Metà delle piscine private toscane riempite con acqua potabile
Autorità Idrica Toscana: è contro la legge
[16 Ottobre 2019]
Secondo i dati dell’Autorità Idrica Toscana (AIT), che ha effettuato i controlli tra luglio ed agosto in collaborazione con diversi comandi di Polizia Municipale, «Oltre la metà delle piscine toscane su cui si sono effettuati controlli sono state riempite con spreco di acqua potabile dell’acquedotto».
Il 2019 è stato il primo anno in cui, secondo un programma pianificato, l’AIT ha effettuato controlli sui riempimenti delle piscine in 30 comuni delle zone valutate con scarsa disponibilità di risorsa idrica: Lunigiana, Isola d’Elba, Chianti Fiorentino, Chianti Senese, Alta Val di Cecina. Attualmente, all’ Autorità Idrica Toscana, sono già pervenuti 21 verbali di contestazione di illeciti (2 in Alta Val di Cecina, 7 all’Elba, 5 in Lunigiana, 7 nel Chianti Senese).
All’AIT spiegano che «Solitamente, nel periodo estivo, queste aree della nostra regione soffrono di carenza di acqua potabile. Se per riempire le piscine (invece di utilizzare l’acqua che deve essere chiesta al gestore di zona del servizio idrico) viene usata l’acqua del rubinetto, il deficit di risorsa idrica aumenta, a discapito degli usi idrici basilari. È per questo che AIT ha chiesto alle varie Polizie Municipali l’attivazione di controlli a campione, indicando loro le strutture ricettive individuate direttamente da AIT e chiedendo, sempre ai vari comandi dei vigili urbani, di effettuare, secondo loro scelte, i controlli a campione sulle abitazioni private.
Si sono dunque effettuati 65 controlli, di cui 59 presso strutture ricettive (hotel, agriturismi, ecc.) e 6 presso abitazioni private. Di 65 controlli è stato accertato che 34 utenze (cioè il 52%) hanno utilizzato illecitamente l’acqua dell’acquedotto pubblico per il riempimento delle piscine».
Durante i controlli estivi sono stati riscontrati anche 28 casi di utilizzo di acqua proveniente da pozzi privati o da sorgente, per i quali si è verificato se in possesso di concessione; 13 casi di mancato svuotamento annuale delle vasche che producono condizioni igieniche non a norma, e in 3 casi addirittura la mancata tenuta di autocontrollo degli impianti di depurazione delle piscine stesse.