Siglata un'importante collaborazione per l'area di Yuyao

Cina, della depurazione e dell’energia da rifiuti se ne occuperanno gli italiani

[16 Giugno 2014]

Durante la recente visita in Cina del premier italiano Matteo Renzi, Pietro Colucci, presidente ed amministratore delegato  di Kinexia, una holding di partecipazioni finanziarie, con controllate attive nei settori delle energie rinnovabili e dell’ambiente, ed  Haoming Liu, executive Partner del Sustained Technolgy Innovation Fund del  China Energy Conservation And Environmental Protection Group (Cecep), hanno sottoscritto un memorandum d’intesa da 22,2 milioni di euro circa per lo sviluppo congiunto del progetto integrato “Waste to Water Technology”, riguardante il trattamento di acque e reflui industriali nell’area cinese di Yuyao.  Kinexia e Cecep assicurano che «successivamente a questa realizzazione, è intenzione delle Parti di continuare la partnership attraverso lo sviluppo di progetti nel Waste Recovery e nelle Smart Technologies».

Il Cacep è attivo in diversi campi di  business nella Cina orientale, comprese energie rinnovabili ed efficienza energetica, e gestisce fondi pubblici per sostenere e finanziare lo sviluppo di tecnologie sostenibili nelle energie rinnovabili e dell’ambiente. Il Cacep controlla circa 170 società e ha 30.000 dipendenti con attivo per circa 16 miliardi di dollari e ricavi per 8 miliardi di dollari. L’obiettivo di Cacep è quello di tagliare ogni anno 12 milioni di tonnellate di emissioni di CO2.

Alla firma dell’intesa erano presenti  il ministro dello sviluppo economico Federica Guidi, e il ministro del Commercio cinese Gao Hucheng che hanno anche assistito alla firma di un altro accordo tra Colucci ha inoltre ed il Presidente di  Zhejiang Media, Wei Ceiliang,  di un accordo in joint venture da 18,5 milioni di euro circa «Per realizzare e gestire impianti di produzione di energia derivanti da sistemi di recupero energetico da fanghi industriali provenienti dal distretto tessile del sud della Repubblica Popolare Cinese».

In una nota Kinexia spiega che «Tali progetti riguarderanno soluzioni tecnologiche e gestionali per il trattamento delle acque inquinate, sistemi ad isola di smart grid e di recupero e trasformazione dei rifiuti in energia. Nell’ambito della collaborazione, Kinexia agirà da partner di riferimento per le competenze tecnologiche e gestionali, mentre Cecep, supportando finanziariamente gli interventi, impiegherà le soluzioni progettate in una serie di interventi in Cina, a partire dall’area di Yuyao. I gruppi di lavoro delle due società si ritroveranno a dettagliare il primo progetto di intervento già a partire dal prossimo mese di luglio, in modo da rendere efficace la joint venture industriale entro la fine del 2014».

I due progetti, che insieme valgono oltre 55 milioni di dollari, hanno l’obiettivo di attuare in Cina «Le migliori expertise di Kinexia nel trattamento delle acque al servizio di un importante complesso industriale, e la trasformazione in energia dei fanghi di depurazione provenienti da un distinto distretto tessile cinese». Un approccio integrato che sembra piacere molto ai cinesi e che ha ottenuto il sostegno di Invitalia e l’interesse della Banca Rothschild che potrebbe portare a replicare progetti simili in almeno una decina di altre realtà  industriali cinesi.

Dopo la firma, Colucci ha commentato: «E’ una soddisfazione ed un onore essere stati scelti da Cecep come referenti per un knowledge transfer tecnico e gestionale nel settore ambientale e della green economy. Le due società hanno trovato una forte condivisione sia di approccio pratico che di “vision” e la possibilità di collaborare nel miglioramento della sostenibilità e dell’ambiente in Cina rappresenta un’opportunità enorme di sviluppo. Il connubio e l’integrazione tra energia ed ambiente, che detta le basi della sostenibilità della nuova economia mondiale, è un argomento su cui Kinexia ha fondato la propria mission e che Cecep declina in modo straordinario per il miglioramento e la crescita della Cina. Va dato merito alle nostre Autorità, al ministero dello Sviluppo Economico e ad Invitalia, oltre che alla presidenza del Consiglio dei Ministri, che hanno patrocinato e supportato anche questo accordo nell’ambito della loro più vasta missione nel Far East, dimostrando quali siano ancora le potenzialità di crescita del “Sistema Italia” e della sua parte industriale».