Le acque depurate: una riserva preziosa e sicura per rispondere alla cisi climatica

Il Sanitation Safety Plan del Gruppo CAP per acqua sicura in agricoltura e per usi civili

[11 Ottobre 2023]

Al convegno “La depurazione ha un nuovo domani”, organizzato da Gruppo CAP, la green utility che gestisce il servizio idrico integrato della Città metropolitana di Milano, si è parlato dell’importanza crescente e del ruolo sempre più centrale delle acque depurate, Dal convegno, he ha visto confrontarsi esperti e professionisti del settore idrico italiani e internazionali, con contributi di ARERA, Unesco, Centro Ricerca della Commissione Europea, Legambiente, Coldiretti, dell’associazione Acqua Pubblica Europea e di esperti dai Paesi Bassi, da Berlino e da Israele, è emerso che  l’acqua che esce pulita dai depuratori è una riserva costante, abbondante e indipendente dalle precipitazioni stagionali e una risorsa sempre più preziosa sia per l’utilizzo civile sia, soprattutto, per l’agricoltura.

Massimo Sertori, assessore regionale enti locali, montagna, risorse energetiche e utilizzo della risorsa idrica della Lombardia, ha detto che «L’acqua non è un bene illimitato, e la Regione Lombardia è la prima regione in Italia nel comparto agricoltura, e quindi per fabbisogno idrico, ha commentato. L’attuale sistema irriguo, fatto di controllo dei grandi laghi e di canali, deve sicuramente essere efficientato, magari adottando nuove tecnologie, ma va preservato, perché è al momento il sistema più efficace. In questo senso, l’impiego di acque reflue può essere un elemento da considerare, anche se da solo non potrà rispondere alle necessità dell’agricoltura lombarda. Il Sistema Idrico Integrato è cambiato moltissimo nel corso degli ultimi anni, basandosi sulla normativa adottata nel 2003, che ha portato a raggiungere risultati straordinari in termini di efficienza, come del resto ben testimonia il lavoro fatto da Gruppo CAP. Dobbiamo oggi guardare al futuro, per migliorare ancora il servizio, incrementando le economie di scala, contenendo le tariffe e cercando di dare, insieme a tutti gli attori del settore idrico, una risposta amministrativa al passo con le sfide del cambiamento climatico».

Nel corso del convegno è stato  sottolineato come l’Italia abbia recepito in maniera virtuosa la normativa europea che disciplina il riutilizzo di acque reflue depurate e in particolare ARERA, l’Autorità di Regolazione di Energia, Reti e Ambiente, ha l’obiettivo di promuovere l’utilizzo di acque depurate anche attraverso i propri regolamenti, agendo contemporaneamente sia sul fronte delle utility, che saranno spinte a investire nel miglioramento dei sistemi di depurazione, sia sul fronte delle aziende agricole, operando sulla leva del prezzo delle acque reflue in modo che sia sempre più conveniente impiegarle.

Dal convegno di  Milano è partita la  sfida per rispondere alle pressioni della crisi climatica, della siccità sempre più frequente e a un meteo sempre più imprevedibile e uno degli strumenti per vincerla è il Sanitation Safety Plan, un sistema all’avanguardia a livello mondiale, per garantire acqua di ottima qualità, sicura e pronta per essere impiegata in agricoltura, sviluppato da Gruppo CAP in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità, il Politecnico di Milano e l’università della South Carolina. Il Sanitation Safety Plan, frutto di una lunga sperimentazione realizzata presso l’impianto di Peschiera Borromeo, uno dei più moderni ed efficienti d’Italia, è uno strumento di gestione della sicurezza delle acque depurate, e offre a tutti gli stakeholder fino al consumatore finale una garanzia sulla sicurezza dei prodotti e dei servizi provenienti dal sistema depurativo. Si pensi agli ortaggi o alle colture irrigate con l’acqua depurata per le quali occorre garantire la massima sicurezza sanitaria.

Al CAP  ricordano che «Il riutilizzo dell’acqua è considerato un modo efficace per aiutare a risolvere il problema della scarsità d’acqua e della siccità nell’Ue e il loro impiego contribuisce a diminuire lo stress idrico del territorio, riducendo l’acqua prelevata dalle falde e consentendo il loro ripristino. Si tratta quindi di una risorsa essenziale per fronteggiare la crisi climatica in atto. Basti pensare a quanto accaduto negli ultimi due anni, nei quali si è assistito a periodi eccezionali di siccità, importanti diminuzioni dei livelli di tutti i bacini idrici (soprattutto al Nord) con drammatiche ripercussioni nel settore agricoli. In Italia, il tema era disciplinato da una legge del 2003 superata proprio nel giugno di quest’anno grazie al recepimento della normativa europea 741/2020/EU, che semplifica e promuove la possibilità di riuso delle acque trattate, e si fonda sull’ approccio della valutazione e gestione del rischio, lo stesso alla base del Sanitation Safety Plan di Gruppo CAP. Allo stesso tempo, la nuova norma allarga la platea dei soggetti coinvolti a partire dal mondo agricolo e della gestione delle acque irrigue, fino all’utilizzatore finale».

Alessandro Russo, Amministratore delegato di Gruppo CAP, ha concluso: «L’utilizzo di acque depurate è oggi un tema dirimente, che va rivisto e adattato anche alla luce della nuova normativa europea, proprio recentemente recepita nel nostro Paese. Grazie al Sanitation Safety Plan, CAP è già pronto a rispondere in maniera adeguata alle nuove disposizioni di legge, ha detto. Fin dal 2019, quando abbiamo adottato il nostro Piano di Sostenibilità, ci siamo dati obiettivi ambiziosi in questo senso: riutilizzare almeno il 50% delle acque che trattiamo entro il 2033. Già oggi siamo arrivati al 41%. Abbiamo calcolato che con i soli impianti gestiti da noi, saremmo in grado di soddisfare il 22% del fabbisogno idrico della Città metropolitana di Milano, pari a circa il 4% dell’intera Lombardia. La sfida ora è creare una sinergia con chi poi questa acqua la deve trasportare e usare: il mondo agricolo. Noi siamo pronti e convinti che la strada sia quella giusta. Il Sanitation Safety Plan è un modello creato in Italia, che rappresenta in assoluto il primo piano di rischio sperimentato nel Paese, e uno dei primi in Europa, Si tratta di un modello frutto della collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità, il Politecnico di Milano e l’Università del South Carolina, che grazie a soluzioni 4.0, ha consentito il monitoraggio continuo e il controllo costante della qualità delle acque trattate. I risultati che abbiamo ottenuto sono stati più che positivi, e oggi siamo pronti a replicare il modello su scala industriale».