Forte rischio nell’area di veder diminuire qualità e quantità della risorsa idrica
Con i cambiamenti climatici il Mediterraneo rischia di rimanere a secco
Dopo il report Ipcc l’Enea conferma la necessità per l’Italia di passare a un piano operativo di adattamento
[14 Aprile 2014]
Il Panel intergovernativo sui cambiamenti climatici (Ipcc) ha presentato il secondo volume del quinto Rapporto di valutazione sui cambiamenti climatici dal titolo “Cambiamenti climatici 2014: impatti, adattamento e vulnerabilità”, che affronta i temi degli impatti del cambiamento climatico fino a questo momento, i rischi futuri derivanti da un clima che cambia e le opportunità per un’azione efficace per ridurne i rischi.
Il documento si compone di due parti, una sugli aspetti globali e settoriali, l’altra sugli aspetti regionali. Gli obiettivi del rapporto sono di valutare come rischi e benefici si stiano modificando a causa dei cambiamenti climatici, stimare una riduzione dei rischi con azioni di mitigazione e adattamento e infine valutare bisogni, opportunità, resilienza e limiti associati all’adattamento ai cambiamenti climatici.
Gli aspetti più rilevanti messi in luce dal rapporto sono stati tre:
- le attività umane stanno interferendo con il sistema climatico;
- le modifiche nelle precipitazioni atmosferiche stanno provocando alterazioni nei sistemi idrologici e impattano sulle disponibilità idriche sia in qualità che in quantità;
- gli impatti di recenti eventi climatici estremi quali onde di calore, siccità, inondazioni, hanno evidenziato una grande vulnerabilità di molte società ed ecosistemi.
I rischi conseguenti ai cambiamenti climatici crescono senza un’adeguata azione di riduzione delle emissioni globali di gas serra: per aumenti della temperatura media fino a 2°C, le azioni di adattamento restano possibili a costi relativamente bassi, mentre per una temperatura media che aumenti oltre i 2°C tali costi potrebbe crescere notevolmente fino a diventare insostenibili e gli impatti potrebbero diventare irreversibili.
L’Enea, che è uno degli attori di riferimento in Italia per implementare le risposte ai cambiamenti climatici, ritiene necessario per l’Italia passare da un piano strategico a un piano operativo di adattamento, individuando azioni specifiche, priorità e finanziamenti e minimizzando i costi complessivi con un bilanciamento tra azioni di mitigazione e di adattamento.
Per quanto riguarda l’Europa, il Rapporto evidenzia temperature in aumento ovunque, precipitazioni medie annue in una marcata crescita nel nord del continente e in diminuzione nel sud, con un aumento di estremi termici, periodi di siccità e precipitazioni anomale.
Per l’area del Mediterraneo è previsto un aumento del rischio di scarsità di disponibilità idrica, sia in quantità (per la diminuzione delle precipitazioni medie annue e l’aumento della evaporazione) che in qualità (per l’intrusione di acqua marina nelle falde acquifere). L’impatto su alcuni settori produttivi potrebbe essere importante, in particolare per l’agricoltura che vedrebbe crescere il costo dell’acqua per irrigazione e quindi il costo totale dei suoi prodotti. Inoltre è previsto in aumento il rischio da estremi climatici, soprattutto ondate di calore con impatti sulla salute umana e aumento del rischio di incendi. La regione mediterranea viene individuata come la regione più a rischio a livello europeo dai cambiamenti climatici con impatto su turismo, agricoltura, foreste, infrastrutture critiche e salute.