Le acque minerali in bottiglia e quelle mezze verità sul contenuto di sodio
Una sentenza della Corte Ue mette nel mirino etichette e pubblicità
[17 Dicembre 2015]
Il consumatore non può essere indotto in errore dalle confezioni, dalle etichette e dalla pubblicità delle acque minerali naturali perché indicano che sono a basso contenuto di sodio o di sale, oppure che sono indicate per le diete povere di sodio mentre, in realtà contengono 20 mg/l o più di sodio. Per questo il contenuto di sodio delle acque minerali naturali deve essere calcolato non soltanto sulla base del cloruro di sodio, ma anche sulla base del bicarbonato di sodio.
Lo afferma la Corte di Giustizia europea che con sentenza di oggi risponde alla domanda sollevata dal Consiglio di Stato francese in riferimento alle acque minerali naturali frizzanti «Saint-Yorre» e «Vichy Célestins».
Nel 2009, l’amministrazione francese ha ingiunto alla Neptune Distribution che si occupa della vendita e della distribuzione delle due acque minerali « di sopprimere qualsiasi menzione volta a far credere che tali acque avessero un basso o bassissimo contenuto di sale o di sodio. In particolare la menzione: «La St-Yorre contiene soltanto 0,53 g di sale (o cloruro di sodio) per litro, ossia meno che un litro di latte!!!»; «La Vichy Célestins contiene solo 0,39 g di sale per litro, ossia da 2 a 3 volte meno che un litro di latte!». La Neptune Distribution ha impugnato tale decisione. E il Consiglio di Stato ha investito della questione la Corte di giustizia europea.
Il regolamento sulle indicazioni nutrizionali e sulla salute vieta, per le acque minerali naturali e le altre acque, l’utilizzo dell’indicazione «a bassissimo contenuto di sodio/sale». Mentre per la direttiva sulle acque minerali naturali, le indicazioni o le menzioni volte a far credere al consumatore che tali acque abbiano un basso contenuto di sodio o di sale oppure che siano indicate per le diete povere di sodio possono essere utilizzate, a condizione che il contenuto di sodio sia inferiore a 20 mg/l.
Le norme in materia di acque minerali naturali, infatti, perseguono l’obiettivo prioritario di proteggere la salute del consumatore, evitare che i consumatori siano ingannati e assicurare la lealtà delle operazioni commerciali
Quindi il divieto di far figurare sulle confezioni, sulle etichette e nella pubblicità delle acque minerali naturali qualsiasi indicazione o menzione relativa al basso contenuto di tali acque di cloruro di sodio, ovvero sale da tavola, è giustificato e proporzionato perché risponde all’esigenza di garantire al consumatore l’informazione più precisa e trasparente possibile ed è adeguato e necessario per garantire la tutela della salute umana all’interno dell’Unione. Infatti, non si può escludere con certezza l’esistenza di un rischio per la salute umana derivante dal consumo abbondante del sodio presente in diversi composti chimici, in particolare nel bicarbonato di sodio, e di conseguenza il principio di precauzione giustifica l’adozione di misure restrittive dei diritti fondamentali.