L’italiano medio beve più acqua in bottiglia di tutti in Europa

Eppure la qualità di quella del rubinetto è tra le migliori del Vecchio continente, ma servono investimenti per migliorare la rete idrica: sprechiamo 4,5 miliardi di metri cubi d’acqua potabile l’anno

[11 Ottobre 2019]

La qualità dell’acqua del rubinetto in Italia è tra le migliori d’Europa eppure, secondo i dati del Censis, il 62% delle famiglie preferisce l’acqua in bottiglia, spendendo circa 240 euro l’anno: ogni italiano beve in media 208 litri di acqua in bottiglia l’anno, il dato più alto d’Europa dove la media è di 106 litri, e il secondo al mondo dopo il Messico (244 litri). Per questo con l’avvio del Festival dell’acqua di Venezia Utilitalia – la Federazione delle imprese idriche, ambientali ed energetiche – ha lanciato una campagna di sensibilizzazione che coinvolgerà le aziende associate che si occupano del servizio idrico su tutto il territorio nazionale.

«Dietro l’acqua che esce dal rubinetto – spiega il presidente di Utilitalia, Giovanni Valotti – c’è un lungo lavoro che parte con la captazione e prosegue con la potabilizzazione, il trasporto, la distribuzione, la fognatura e la depurazione, per restituirla all’ambiente pronta per rientrare in circolo. Un esempio virtuoso di economia circolare, con migliaia di controlli di qualità giornalieri e una filiera che occupa oltre 100mila persone per garantire ai cittadini un’acqua sicura, ecologica ed economica».

Senza dimenticare il drastico taglio nel consumo di imballaggi quando dal consumo di acqua in bottiglia si passa a quella del rubinetto: ogni giorno in Italia utilizziamo 30 milioni di bottiglie di plastica e 7 di vetro, con il risultato che in un anno 13,5 miliardi di bottiglie diventano rifiuti da gestire.

Ciò non toglie che anche l’impiego della rete idrica comporta ad oggi ingenti sprechi d’acqua: secondo gli ultimi dati forniti dall’Istat in merito, circa la metà (47%) di tutta l’acqua complessivamente prelevata per uso potabile in Italia non raggiunge gli utenti finali a causa delle dispersioni di rete. Si tratta di 4,5 miliardi di metri cubi d’acqua potabile inutilmente persi, ogni anno.

Una realtà che non ci possiamo più permettere, a maggior ragione di fronte all’avanzata dei cambiamenti climatici e con loro della desertificazione, che minaccia già il 20% del nostro Paese. Secondo le stime di Utilitalia, per garantire nei prossimi anni un approvvigionamento sicuro di acqua potabile sono necessari nel nostro Paese investimenti pari a 7,2 miliardi di euro: 3,9 nel Sud e nelle Isole, 1,9 al Centro e 1,3 al Nord. Il numero di investimenti infrastrutturali che dovrebbero essere realizzati per contrastare i fenomeni di siccità sono oltre 700, pari a 50 euro per abitante l’anno per un periodo di 4 anni: si tratta di serbatoi, nuovi approvvigionamenti, riutilizzo delle acque reflue, riduzione delle dispersioni e interconnessioni tra acquedotti.

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