigioco gli illegali. Secondo Dale Gieringer, coordinatore per la California della National Organization for the Reform of Marijuana Laws, un gruppo antiproibizionista, «I produttori si stanno prendendo gran parte della colpa per il problema dell’acqua dello Stato. Non penso che la marijuana sia responsabile della maggior parte dei problemi idrici della California», Ma, ha ammesso che se i dati sulle piante di marijuana citati nello studio fossero corretti «Questo potrebbe avere un impatto su quei bacini».
I funzionari della fauna selvatica sono pronti a dire che molti coltivatori di marijuana locali stanno seguendo le regole. Gli agenti del Fish and Wildlife California nel 2013 hanno controllato 264 coltivazioni di marijuana, distruggendo 129 dighe illegali destinate ad alimentare coltivazioni abusive e bel 70 erano nelle contee di Lake e Mendocino, ma è una lotta impari perché i coltivatori illegali sono molti di più degli agenti. Gli ultimi casi ai quali sta lavorando il Fish and Wildlife California sono tre dighe non autorizzate su un affluente del fiume Navarro a Comptche, ad ovest di Ukiah, ed una piantagione illegale a Willits realizzata abbattendo una foresta con le ruspe.
Nel parlamento della California sono depositate proposte di legge che contengono misure più incisive per la tutela ambientale in risposta al problema marjuana, in attesa di una normativa statale che consentirebbe di aumentare i finanziamenti per le indagini sull’acqua e la fauna selvatica danneggiate dalla coltivazione illegale.
Lo sceriffo Allman sta usando la linea dura con i ladri d’acqua e il Dipartimento di Fish and Wildlife ha messo insieme un “team marijuana” che oltre alla repressione dei reati aiuti anche i coltivatori legali ad utilizzare meglio l’acqua. Ma esperti, agenti e ambientalisti restano preoccupati per il boom della marijuana nella regione e dicono che senza maggiori controlli si rovinerà il territorio di tutti. «E’ una tragedia per i beni comuni», conclude Bauer.