Goletta dei Laghi sulla sponda veneta del Garda: 5 prelievi su 9 sono inquinati

Meglio la sponda trentina. Ancora troppe le criticità dei laghi del nord Italia

[9 Luglio 2013]

«Passano gli anni, ma otto son lunghi» cantava Celentano ormai nel secolo scorso, ma ad 8 anni dal varo di Goletta dei Laghi sono stati poco significativi i miglioramenti sulla qualità delle acque della sponda veneta del lago di Garda, e in particolare dei suoi affluenti.

Anche quest’anno i tecnici della Goletta lacustre non hanno faticato a trovare situazioni critiche che minacciano l’ecosistema del Garda: è bastato focalizzare l’attenzione sui sistemi di depurazione ancora oggi non adeguati alle reali necessità.

Come spiega Simone Nuglioresponsabile di Goletta dei Laghi: «Il nostro compito è quello di individuare le criticità dei bacini lacustri con particolare attenzione, non solo dove sappiamo esserci maggiore afflusso di bagnanti, ma soprattutto dove intravediamo un rischio più elevato di inquinamento, così come viene indicato dal decreto legislativo 116/2008. La nostra operazione non è in contrasto con chi ha la responsabilità di decretare la balneabilità, anzi siamo convinti possa ampliare lo sguardo d’insieme sul bacino e sul sistema territorio che insiste su di esso. Le analisi ci confermano infatti che la maggior parte dei problemi per il più grande lago italiano continua ad arrivare direttamente dai corsi d’acqua che ancora scontano i ritardi nel collettamento fognario e nella depurazione delle acque interne».

I risultati presentati stamattina a Verona mostrano che sui 9 punti esaminati, 3 sono risultati fortemente inquinati: a Pai ed a Lazise, alla foce del torrente Marra e a Valeggio sul Mincio in località Salionze.

Due quelli inquinati: le foci del torrente Gusa e del torrente San Severo, rispettivamente nei comuni di Garda e Bardolino. «Criticità che non nascono oggi – sottolineano gli ambientalisti –  come dimostra il fatto che dal 2010 alcuni punti sono risultati sempre fuori dai limiti di legge. Il torrente Gusa, a Garda, nel 2010 è risultato inquinato, nel 2011 e 2012 il campione è risultato fortemente inquinato e quest’anno di nuovo inquinato. Malato cronico anche il torrente San Severo a Bardolino, che nel 2010 è risultato fortemente inquinato mentre dal 2011 risulta inquinato. Da segnalare ancora il caso del torrente Marra a Lazise: un piccolo e breve corso d’acqua che, dopo un risultato entro i limiti nel 2012, torna a presentare una concentrazione di Escherichia coli tale da risultare fortemente inquinato come nel 2010 e nel 2011».

Tutto a posto all’imbarcadero a Malcesine, presso l’impianto di sollevamento a Torri del Benaco località Lido Brancolino, alla foce del rio Sermana a Peschiera del Garda (località Maraschina) e alla foce del Dugale a Castelnuovo del Garda in località Ronchi.

Secondo  Lorenzo Albi, presidente del circolo Legambiente di Verona,  «si confermano ancora una volta le criticità degli affluenti: nonostante il loro tragitto sia davvero breve, portano a lago un carico inquinante rilevante. Una situazione inaccettabile, che deriva soprattutto dall’assenza o dalla trascuratezza di controlli da parte dei Comuni. Esemplare il dato del campione di Pai di sotto, in cui l’inquinamento microbiologico raggiunge valori stratosferici: evidentemente si tratta di uno scarico abusivo, ci chiediamo come sia possibile che sia Legambiente ad accorgersene. È ora quindi di prendere di petto i problemi invece che negarli, come avviene per esempio per il depuratore di Peschiera, che ormai è noto non sia solo sottodimensionato ma anche mal funzionante. Il patrimonio costituito dal nostro lago e dai nostri corsi d’acqua si merita investimenti maggiori per la sua tutela».

Va molto meglio sulla sponda trentina del lago, dove entrambi i punti campionati, la foce del fiume Sarca a Torbole e la confluenza dei torrenti Varone e Arbola a Riva del Garda, rientrano nei limiti di legge.

Con il Garda si chiude il viaggio della Goletta dei Laghi tra i grandi laghi del nord: 7 bacini tra Piemonte, Lombardia, Veneto e Trentino Alto Adige, 73 prelievi, 44 dei quali sono risultati inquinati.

Nuglio fa un primo bilancio: «Il monitoraggio scientifico di Legambiente ha messo in luce anche quest’anno le numerose criticità per quanto riguarda l’inquinamento proveniente da scarichi civili non depurati che riguardano i grandi laghi del nord Italia. Una carenza, quella del sistema depurativo, che nel nostro Paese riguarda ancora quasi un quarto della popolazione: ecco perché completare il trattamento degli scarichi deve diventare una priorità per l’agenda politica a tutti i livelli. Ma durante le tappe del viaggio di Goletta sono stati molti i temi trattati da Legambiente: dal consumo di suolo al turismo sostenibile e alla promozione delle energie rinnovabili, anche per la navigazione. Tutte azioni fondamentali per far ripartire l’economia dei territori dalla bellezza e da un’offerta turistica di qualità».