Riceviamo e pubblichiamo
Progetto Carrione, Legambiente: «Rivedere i calcoli»
[31 Marzo 2016]
Le elevate portate di piena del Carrione previste dal modello matematico Mobidic, che imporrebbero tra l’altro l’abbattimento dei ponti storici, non convincono Legambiente. Sebbene analoghe perplessità fossero state manifestate da più parti, l’aspetto clamoroso della notizia sta nel fatto che, nel suo corposo e dettagliato documento, Legambiente porta le prove del presunto errore.
Rispetto allo studio Viti del 2004, Mobidic prevede portate di piena dimezzate per i bacini non marmiferi e raddoppiate per i bacini marmiferi; queste ultime sarebbero sensibilmente sovrastimate. A sostegno di queste affermazioni Legambiente mostra foto dei tratti montani del Carrione di Colonnata in occasione di una piena per la quale Mobidic prevede portate di diversi metri cubi al secondo ma che, di fatto, sono praticamente asciutti.
La rilevante sovrastima delle portate di piena discenderebbe da una errata classificazione idrologica dei ravaneti, sorprendentemente considerati corpi compatti e impermeabili (al pari delle aree urbanizzate) sebbene si comportino come grandi spugne che assorbono rilevanti quantità di pioggia, rilasciandole in seguito lentamente e riducendo in tal modo i picchi di piena. Altre cause d’errore potrebbero risiedere nel non aver adeguatamente considerato le acque che, intrappolate nelle cave a pozzo e dai ravaneti che sbarrano intere valli, vengono sottratte alla formazione delle piene.
In definitiva, per un errore nei dati implementati nel modello Mobidic, il cui uso è stato espressamente richiesto dalla Regione Toscana, quest’ultima avrebbe fornito al prof. Seminara previsioni di portata sovrastimate; da questo “peccato originale” sarebbe perciò scaturito un sovradimensionamento degli interventi necessari per la sistemazione del Carrione.
Legambiente chiede pertanto alla Regione non solo di rivedere lo studio idraulico, ma di inserire tra gli interventi di riduzione del rischio anche lo smantellamento dei ravaneti e la loro ricostruzione con sole scaglie (eliminando marmettola e terre), nonché il ripristino degli alvei montani oggi occupati da strade (ricostruendole a quote più elevate). Questi interventi, infatti, darebbero un contributo rilevante alla sicurezza idraulica, la cui entità potrebbe essere stimata quantitativamente dallo stesso modello Mobidic.
Chiede infine l’avvio di un processo partecipativo strutturato che consenta alla popolazione di esprimersi su una vasta gamma di alternative d’intervento per arrivare col più largo consenso alla scelta della soluzione ottimale.
di Legambiente Carrara