E in un anno 13,5 miliardi di bottiglie diventano rifiuti da gestire

Gli italiani primi in Europa e secondi al mondo per consumo di acqua in bottiglia

Utilitalia: «È evidente che c’è ancora tanta strada da percorrere per accrescere la ‘reputazione’ dell’acqua del rubinetto», che costa anche 6mila volte di meno

[22 Settembre 2022]

Ogni italiano, in media, beve 208 litri di acqua in bottiglia in un anno: siamo primi in Europa, dove la media è di 106 litri, e secondi al Mondo dopo il Messico (244 litri).

Nonostante la qualità dell’acqua del rubinetto in Italia sia tra le migliori d’Europa, il 62% delle famiglie (dato Censis) preferisce l’acqua in bottiglia, spendendo circa 240 euro l’anno.

Eppure l’acqua del rubinetto costa 6mila volte in meno (Istat, 2018), oltre ad avere un impatto ambientale assai minore: ogni giorno in Italia utilizziamo 30 milioni di bottiglie di plastica e 7 di vetro, con il risultato che in un anno 13,5 miliardi di bottiglie diventano rifiuti da gestire.

Per capire meglio queste dinamiche, in occasione del Festival dell’acqua in corso a Torino è stata inoltre presentata una ricerca condotta dalla società Interceptor su un campione rappresentativo di 8.600 intervistati.

Dal lavoro emerge che, a fronte di un 47% che dichiara di bere acqua di rete, ben l’80% consuma acqua in bottiglia: il 52% sempre e il 28% occasionalmente. In generale, l’acqua in bottiglia viene valutata più qualificata e affidabile di quella del rubinetto; eppure solo il 14% si informa sulla qualità e le analisi dell’acqua del rubinetto attraverso la fattura, le pubblicazioni del comune o il sito web del gestore.

Oltretutto, ben l’86% del campione fornisce una valutazione positiva dell’acqua di rete, anche se solo il 42% conosce l’identità del proprio gestore. Per il 75% nel prossimo futuro saranno necessari ulteriori controlli sull’acqua del rubinetto, con un 35% che si dichiara disposto a pagare di più in fattura per avere la certezza di un’acqua ancora più sicura di quella attuale.

Polarizzando infine le risposte fra convinti sostenitori e convinti detrattori dell’acqua del rubinetto, i primi si attestano al 15% contro il 7% dei secondi: i sostenitori vivono in prevalenza al nordest e al centro, e nella maggior parte dei casi si tratta di donne, giovanissimi e adulti oltre i 65 anni di età.

«Molto è stato fatto in questi anni dagli operatori del servizio idrico per informare i cittadini e sensibilizzarli sul tema. Ma è evidente che c’è ancora tanta strada da percorrere per accrescere la ‘reputazione’ dell’acqua del rubinetto – commenta Alessandro Russo, vicepresidente di Utilitalia, la Federazione delle imprese idriche, ambientali ed energetiche – Come dimostra la ricerca presentata oggi, la sfida è impegnativa ma i potenziali margini di crescita sono enormi: i convinti sostenitori sono il doppio dei convinti detrattori, il 72% degli italiani non si schiera convintamente e la stragrande maggioranza fornisce una valutazione positiva dell’acqua di rete».