Giornata mondiale dell’alimentazione: azione globale per l’acqua e per il clima (VIDEO)
L’impatto dei disastri sull’agricoltura: in 30 anni persi 3,8 trilioni di dollari di raccolti e bestiame
[16 Ottobre 2023]
Dal 16 al 20 ottobre, in occasione del World Food Day e del World Food Forum (WFF), nella sede generale della Fao a Roma si incontrano leader mondiali, esperti, agenti del cambiamento e attivisti di organizzazioni giovanili e indigene, per collaborare alla costruzione di un futuro sostenibile.
Per la Fao, la Giornata mondiale dell’alimentazione e il WFF sono «Due iniziative fondamentali nel quadro globale di impegni volti a trasformare i sistemi agroalimentari e a rispondere alle sfide della sicurezza alimentare, della sostenibilità e dell’azione per il clima.
La Giornata mondiale dell’alimentazione, organizzata ogni anno dall’Onu per commemorare l’anniversario della Fao, punta a mobilitare un’azione globale per la trasformazione dei sistemi agroalimentari. Il World Food Day, 2023, che ha per “L’acqua è vita, l’acqua è cibo. Non lasciare indietro nessuno”, punta i riflettori sul dramma di «2,4 miliardi di persone che vivono in Paesi soggetti a stress idrico e di altri 600 milioni di persone costrette a fare affidamento su sistemi alimentari acquatici compromessi dall’inquinamento, dal degrado degli ecosistemi e dagli effetti dei cambiamenti climatici».
Secondo la Fao, l’evento, celebrato in oltre 150 Paesi, «E’ un’occasione per far convergere governi, imprese, organizzazioni della società civile e la popolazione in generale verso iniziative di lotta contro la fame e per aumentare la consapevolezza del profondo impatto che una gestione responsabile delle risorse idriche può avere sui nostri sistemi agroalimentari.
In concomitanza con le celebrazioni della Giornata mondiale dell’alimentazione, dal 16 al 20 ottobre il Forum mondiale dell’alimentazione ospiterà una serie di eventi a Roma: il Forum mondiale della gioventù dell’FMA, il Forum FAO della scienza e dell’innovazione e il Forum d’investimento dedicato all’iniziativa “Mano nella mano” della Fao.
Il Negli ultimi 30 anni, a causa di eventi catastrofici sono andati perduti raccolti e produzione di bestiame per un valore stimato di 3,8 trilioni di dollari, corrispondenti a una perdita media di 123 miliardi di dollari all’anno o al 5% del prodotto interno lordo (PIL) agricolo globale annuo. Lo afferma un nuovo rapporto pubblicato oggi dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO).
Il World Food Day è stato preceduto dalla pubblicazione del rapporto “The impact of disasters on agriculture and food security” nel quale la Fao presenta la prima stima globale dell’impatto dei disastri su colture e bestiame: «Negli ultimi tre decenni, i disastri – definiti come gravi interruzioni del funzionamento di una comunità o società – hanno inflitto le perdite relative più elevate ai Paesi a reddito medio-basso, fino al 15% del loro PIL agricolo totale. I disastri hanno avuto un impatto significativo anche sui Piccoli Stati iInsulari in via di sviluppo (SIDS), causando loro la perdita di quasi il 7% del loro PIL agricolo». Inoltre, la Fao fa notare che «La cifra potrebbe essere più elevata se fossero disponibili dati sistematici sulle perdite nei sottosettori della pesca, dell’acquacoltura e della silvicoltura» e sottolinea «La necessità di migliorare urgentemente i dati e le informazioni sull’impatto dei disastri su tutti i sottosettori dell’agricoltura per creare sistemi di dati che possano fungere da base su cui costruire e informare un’azione efficace».
Nella prefazione del rapporto, il direttore generale della Fao Qu Dongyu < scrive che «L’agricoltura è uno dei settori più esposti e vulnerabili nel contesto del rischio di catastrofi, data la sua profonda dipendenza dalle risorse naturali e dalle condizioni climatiche. I disastri ricorrenti possono potenzialmente erodere i progressi ottenuti in termini di sicurezza alimentare e minare la sostenibilità dei sistemi agroalimentari. Sfruttando le competenze tecniche della Fao, questa pubblicazione illustra le opportunità per affrontare in modo proattivo i rischi nei sistemi agroalimentari, dimostrando al tempo stesso le modalità per integrare la gestione del rischio di catastrofi nelle pratiche e nelle politiche agricole».
Il rapporto avverte che «Le perdite legate ai principali prodotti agricoli mostrano trend in aumento. Pertanto, negli ultimi tre decenni le perdite di cereali sono ammontate in media a 69 milioni di tonnellate all’anno – corrispondenti all’intera produzione cerealicola della Francia nel 2021 – seguite da frutta e verdura e colture di zucchero, ciascuna con perdite medie prossime a 40 milioni di tonnellate. per anno. Per quanto riguarda frutta e verdura, le perdite corrispondono all’intera produzione di frutta e verdura in Giappone e Vietnam nel 2021. Carni, latticini e uova hanno mostrato una perdita media stimata di 16 milioni di tonnellate all’anno, corrispondente all’intera produzione di carne, latticini e uova in Messico e India nel 2021».
Le perdite globali mascherano una variabilità significativa tra regioni, sottoregioni e gruppi di paesi. Secondo il rapporto, «L’Asia ha subito la quota maggiore delle perdite economiche totali. Anche Africa, Europa e le Americhe hanno mostrato un ordine di grandezza simile. Tuttavia, in Asia le perdite rappresentano solo il 4% del valore aggiunto agricolo, mentre in Africa corrispondono a quasi l’8%. La variabilità era ancora più elevata tra le sottoregioni. In termini assoluti, le perdite sono state maggiori nei Paesi ad alto reddito, nei Paesi a reddito medio-basso e nei Paesi a reddito medio-alto, ma i Paesi a basso reddito, e in particolare i SIDS, hanno subito la più alta incidenza di perdite di valore aggiunto agricolo».
Gli eventi catastrofici sono aumentati da 100 all’anno negli anni ’70 a circa 400 all’anno in tutto il mondo negli ultimi 20 anni. E non stanno aumentando solo di frequenza, intensità e complessità, ma il loro impatto peggiorerà, perchèi disastri indotti dal clima amplificano le vulnerabilità sociali ed ecologiche. Il rapporto evidenzia che, «quando i pericoli si manifestano, possono produrre impatti a cascata su più sistemi e settori. I fattori di rischio di catastrofi sottostanti includono il cambiamento climatico, la povertà e la disuguaglianza, la crescita della popolazione, le emergenze sanitarie causate da pandemie, pratiche come l’uso e la gestione insostenibile del territorio, i conflitti armati e il degrado ambientale. L’entità delle perdite e dei danni prodotti da un disastro dipende dalla velocità e dalla scala spaziale con cui un pericolo interagisce con la vulnerabilità e altri fattori di rischio preesistenti, insieme alla quantità di beni o mezzi di sussistenza esposti. In casi estremi, i disastri provocano lo sfollamento e l’emigrazione delle popolazioni rurali. Le massicce inondazioni innescate da piogge monsoniche anomale nella provincia meridionale del Sindh, nel Pakistan, sono un esempio illustrativo di come la combinazione di rischi a insorgenza lenta e improvvisa abbia innescato sfollamenti, incidendo negativamente sui sistemi agroalimentari e aumentando l’insicurezza alimentare».
I piccoli agricoltori che coltivano grazie all’acqua piovana, sono gli attori più vulnerabili nei sistemi agroalimentari e sopportano il peso maggiore degli impatti dei disastri. La Fao dice che «Sostenere l’adozione di buone pratiche di riduzione del rischio di catastrofi a livello aziendale può aiutare i piccoli agricoltori a evitare perdite e migliorare la loro resilienza. Gli investimenti nelle buone pratiche di riduzione del rischio di catastrofi a livello di azienda agricola possono avere risultati in media 2,2 volte migliori rispetto alle pratiche applicate in precedenza. Interventi proattivi e tempestivi in risposta ai rischi previsti sono fondamentali per rafforzare la resilienza prevenendo e riducendo i rischi in agricoltura. Ad esempio, le azioni preventive intraprese in diversi Paesi hanno dimostrato un rapporto costo/vantaggifavorevole per gli investimenti nella prevenzione delle catastrofi e nella resilienza». Il rapporto dimostra che, per ogni dollaro investito in azioni preventive, le famiglie rurali possono guadagnare fino a 7 dollari in benefici ed evitare perdite agricole.
Il rapporto delinea tre priorità d’azione: migliorare i dati e le informazioni sugli impatti dei disastri su tutti i sottosettori dell’agricoltura – colture, bestiame, pesca, acquacoltura e silvicoltura; sviluppare e integrare approcci multisettoriali e multi-rischio di riduzione del rischio di catastrofi nella politica e nella programmazione a tutti i livelli; potenziare gli investimenti nella resilienza che apportano benefici nella riduzione del rischio di catastrofi in agricoltura e nel miglioramento della produzione agricola e dei mezzi di sussistenza.