Ieri la Regione ha inaugurato un invaso di infiltrazione a Suvereto, accanto al fiume Cornia
Legambiente, contro la siccità in Toscana occorre puntare alle “città spugna”
«Utilizzare parcheggi, parchi pubblici o aree di servizio per inserire pavimentazioni che siano permeabili all’acqua per permettere l’infiltrazione delle acque piovane»
[22 Marzo 2023]
L’estate è ancora lontana, ma in Toscana la siccità non se ne è mai andata: nell’ultimo anno le piogge hanno registrato un -11%, mentre a febbraio il calo è arrivato a -57% rispetto alla media del periodo, con zone come Grosseto e il sud della Toscana sotto anche del 70-80%.
«Serve non sprecare neanche una goccia di oro blu – commenta Fausto Ferruzza, presidente di Legambiente Toscana – Dobbiamo rivedere le nostre città secondo nuovi paradigmi di resilienza, traguardare un modello territoriale che sappia farsi spugna rispetto alle precipitazioni, sempre più concentrate nel tempo e nello spazio. Ogni isolato urbano dovrebbe avere cisterne di raccolta; negli spazi pubblici invece occorre rendere più permeabile il suolo, togliendo quindi asfalto e cemento ovunque questa operazione sia possibile. Si potrebbero utilizzare parcheggi, parchi pubblici o aree di servizio per inserire pavimentazioni che siano permeabili all’acqua per permettere l’infiltrazione delle acque piovane».
Sono le cosiddette soluzioni basate sulla natura – affiancabili ai più tradizionali invasi proposti in primis da Anbi e Coldiretti col “piano laghetti”, tarato anche per la Toscana –, che spaziano appunto dalle cosiddette “città spugna” alle Aree forestali d’infiltrazione per ricaricare le falde, e altri interventi ancora.
Un esempio pratico arriva proprio dalla Toscana, dove proprio ieri – in località Forni a Suvereto, accanto al fiume Cornia – la Regione ha inaugurato un nuovo invaso di infiltrazione. Attraverso 2500 m2 di superficie filtrante andrà ad incrementare l’attuale volume di 5000 m3 al giorno di acqua, che già oggi viene infiltrato in falda, fino a raggiungere un massimo quantitativo annuo valutabile in circa 2 Mm3/anno, sfruttando, senza alterare la morfologia locali, le portate del fiume Cornia superiori al minimo deflusso ecologico.
«La Toscana – ha spiegato l’assessora regionale all’Ambiente, Monia Monni – ha una elevata capacità di resilienza, dovuta principalmente agli invasi di Bilancino e Montedoglio. Ne servirà almeno un altro e stiamo sviluppando i necessari studi di fattibilità. Nel frattempo, però, dobbiamo mettere in atto anche soluzioni rapide, innovative, accessibili in termini economici. L’opera in cui ci troviamo è un esempio che va in questa direzione. È frutto di un progetto europeo Life Rewat che oggi andiamo più che a raddoppiare grazie a soldi stanziati dal Dipartimento nazionale di Protezione civile (100mila euro) nell’ambito dell’emergenza idrica 2022. la nuova opera realizzato a Suvereto permette infatti di immettere 2 milioni di metri cubi ai acqua all’interno della falde. Non è invasivo, né costoso e può rappresentare un’opportunità di valorizzazione del territorio in termini ecologici e di fruizione».