È ancora emergenza siccità in Lunigiana, a secco l’invaso della Marana a Bagnone
Ridolfi: «È praticamente vuoto, una pozzanghera di terra e fango. Sono immagini impressionanti che testimoniano la crisi idrica generata dalla siccità che colpisce questa porzione di Toscana»
[4 Agosto 2023]
Neanche le piogge sopra la media arrivate nel mese di giugno hanno scongiurato il prosciugamento dell’invaso della Marana, a Bagnone in Lunigiana, dove la siccità continua a farsi sentire.
«L’invaso della Marana è praticamente vuoto – spiega Ismaele Ridolfi, presidente del Consorzio 1 Toscana nord – una pozzanghera di terra e fango e il rigolo di acqua quasi impercettibile che si vede nelle fotografie è l’apporto del torrente Mangiola. Sono immagini impressionanti che testimoniano la crisi idrica generata dalla siccità che colpisce questa porzione di Toscana».
Scendere sotto la misura minima consentita per erogare l’acqua, significa dover interrompere una parte dell’impianto irriguo, quella di Bagnone – Villafranca che serve la zona B compresa tra le frazioni di Virgoletta e Mocrone Alto.
Data la situazione non è escluso che nei prossimi giorni lo stop possa interessare altri settori della rete; è già il secondo anno consecutivo che l’invaso della Marana tocca i livelli di guardia.
«Lo scorso anno – ricorda Ridolfi – si verificò la stessa situazione con una decina di giorni di anticipo (era il 22 luglio) e già in quell’occasione chiedemmo alla Cabina di regia per l’emergenza idrica di approvare gli interventi di risagomatura dell’invaso e di rimozione dei detriti che nel corso del tempo si sono depositati sul fondo. Aumentare il volume di invaso sarebbe infatti fondamentale per assicurare il superare questi periodi siccitosi e garantire la fornitura di acqua. Chiediamo alla Regione, pertanto, di poter intervenire anche in somma urgenza in questo momento che l’invaso è vuoto».
Il Consorzio anticipa aprirà nuovamente l’invaso non appena le condizioni lo consentiranno, nel frattempo ricorda il forte impegno profuso per gli impianti irrigui della Lunigiana per i quali è riuscito ad ottenere importanti finanziamenti, uno dei quali riguarda proprio l’acquedotto di Bagnone – Villafranca per un importo di 375 mila euro per l’ammodernamento della rete, interventi importanti ma che possono essere vanificati se non viene aumentata la capacità di invaso a monte.
«L’efficientamento della rete idraulica è una delle priorità per aumentare la resilienza dei territori di fronte alla crisi climatica – aggiunge Francesco Vincenzi, presidente dell’associazione nazionale che riunisce i Consorzi di bonifica (Anbi) – Per questo, il nostro Piano nazionale prevede la manutenzione di 90 bacini, la cui capacità è mediamente ridotta del 10%; l’investimento stimato è di quasi 291 milioni di euro, capaci di attivare circa 1450 posti di lavoro».