Ci ha lasciato Claudio Abbado e anche il lago di Puccini piange di rabbia
[21 Gennaio 2014]
A 80 anni il maestro Claudio Abbado ha fatto l’ultimo inchino alla sua platea, rivoluzionario direttore d’orchestra e senatore a vita, con le sue note è stato un ambasciatore delle bellezza italiana nel mondo anche quando il cuore della sua musica ha battuto (e lo ha fatto per molto tempo) solo all’estero.
Per questo le lacrime che oggi in Italia lo salutano non sono solo d’addio, ma anche di rabbia. Ci ricordano quanto siano belli i nostri tesori, cultura (e dunque musica) e territorio per primi, e quanto siamo incapaci a valorizzarli, a proteggerli. Il pianto più forte sembra quasi averlo lanciato l’Italia stessa, più che gli italiani, e nelle sue lacrime siamo di nuovo tristemetne affogati. Il maltempo di questi giorni ha colpito duramente ampie fette del Paese, scatenando emergenze e ricordandoci ancora una volta le conseguenze della mancata prevenzione sul territorio.
Quello che ha vissuto Abbado è stato un “esilio” sufficiente a confrontare, ricorda il Corriere della Sera, a cercare di capire quale sia il “male oscuro” che sembra divorare la cultura in Italia: «La cultura rende ricco un Paese, anche economicamente. Non e’ vero che in Germania o in Austria si fa di piu’ per la cultura perche’ sono piu’ ricchi, e’ vero il contrario, sono piu’ ricchi perche’ si fa di piu’ per la cultura. Ricordo un esempio viennese al tempo del cancelliere Kreisky: si doveva decidere se costruire un pezzo di autostrada oppure se potenziare la nuova stagione operistica e teatrale. Scelsero Opera e Teatro, in Italia sarebbe avvenuto il contrario. Siamo un Paese ricchissimo, e invece di valorizzare le nostre potenzialita’ ci perdiamo in beghe provinciali, in contrapposizioni assurde tra Nord e Sud».
E il dramma italiano è che all’esilio della cultura si aggiunge e si intreccia quello dell’ambiente, l’altro nostro grande tesoro. La sintesi perfetta l’ha offerta suo malgrado la Toscana, che pure tra tutte le regioni rimane una delle più attente alle esigenze del territorio. «Mentre nelle altre zone della Toscana la situazione sta tornando alla normalità – avverte Urbat, l’Unione regionale per le bonifiche, l’irrigazione e l’ambiente della Toscana – è critica la situazione sul Lago di Massaciuccoli». È il lago di Puccini, il suo rifugio, monumento naturale alla musica toscana e nazionale, e all’italianità nel mondo. L’Urbat e non solo sta lavorando per gestire la situazione, ma «dopo le piogge di venerdì, sabato e domenica, il lago continua a ricevere enormi quantità d’acqua rilasciata sia dalle colline che dai terreni attorno senza riuscire a smaltirla». Le lacrime sono ancora troppe per tenerle racchiuse in uno specchio d’acqua.
L. A.