Dai primi dieci anni dell’Autorità idrica toscana ai 180 mln di euro del Pnrr

Monni: «Ait non solo coordinerà l'investimento di questi 180milioni ma ha avuto anche un ruolo fondamentale per poter accedere a queste risorse»

[15 Dicembre 2022]

L’Autorità idrica toscana (Ait), ovvero l’Ente d’ambito regionale che regola e sovrintende il servizio idrico integrato, celebra oggi in Regione i primi dieci anni di vita: l’occasione per festeggiare ma anche per tracciare un bilancio di quanto fatto finora.

«La tutela e la corretta gestione del sistema idrico è parte centrale nel quadro della transizione ecologica – spiega il governatore Eugenio Giani – La Toscana è sempre stata al passo coi tempi su questo tema e l’istituzione di Ait ha rappresentato a giusta ragione un modello nazionale di efficienza e oggi sono 10 anni di opere infrastrutturali vitali per tutti noi. L’auspicio è di fare, anche grazie ai fondi del Pnrr, molto di più».

Si parla di nuove risorse pari a 180 milioni di euro, come evidenziato dall’assessora regionale all’Ambiente, Monia Monni. Risorse che saranno molto utili, ad esempio, per porre un freno alle perdite idriche: la situazione toscana è migliore rispetto a quella nazionale (dove le perdite di rete nel 2021 sono pari al 40,7%, secondo l’ultima relazione Ait) ma vede comunque performance disomogenee sui territori.

Guardando alla quantità di risorsa idrica che, pur essendo prelevata dall’ambiente, non raggiunge gli utenti, questi sono i dati relativi ai vari gestori del servizio: Nuove acque 23,07%, Geal 25,82%, Acque 36,7%, Asa 38,28%, Adf 39,04%, Publiacqua 40,45%, Gaia 52,9% (anche se quest’ultimo dato, particolarmente elevato, è legato soprattutto a sfiori ai serbatoi di accumulo alimentati prevalentemente da sorgenti). Per ridurre queste percentuali servono investimenti ingenti, che ad oggi in Toscana sono in linea o superiori rispetto al dato nazionale (talvolta il doppio, come nei casi di Geal e Acque).

In questo contesto, il ruolo dell’Ait risulta determinante. Tutto nasce dal primato della Toscana nello stare al passo coi tempi della riforma dei servizi idrici introdotta dalla legge Galli del 1994 e ad istituire fra le prime in Italia i primi 6 Ato (ambiti territoriali ottimali). Il passo successivo è stato quello dell’accorpamento, quello di creare un’autorità unica per tutto il territorio regionale: è così che nel 2011è nata l’Ait, l’Authority regionale,  uno dei primi  modelli di Ato unico.

«La legge 69 con cui fu istituita l’Autorità idrica toscana – continua Monni – ha rappresentato un modello a livello nazionale  che ci è stato riconosciuto dal ministero e che è servito anche ad altre regioni che poi ne hanno preso spunto in maniera anche evidente. L’Ato unico toscano rispetto al modello precedente suddiviso in sei autorità di ambito, ha rappresentato davvero un miglioramento  netto».

E per fare una sorta di bilancio visivo delle maggiori opere costruite in Toscana, Ait organizza e promuove un’esposizione fotografica artistica, in collaborazione con una delle prime tre scuole di fotografia italiane, la Fondazione Studio Marangoni.

Alcuni allievi della scuola lavoreranno nei loro corsi base anche sul tema dell’acqua, ma saranno tre fotografi professionisti italiani che metteranno in mostra, ognuno secondo le proprie peculiarità creative, le immagini degli impianti più funzionali e importanti della nostra regione, in ciascun territorio. Per celebrare il decennale è previsto anche un convegno  e  e un bando che finanzierà Ait con risorse proprie destinato ai Comuni per il restauro di opere idriche pubbliche. «Un modo per lasciare traccia sui territori del ruolo di Ait», commenta il direttore generale Alessandro Mazzei.