L’analisi della Coldiretti regionale

Clima, in Toscana già 16 eventi meteo estremi da inizio autunno

Eppure cresce ancora il consumo di suolo: «Oltre 141 ettari di nuove aree artificiali ed impermeabili realizzate nel 2022»

[30 Ottobre 2023]

Dopo quattro mesi e mezzo di caldissima estate, in Toscana sono già 16 gli eventi meteo estremi che si sono susseguiti dall’inizio dell’autunno, secondo i dati dell’European severe weather database messi in fila dalla Coldiretti regionale.

«La nuova ondata di maltempo ha fatto scattare l’allerta arancione in gran parte del territorio regionale – evidenziano dalla principale associazione di rappresentanza degli agricoltori – dove le piogge sono incessanti con punte che hanno superato in Lunigiana i 150 mm in 24 ore provocando diverse frane, alberi caduti e problemi alla viabilità. La sempre più ricorrenza dei fenomeni estremi e l’eccessivo consumo di suolo unito all’abbandono delle aree rurali montane pongono la Toscana in una posizione di estrema fragilità con il 100% dei comuni che si trovano in aree a pericolosità frana ed idraulica elevata».

Si tratta di una dinamica legata a doppio filo alla crisi climatica in corso, che sta portando a un aumento nella frequenza e nell’intensità degli eventi meteo estremi, oltre all’innalzamento della temperatura atmosferica. Un problema globale cui si unisce, sul territorio locale, il crescente consumo e di suolo, che ha portato a «oltre 141 ettari di nuove aree artificiali ed impermeabili realizzate nel 2022, secondo l’ultimo rapporto Ispra».

Dal report emerge la presenza di 930mila cittadini che vivono in aree a rischio idraulico elevato, mentre quasi 1,5 mln sono soggetti al rischio frane; il primato tra le province toscane più a rischio è Grosseto che ha la maggior estensione di territorio a rischio idraulico con 684 chilometri quadrati di superficie e 881 a rischio frane P2 e P3. Livorno ha invece il primato per la percentuale più alta di territorio a rischio idraulico: il 44%.

Per Coldiretti Toscana occorre dunque «accelerare sull’approvazione della legge sul consumo di suolo, che giace da anni in Parlamento e che potrebbe dotare l’Italia di uno strumento all’avanguardia per la protezione del suo territorio». Ma servono anche investimenti grazie al Pnrr per la manutenzione, risparmio, recupero e regimazione delle acque, un impegno per la diffusione di sistemi di irrigazione a basso consumo.