Prato, come evitare gli allagamenti a San Paolo? Da Publiacqua un progetto da 20 mln di euro

Perini: «Si tratta di un investimento importante ma necessario». Proposte tre piccole nuove casse d’espansione oltre al rinnovo del 30% della rete fognaria

[24 Aprile 2024]

«Il quartiere San Paolo a Prato è storicamente lo specchio di un problema con il quale da molti anni ci troviamo a che fare e cioè il rischio di allagamenti».

Ieri Nicola Perini, presidente di Publiacqua – la partecipata pubblica che ha in carico la gestione del servizio idrico integrato in 46 Comuni delle province di Firenze, Prato, Pistoia e Arezzo, dove vive un terzo della popolazione regionale – ha esordito così in seno alla Commissione Consiliare 4 del Comune di Prato. Un’occasione dedicata a presentare la progettualità per il potenziamento fognario e per affrontare i problemi di allagamento del popoloso quartiere pratese, che a causa della crisi climatica in corso condivide ormai il rischio allagamenti con territori ben più vasti.

«L’alluvione dello scorso novembre che ha messo in ginocchio la Toscana tutta con ingenti danni umani ed economici ne è la riprova – ha ricordato Perini – e oggi più che mai è compito dei soggetti deputati alla corretta gestione del servizio fare quanto più possibile per individuare soluzioni tecniche ad hoc, atte a mitigare il rischio idrogeologico e a prevenire gli effetti degli allagamenti cui purtroppo sono abituati gli abitanti del quartiere».

Al di là della crisi climatica, gli storici problemi di allagamenti che affliggono il quartiere di San Paolo –  soprattutto in caso di eventi meteo particolarmente importanti – dipendono anche dal fatto che il bacino di San Paolo (50 ettari per circa 5.000 abitanti equivalenti) ha una pendenza da nord e sud e, in caso di piogge importanti, la rete attuale ed il bacino idrografico presente (Vella, Bardena) non riescono a gestire gli enormi afflussi di acqua.

Dei tre scenari d’intervento esplorati in Commissione, quello che Publiacqua ritiene più idoneo alla situazione prevede la costruzione di 3 bacini di detenzione di diverse dimensioni (5.000, 2.000 e 1.000 mc) con svuotamento a gravità (ogni 24/48H) e con un quadro economico di circa 20 milioni di euro.

Tre vere e proprie – anche se piccole – casse d’espansione che, tra l’altro, consentirebbero la distrettualizzazione (divisione) del sistema fognario della zona serviti dai nuovi bacini costruiti.

L’intervento prevede inoltre il rinnovo del 30% della rete fognaria della zona e l’inserimento urbanistico di uno dei bacini con un camminamento ed area a verde a disposizione della cittadinanza.

Un lavoro apprezzato dai membri della Commissione, ma che ieri ha visto solo il primo momento di un lungo processo approvativo dove sarà fondamentale individuarne, per esempio, la finanziabilità per poi arrivare al progetto esecutivo e quindi alla cantierizzazione.

«Si tratta di un investimento importante, circa 20 milioni di euro, ma necessario – conclude Perini –  Condividere e realizzare un intervento del genere, nell’interesse collettivo, supportati magari da attività di comunicazione e formazione per istituzioni e cittadini coinvolti, rappresenta un dovere per un’azienda come Publiacqua, per affrontare queste problematiche ambientali, sociali ed economiche oggi purtroppo sempre più frequenti e che necessitano di rapide soluzioni. E rapidi processi autorizzativi».