Il Nepal dopo la catastrofe: cancellati interi villaggi. Come aiutare un Paese distrutto

Scosse di assestamento continue. Morti anche in India, Cina e Bangladesh. Sisma a Taiwan

[27 Aprile 2015]

Mentre in Nepal continuano le potenti scosse di assestamento che si sono fatte sentire fino a Taiwan e le vittime si contano a decine anche in India, Bangladesh e nel Tibet cinese, di fronte alla gravissima situazione nel piccolo Paese himalayano le organizzazioni del network dell’Agenzia Italiana per la Risposta alle Emergenze (Agire) che operano già in Nepal – Actionaid, Cesvi, Oxfam, Sos Villaggi dei Bambini – si sono mobilitate per valutare i bisogni più immediati: acqua, cibo, ripari per le famiglie senza tetto, interventi sanitari. Il primo ministro nepalese Bamdev Gautam ha dichiarato lo stato di emergenza e richiesto aiuti umanitari ai paesi confinanti ed alla comunità internazionale.

Si parla di 3.617 morti e 6.500 feriti, ma le cifre ufficiali t riguardano soprattutto Kathmandu e la Kathmandu Valley, nessuno però sa che cosa è successo nei villaggi montani isolati, molti dei quali sarebbero stati cancellati dalla faccia della terra. Prashad Timalsina, un alto funzionario del distretto di Gorkha, una delle zone più colpite, ha detto: «Abbiamo  un disperato bisogno di aiuto. Ci sono persone che non hanno  cibo e riparo. Ho avuto notizie di villaggi nei quali  il 70% delle case sono state distrutte». Gorkha è una regione montuosa nel Nepal centrale, dove vivono circa 270.000 persone. Il distretto di Lamjung sarebbe stato devastato dal sisma.

Christopher Tidey dell’Unicef ​​sottolinea: «Quello che sappiamo che a questo punto è che ci sono quasi un milione di bambini che sono stati gravemente colpiti. La nostra più grande preoccupazione per loro in questo momento é  per essere l’accesso all’acqua potabile ea ai servizi igienici, sappiamo che l’acqua e il cibo si stanno esaurendo.

I letti negli ospedali di Kathmandu sono già pieni, costringendo gli altri malati e feriti di farsi curare  in ambulatori improvvisati in strada in condizioni igieniche e sanitarie terribili, mezzo a migliaia di sopravvissuti profughi, le cui case sono state distrutte o sono in pericolo imminente di crollo.

Di fronte a questa catastrofe che ha messo in ginocchio un intero popolo e che nei prossimi giorni rischia di diventare anche una tragedia umanitarie e della povertà, troppi media occidentali preferiscono dare molto più spazio ai 18 scalatori morti per una valanga che ha travolto un campo base sul Monte Everest, obbedendo ad una specie di riflesso condizionato secondo il quale un morto “occidentale” vale comunque di più di migliaia di morti “di colore”.

Nella vicina India, che ha già inviato aiuti in Nepal, le vittime sarebbero 66. In Tibet le ultime notizie parlano di una ventina di vittime e la Cina ha sbloccato dei fondi di emergenza per intervenire nella sua regione autonoma ed ha inviato una equipe medica  in Nepal. In Bangladesh le vittime del terremoto sarebbero 6. Non si sa nulla delle conseguenze del terremoto nel piccolo regno montano del Bhutan, separato dal Nepal solo dal minuscolo Stato indiano del Sikkim.

L’Unione europea  ha messo a disposizione 3 milioni di euro per aiuti urgenti al Nepal ed ha attivato l’EU Civil Protection Mechanism, alcuni Stati menbri, compresi Belgio, Finlandia, Germania, Grecia, Olanda, Polonia e Svezia, hanno immediatamente offerto personale per partecipare alle operazioni di ricerca e soccorso, sistemi di purificazione dell’acqua ed assistenza tecnica. La Commissione Ue co-finanzierà il trasporto degli aiuti dai Paesi Ue al Nepal.

La scossa più forte è stata sentita da 4,6 milioni di persone d nell’Asia sud-orientale. Si scavano le macerie con tutti I (poveri) mezzi a disposizione, ma I soccorsi sono ostacolati dalle continue scosse di terremoto e dalla pioggia. La televisione Nepalese ha annunciato che il 90% dei monumenti storici della valle di Katmandu sono stati distrutti dal sisma..

I volontari di Agire dicono che «Mentre si continua a scavare nella speranza di trovare dei superstiti, vi è purtroppo la certezza che il numero delle vittime continuerà a salire. Il terremoto ha causato il crollo di centinaia di edifici a Kathmandu e nella vallata circostante, tra di essi anche la storica Dharahara Tower, dichiarata dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità. Interrotte strade e comunicazioni, gli ospedali della città sono al collasso e la popolazione si prepara a trascorrere la seconda notte all’aperto.

Agire, il coordinamento di 10 tra le più autorevoli e accreditate Ong, – che comprende anche Amref, COOPI, GVC, Intersos, Terre des Hommes e VIS – che hanno scelto di unire le forze per intervenire in modo tempestivo sulle grandi emergenze umanitarie, lancia oggi un appello di raccolta fondi «per supportare gli interventi di prima emergenza a favore delle popolazioni colpite dal sisma.

La direttrice di Oxfam in Nepal, Cecilia Keizer, sottolinea che «Il numero delle vittime continua ad aumentare, molte vecchie case sono crollate ma il sisma non ha risparmiato edifici più moderni» e dall’India il segretario Generale di ActionAid, Marco de Ponte, parla di una situazione che si aggrava di ora in ora: «le più grandi difficoltà in questo momento sono il sistema di approvvigionamento elettrico e l’acqua. Bisogna ripristinare la rete elettrica e assicurare la fornitura di acqua potabile quanto prima!>

Oltre ad Agire si stanno preparando ad intervenire anche gli altri Comitati membri dell’Emergency Appeals Alliance, la rete internazionale dei Comitati Emergenza ((Humanitarian Coalition, ADH, Chaine du Bonnheur e altri)

E’ possibile dare il proprio aiuto con una donazione ai seguenti canali:

Numero Verde 800.132.870 (dal lunedì al venerdì dalle h.09.00 alle h.18.00)

On-line: con carta di credito, Paypal o PagoInConto (per clienti del gruppo Intesa Sanpaolo) sul sito www.agire.it

Banca: con bonifico bancario su conto corrente IBAN: IT79 J 03359 01600 100000060696 intestato ad AGIRE onlus, presso BancaProssima, Causale: “Emergenza Nepal”

Posta: con bollettino postale sul conto corrente postale n. 4146579 o bonifico postale al seguente IBAN: IT 79 U 07601 03200 000085593614intestato ad AGIRE onlus, Via Aniene 26/A – 00198 Roma), Causale: “Emergenza Nepal”