Donne e ragazze sopportano il peso maggiore della crisi idrica e igienico-sanitaria

Rapporto Unicef Oms: donne e ragazze responsabili dell'approvvigionamento idrico in 7 famiglie su 10 senza acqua in casa

[7 Luglio 2023]

Secondo il rapporto “Progress on household drinking water, sanitation and hygiene (WASH) 2000-2022: Special focus on gender”, pubblicato dal Joint Monitoring Programme (JMP) for Water Supply, Sanitation and Hygiene di Unicef e Organizzazione mondiale della sanità (Oms), «A livello globale, è più probabile che le donne siano responsabili dell’approvvigionamento idrico per le famiglie, mentre le ragazze hanno quasi il doppio delle probabilità rispetto ai ragazzi di assumersi la responsabilità e dedicano più tempo a farlo ogni giorno».

Il rapporto JMP  è la prima analisi approfondita delle disuguaglianze di genere in materia di  water, sanitation, and hygiene (WASH) e rileva inoltre che «Le donne e le ragazze hanno maggiori probabilità di sentirsi insicure nell’usare un bagno fuori casa e risentono in modo sproporzionato dell’impatto della mancanza di igiene».

Cecilia Sharp, direttrice Unicf per WASH e CEED, spiega che «Ogni passo che una ragazza compie per raccogliere l’acqua è un passo che la allontana dall’apprendimento, dal gioco e dalla sicurezza. L’acqua non sicura, la mancanza di servizi igienici e del lavaggio delle mani a casa privano le ragazze del loro potenziale, compromettono il loro benessere e perpetuano cicli di povertà. Rispondere alle esigenze delle ragazze nella progettazione e nell’attuazione dei programmi WASH è fondamentale per raggiungere l’accesso universale all’acqua e ai servizi igienico-sanitari e raggiungere l’uguaglianza di genere e l’emancipazione».

Secondo il rapporto, «A livello globale, 1,8 miliardi di persone vivono in famiglie senza approvvigionamento idrico nell’abitazione. Le donne e le ragazze di età pari o superiore a 15 anni sono le principali responsabili della raccolta dell’acqua in 7 famiglie su 10, rispetto alle 3 famiglie su 10 dei loro coetanei maschi. Anche le ragazze sotto i 15 anni (7%) hanno maggiori probabilità rispetto ai ragazzi sotto i 15 anni (4%) di andare a prendere l’acqua. Nella maggior parte dei casi, le donne e le ragazze compiono viaggi più lunghi per raccoglierla, perdendo tempo per l’istruzione, il lavoro e il tempo libero e mettendosi a rischio di lesioni fisiche e pericoli lungo il percorso».

Il rapporto Unicef Oms dimostra anche che «Più di mezzo miliardo di persone condividono ancora i servizi igienico-sanitari con altre famiglie, compromettendo la privacy, la dignità e la sicurezza di donne e ragazze». Recenti sondaggi condotti in 22 Paesi mostrano che «Tra le famiglie con servizi igienici in comune, le donne e le ragazze hanno maggiori probabilità rispetto a uomini e ragazzi di sentirsi insicure  camminando da sole di notte e affrontando molestie sessuali e altri rischi per la sicurezza».

Inoltre, i servizi WASH inadeguati aumentano i rischi per la salute di donne e ragazze e limitano la loro capacità di gestire il ciclo in modo sicuro e in privato: «Tra i 51 Paesi con dati disponibili, le donne e le ragazze adolescenti nelle famiglie più povere e quelle con disabilità hanno maggiori probabilità di non avere un posto privato dove lavarsi e cambiarsi».

La direttrice del dipartimento ambiente, cambiamento climatico e salute dell’Oms, Maria Neira, ha sottolineato che «Gli ultimi dati dell’Oms mostrano una dura realtà: 1,4 milioni di vite vengono perse ogni anno a causa di acqua, servizi igienici e igiene inadeguati. Le donne e le ragazze non solo affrontano malattie infettive legate al WASH, come la diarrea e le infezioni respiratorie acute, ma affrontano ulteriori rischi per la salute perché sono vulnerabili a molestie, violenza e lesioni quando devono uscire di casa per trasportare l’acqua o semplicemente per usa il gabinetto».

I risultati del rapporto dimostrano che «Anche la mancanza di accesso all’igiene colpisce in modo sproporzionato donne e ragazze. In molti Paesi, le donne e le ragazze sono le principali responsabili delle faccende domestiche e della cura degli altri – compresa la pulizia, la preparazione del cibo e l’assistenza ai malati – che, senza la protezione del lavaggio delle mani, probabilmente le espongono a malattie e altri rischi per la loro salute. Il tempo aggiuntivo dedicato alle faccende domestiche può anche limitare le possibilità delle ragazze di completare la scuola secondaria e trovare un impiego».

Quello che descrive il rapporto è ormai un mondo incomprensibile per le ricche società urbane occidentali: «Oggi, circa 2,2 miliardi di persone – o 1 su 4 – non dispongono ancora di acqua potabile gestita in modo sicuro a casa e 3,4 miliardi di persone – o 2 su 5 – non dispongono di servizi igienici gestiti in modo sicuro. Circa 2 miliardi di persone – o 1 su 4 – non possono lavarsi le mani con acqua e sapone a casa».

Ma il rapporto rileva alcuni progressi verso il raggiungimento dell’accesso universale a WASH: «Tra il 2015 e il 2022, l’accesso delle famiglie all’acqua potabile gestita in sicurezza è aumentato dal 69 al 73%; i servizi igienico-sanitari gestiti in sicurezza sono aumentati dal 49 al 57%; e i servizi igienici di base sono aumentati dal 67 al 75 %».

Però, Unicef e Oms concludono facendo notare che «Raggiungere l’obiettivo dell’Obiettivo di sviluppo sostenibile per l’accesso universale all’acqua potabile gestita in modo sicuro, ai servizi igienico-sanitari e ai servizi igienici di base entro il 2030 richiederà un aumento di 6 volte degli attuali tassi di progresso per l’acqua potabile gestita in modo sicuro, un aumento di 5 volte per i servizi igienico-sanitari e un aumento di 3 volte per i servizi igienici di base. Sono necessari ulteriori sforzi per garantire che i progressi sui WASH contribuiscano all’uguaglianza di genere, comprese considerazioni di genere integrate nei programmi e nelle politiche WASH e la raccolta e analisi di dati disaggregati, per informare interventi mirati che rispondano alle esigenze specifiche di donne e ragazze e di altri gruppi vulnerabili».