“Right2Water" è la prima iniziativa dei cittadini europei a diventare legge
L’Ue approva la nuova direttiva sull’acqua potabile: più qualità e meno bottiglie di plastica
«È giunto il momento di aggiornare e stringere la soglia per sostanze inquinanti come piombo, microplastiche ed interferenti endocrini»
[15 Dicembre 2020]
L’Europarlamento ha approvato in via definitiva la nuova direttiva sull’acqua potabile, che punta a garantire acqua di rubinetto di alta qualità in tutta l’Ue: è la risposta alle richieste di oltre 1,8 milioni di europei, che hanno firmato la prima Iniziativa dei cittadini a diventare legge, “Right2Water”.
Per consentire e incoraggiare le persone a bere l’acqua del rubinetto piuttosto che l’acqua in bottiglia, la qualità dell’acqua sarà migliorata imponendo limiti più severi per alcuni inquinanti, tra cui il piombo; entro l’inizio del 2022, la Commissione redigerà e monitorerà un elenco di sostanze o composti. Tra queste vi saranno i prodotti farmaceutici, i composti che alterano il sistema endocrino e le microplastiche. La Commissione stilerà inoltre un elenco Ue dove saranno indicate le sostanze autorizzate a venire a contatto con l’acqua potabile.
«Vent’anni dopo l’entrata in vigore della prima direttiva sull’acqua potabile, è giunto il momento – commenta il relatore Christophe Hansen (PPE, LU) – di aggiornare e stringere la soglia per alcuni contaminanti, come il piombo. Per il Parlamento europeo, era della massima importanza che la nuova direttiva rendesse la nostra acqua potabile ancora più sicura e tenesse conto delle nuove sostanze inquinanti. Accolgo quindi con favore le disposizioni della direttiva per le microplastiche e gli interferenti endocrini come il bisfenolo A».
Gli effetti della direttiva sono ad ampio spettro: gli Stati membri dovranno garantire la fornitura gratuita di acqua negli edifici pubblici e dovrebbero incoraggiare ristoranti, mense e servizi di catering a fornire l’acqua ai clienti gratuitamente o a basso costo. I Paesi Ue dovranno inoltre adottare delle misure per migliorare l’accesso all’acqua per i gruppi vulnerabili, come i rifugiati, le comunità nomadi, i senzatetto e le culture minoritarie come i Rom.
La direttiva entrerà in vigore 12 giorni dopo la sua pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell’Ue: entro due anni dalla sua entrata in vigore, gli Stati membri apporteranno le modifiche necessarie agli ordinamenti nazionali per conformarsi alla direttiva.
Raggiungendo così, auspicabilmente, risultati positivi anche in termini di riduzione di prodotti monouso come le bottiglie in plastica che contengono l’acqua minerale. Se la fiducia nell’acqua del rubinetto migliora, i cittadini possono infatti contribuire a ridurre questi rifiuti da imballaggio, come testimoniano in Italia le numerose iniziative introdotte dai gestori del servizio pubblico attraverso i fontanelli di acqua ad alta qualità; secondo la Commissione europea, oltre ai vantaggi ambientali, un minore consumo di acqua in bottiglia potrebbe aiutare le famiglie dell’Ue a risparmiare più di 600 milioni di euro all’anno.
Sotto questo profilo indubbiamente il nostro Paese avrebbe moltissimo da guadagnare. In Italia l’acqua del rubinetto presenta già parametri qualitativi tra i migliori del Vecchio continente, eppure l’italiano medio beve più acqua in bottiglia di tutti in Europa. E questo nonostante lungo lo Stivale l’acqua minerale costi in media 6mila volte di più rispetto a quella in bottiglia. Resta invece molto da migliorare l’infrastruttura idrica: come testimoniano gli ultimi dati Istat, perdiamo qualcosa come il 42% dell’acqua immessa in rete, che viene sprecata senza neanche arrivare al rubinetto. Si tratta di 156 litri al giorno per abitante: quanto basterebbe a soddisfare ogni anno le esigenze idriche di circa 44 milioni di persone.