Diga di Kakhovka: i canali che alimentava si stanno prosciugando. Problemi per l’agricoltura ed emergono le mine anti-uomo
Uno dei bacini idrici più grandi d'Europa si sta prosciugando dopo la distruzione della diga di Kakhovka nell'Ucraina meridionale
[22 Giugno 2023]
La diga di Kakhovka è stata distrutta il 6 giugno, provocando inondazioni diffuse che hanno colpito insediamenti e terreni agricoli in tutta la regione, sia sulla sponda uvcraina che su quella annessa alla Russia e, mentre l’Onu continua a portare aiuti salvavita ai sopravvissuti alle inondazioni della diga di Kakhovka e avverte che «Altre centinaia di migliaia di persone nel sud dell’Ucraina se affrontano gravi carenze idriche», le immagini satellitari analizzate da BBC Verify, mostrano che «Quattro reti di canali si sono disconnesse dal bacino idrico», uno dei più grandi d’Europa.
Gli esperti dicono che la perdita di acqua dai canali avrebbe gravi conseguenze per la produzione alimentare nella regione.
Da quando la diga è crollata, le immagini satellitari mostrano che i livelli dell’acqua sia nel bacino che nei canali che alimenta hanno continuato a scendere e il 16 giugno l’Onu avvertiva che il bacino idrico era ormai vuoto al 70% e che la sua larghezza era passata da 3 km a 1, mentre il livello dell’acqua era sceso a circa 7 metri, ben al di sotto della soglia operativa di 12 metri.
Saviano Abreu, responsabile della comunicazione dell’Ufficio di coordinamento degli aiuti delle Nazioni Unit (OCHA) ha detto: «Il nostro calcolo è che 200.000 persone nella regione di Dnipro, ad esempio, sono già state tagliate fuori dall’acqua delle loro case. Ma questo potrebbe colpire più di 700.000 persone perché l’invaso è l’unica fonte per l’intera parte dell’Ucraina meridionale, non solo per la regione di Kherson. Grandi aree urbane nella regione del Dnipro, tra cui Pokrovska, Nikopolska e Marhanetska, sono completamente tagliate fuori dall’acqua centralizzata e altre come Apostolivska e Zelenodolska hanno un accesso estremamente limitato».
Ma i canali che non vengono più riforniti dall’acqua della diga servivano a irrigare vaste aree di terreni agricoli e la diga fungeva da difesa dalle inondazioni nelle aree valle.
BBC Verify ha monitorato i quattro ingressi di canali utilizzando immagini satellitari e rivela che «Entro il 15 giugno, si erano tutti disconnessi perché il livello dell’invaso continuava a scendere». Ulteriori immagini rivelano che il bacino idrico, che conteneva 18 chilometri cubi di acqua, si è notevolmente prosciugato: «Le parti più basse del bacino sono state esposte per prime, rivelando parte della forma originale del fiume Dnipro prima della costruzione della diga nel 1956 – spiegano a BBC Verify – Le immagini mostrano che i canali contengono ancora acqua più lontano dal bacino. Non è chiaro quanto tempo ci vorrà perché si esauriscano».
Prima della guerra, circa 5.840 km2 di terreni coltivati su entrambe le sponde del fiume Dnipro potevano potenzialmente essere serviti dai canali, con più della metà dell’area che dipendeva dai sistemi di irrigazione. Secondo il governo ucraino, queste aree nel 2021 producevano circa 2 milioni di tonnellate di cereali e semi oleosi.
Secondo Inbal Becker-Reshef, direttore del programma della NASA. Harvest, un consorzio di ricerca sulla sicurezza alimentare globale, «Molte aree a valle del bacino sono state inizialmente allagate dopo la distruzione della diga, ma il problema a lungo termine per la produzione alimentare sarà la perdita di approvvigionamento idrico a causa del prosciugamento dei vasti sistemi di canali che irrigano principalmente le colture estive… come mais, semi di soia, un po’ di girasole. Ma irrigano anche un po’ di grano, che è un raccolto invernale, e poi un sacco di frutta e verdura come i meloni».
Mentre alcune colture possono essere alimentate solo dalla pioggia, un sistema di canali asciutti può rendere i terreni agricoli vulnerabili alla siccità. Questo ha anche conseguenze per l’acqua potabile.
Becker-Reshef avverte che «I canali possono iniziare a riempirsi di limo se lasciati asciutti, riducendo la loro efficacia e più a lungo vengono lasciati in questa condizione, peggio diventeranno».
Subito dopo la distruzione della diga, il coordinatore dei soccorsi di emergenza per le Nazioni Unite, Martin Griffiths, aveva subito dichiarato che ci sarebbe stato «Un enorme impatto sulla sicurezza alimentare globale. L’area è un granaio non solo per l’Ucraina ma anche per il mondo».
La ricostruzione della diga sembra essere una delle uniche soluzioni a lungo termine per ripristinare la sicurezza idrica nell’area.
Mykola Solskyi, ministro ucraino delle politiche agrarie e dell’alimentazione, ha evidenziato che «”Ora che il livello dell’acqua è sceso, l’acqua semplicemente non raggiunge i sistemi [dei canali]. Per fala risalire dobbiamo ricostruire la diga». Ma gli esperti fanno notare che «L’area è maggiormente a rischio sia di siccità che di inondazioni, perché la diga ha contribuito a regolare alti e bassi estremi nei livelli dell’acqua». Jaap Flikweert, consulente per la gestione delle inondazioni e della costa della società di consulenza ingegneristica Royal HaskoningDHV, spiega che «Ora c’è un intero bacino a valle del fiume che non è controllato. Nei periodi più umidi, semplicemente arriveranno le ondate alluvionali. A meno che la diga non venga riparata o non vengano messe in atto ampie difese contro le inondazioni, alcune aree potrebbero rivelarsi inadatte per l’insediamento umano perché si trovano così vicino al livello del fiume. Mi aspetto che quelle decine di migliaia di persone che sono state evacuate dovranno stare lontane per un po’ finché queste soluzioni non saranno in atto. In questa situazione, sarà difficile vedere persone che tornano in quelle comunità».
Anche perché la ritirata delle acque alluvionali ha sparso ovunque mine antiuomo che sono state sparse in lungo e in largo e Abreu conferma: «Penso che questa zona sia una delle parti più contaminate dalle mine del mondo. E’ il motivo per cui, ad esempio, l’agricoltura a Kherson, a Mykolaiv, Zaporizhzhia è stata colpita a causa della contaminazione delle mine, l’acqua alluvionale sta spostando le miniere, questa è una realtà».
Abigail Hartley, a capo della sezione politica, advocacy e relazioni con i donatori dell’United Nations Mine Action Service (UNMAS) ha concluso: «Quando l’acqua si abbassa, le mine sono lì. La cosa buona è che le mine galleggiano, quindi rimangono in superficie. Ma, naturalmente, ci sono molti altri detriti portati dall’’alluvione e possono rimanere sepolte nei sedimenti. Quindi è un problema».