Goletta Verde, ecco come stanno le foci di fiumi e torrenti nelle Marche
[5 Agosto 2014]
Su 12 punti monitorati lungo i 180 chilometri di costa delle Marche dai tecnici di Goletta Verde, 10 sono risultati i “fuorilegge”, di cui 8“fortemente inquinati”. Ancora una volta, come praticamente in tutte le regioni toccate dal tour di Goletta Verde 20214, ancora una volta i problemi sono le foci di fiumi e torrenti, con le acque inquinate da scarichi non depurati adeguatamente con presenze di escherichia coli e enterococchi intestinali che contribuiscono non solo ad inquinare i fiumi e il mare, ma che mettono in pericolo la stessa salute dei cittadini.
«Criticità di certo non nuove in questa regione – dicono su Goletta Verde – che non riguardano solo i comuni costieri ma anche e soprattutto quelli dell’entroterra, e proprio per questo è ormai indispensabile che la Regione Marche affronti la sfida della depurazione con urgenza e determinazione. Anche l’Unione Europea ci chiede di fare presto: la nuova procedura di infrazione arrivata nei mesi scorsi coinvolge 46 agglomerati urbani marchigiani nei quali sono state riscontrate “anomalie” circa il trattamento dei reflui».
I due campionamenti che rientrano nei limiti di legge sono quelli effettuati alla spiaggia di Portonovo ad Ancona e a alla spiaggia di San Michele a Sirolo, che confermano gli sforzi fatti sul fronte della depurazione di diversi comuni costieri.
In provincia di Ancona i campionamenti “fortemente inquinati” sono quelli alla foce del canale presso stazione Torrette del capoluogo; alla foce del fiume Esino in località Rocca Priora a Falconara Marittima; alla foce del canale in località Ponte Rosso (presso lungomare Alighieri, altezza via Dalmazia) a Senigallia. In provincia di Pesaro-Urbino, alla foce del torrente Arzilla a Fano e alla foce del fiume Tavollo a Gabicce Mare. Ancora: a San Benedetto del Tronto (foce torrente Albula) e Grottammare (foce torrente Tesino), in provincia di Ascoli Piceno; a Porto San Giorgio (foce fosso Rio Valloscura), in provincia di Fermo; a Civitanova Marche, in provincia di Macerata (foce fosso Asola). “Inquinato”, invece, il campionamento eseguito a Porto Sant’Elpidio (spiaggia antistante il fosso Castellano).
Per Francesca Pulcini, vicepresidente di Legambiente Marche, «Il quadro che emerge dai monitoraggi di Goletta Verde desta di certo preoccupazione, soprattutto perché testimonia ancora una volta le criticità dei nostri fiumi e dei nostri torrenti che continuano a riversare in mare scarichi non depurati adeguatamente. Laddove, anche grazie alla nostra azione di denuncia, si è insistito nella depurazione dei tratti di costa balneabili lungo la costa e nel portare avanti una politica di qualità, i risultati non sono tardati ad arrivare. Purtroppo, però, la regione Marche stenta a decollare sul fronte della depurazione e, così come testimoniano i dati Istat, è tra le regioni messe peggio in Italia rispetto ai carichi inquinanti trattati da impianti. Un ruolo importante ora deve essere quello dei sindaci delle città e dei piccoli centri marchigiani, soprattutto dell’entroterra, che devono farsi promotori di una stretta collaborazione con i soggetti preposti per attuare le misure necessarie alla tutela delle acque e della conservazione dell’ecosistema fluviale. E’ anche per questo motivo che la tappa di Goletta Verde nelle Marche ha voluto rilanciare e segnare un passo decisivo anche per l’attuazione del “Contratto di fiume” del fiume Misa e, in generale, stimolare a percepire il nostro territorio in un’ottica di insieme che di certo non può prescindere dalla qualità dello sviluppo sostenibile dell’entroterra e della fascia costiera».
Simone Nuglio, portavoce di Goletta Verde, conclude: «Il nostro Paese vive un vero e proprio deficit depurativo. Gli scarichi del 22% della popolazione non vengono correttamente depurati e rischiano di provocare l’inquinamento del mare, dei fiumi e dei laghi. È per questa battaglia di civiltà che il monitoraggio di Goletta Verde è incentrato proprio su tratti di mare interessati da fenomeni di inquinamento legati a mancata o insufficiente depurazione, come le spiagge in prossimità a foci di fiumi e canali. Il nostro fine è quindi diverso da quello delle autorità preposte, alle quali non vogliamo sostituirci. Pur non assegnando patenti di balneabilità è evidente che la fotografia scattata da Goletta Verde raffigura una regione in evidente difficoltà sul fronte della depurazione. I giorni che hanno preceduto i campionamenti sono stati caratterizzati da intense piogge e questo può avere influito sulla qualità delle acque campionate. Le condizioni meteorologiche non possono però essere un alibi al quale appellarsi per nascondere ben altre responsabilità. È inoltre opportuno sottolineare come quasi tutti i punti da noi campionati risultano balneabili sul Portale delle Acque, il sito gestito dal ministero della Salute, realizzato grazie all’elaborazione dei dati dell’Arpa e delle Regioni. Vorremmo una volta per tutte che Regione, Arpa, Comuni e ministero della Salute facessero chiarezza su questa situazione, lavorando non solo su un necessario adeguamento della depurazione, ma anche e soprattutto, a brevissimo termine, sulla corretta informazione a bagnanti e cittadini».