La siccità colpisce duro in Toscana: l’Autorità idrica invita i sindaci a limitare l’uso dell’acqua

L’uso della risorsa idropotabile «dovrà essere limitato massimamente e rivolto in maniera esclusiva agli essenziali scopi igienici e domestici». Per i trasgressori multe fino a 500€

[16 Giugno 2022]

Oggi l’Autorità idrica toscana (Ait) ha formalmente invitato tutti i sindaci del territorio regionale ad «adottare un’ordinanza per la tutela della risorse idropotabili in tutto il periodo estivo 2022», un atto ormai inevitabile di fronte al conclamato stato di siccità specialmente in alcune aree critiche come «la Maremma, la Val di Cornia e l’Isola d’Elba, l’entroterra della Versilia e la Lunigiana».

Senza dimenticare le importanti dispersioni della risorsa idrica che purtroppo ancora gravano sugli acquedotti, a valle dell’emergenza resta la crisi climatica in corso. Come sottolineano dall’Ait, infatti, da una parte la scarsità di piogge durante tutto il passato inverno e la scorsa primavera hanno creato le condizioni di base per una minor portata di fiumi e torrenti e uno scarso riempimento delle falde; dall’altra il caldo record di queste settimane tra fine maggio e metà giugno ha contribuito ad aumentare il problema, con un maggior utilizzo di acqua potabile da parte di tutti.

«Per scongiurare un razionamento di acqua nei prossimi mesi estivi e per evitare disagi concreti a cittadini e turisti, Ait corre ai ripari chiamando i sindaci a un atto di responsabilità – sottolineano dall’Autorità – Con il modello di ordinanza (redatto dall’Autorità) si invitano tutti i comuni a disporre, da adesso fino al 30 settembre, la limitazione dei consumi di acqua ai soli scopi essenziali igienici e domestici. Quindi si introducono ulteriori divieti all’uso della risorsa idropotabile rispetto al Regolamento regionale del 2008 che espone i divieti permanenti. Ripetiamo che l’uso dovrà essere limitato massimamente e rivolto in maniera esclusiva agli essenziali scopi igienici e domestici. Le violazioni saranno punite con un minimo di 100 euro e un massimo di 500 euro».

Con la speranza che questo basti per contenere la crisi idrica ed evitare dunque razionamenti dell’acqua. Un’ipotesi che resta comunque tutt’altro che remota, viste le contingenze, mentre a livello nazionale si paventa anche l’ipotesi di un razionamento dell’energia se entro il prossimo autunno non saremo in grado di trovare sufficienti alternative all’import di gas russo.

A monte di entrambi i rischi c’è una criticità unica: la crisi climatica, da combattere realizzando sul territorio infrastrutture adeguate, sia per gestire la risorsa idrica sia per produrre energia da fonti rinnovabili.