Progetto Ersa, i lavori del sistema depurativo corrono a tempo record
[9 Dicembre 2013]
Nel nostro Paese la prassi per la costruzione di un’opera sul territorio prevede purtroppo la messa in conto di un certo periodo di giacenza – più o meno lungo – nel quale il progetto vegeta, incompleto o appena abbozzato, di essere terminato. Fortunatamente non è questo il caso del Progetto Ersa, il collettore che permetterà la depurazione delle acque reflue di metà Firenze e Bagno a Ripoli ancora non collegati al depuratore di San Colombano: in questo caso, a riscatto di altri insuccessi, si prevede addirittura di chiudere i cantieri in anticipo.
I costi del non fare, in Italia, ci sono costati nel biennio 2012-2013 la cifra monstre di 82 miliardi di euro. Impianti, infrastrutture, chi più ne ha più ne metta: nel rapporto 2013 sui Costi del non fare (Cnf) realizzato da Agici-Bocconi sono ricompresi innumerevoli casi, per i quali indubbiamente i costi del non fare sono stati minori dei danni che si sarebbe compiuto realizzando l’opera. Ma non può essere questa la discriminante; è inutile investire risorse in programmi e pianificazione dei progetti se poi questi non vengono completati.
Controcorrente, il Progetto Ersa corre veloce. Partono infatti oggi, in anticipo rispetto alla tabella di marcia, i lavori per la realizzazione del secondo lotto. Suddiviso in 3 sotto-sezioni che saranno realizzate parallelamente, questo tratto dell’opera prevede il collegamento tra l’emissario meridionale e il fiume Greve, punto di congiungimento al primo lotto che sta per essere ultimato.
«L’area fiorentina – ha dichiarato oggi Anna Rita Bramerini, assessore all’Ambiente ed energia della Regione Toscana – eviterà le sanzioni europee grazie alla realizzazione dell’opera da parte di Publiacqua, grazie all’impulso promosso dalla Regione Toscana, che ha riservato all’opera 5,5 milioni di euro, e all’efficace coordinamento di tutte le istituzioni interessate svolto sempre dalla Regione con la firma del protocollo d’intesa».
Così, mentre i lavori sul primo tratto dell’Emissario sono sul punto di concludersi, tutto è già pronto per iniziare a scavare i tracciati del secondo lotto, che sarà lungo poco più di 2 chilometri e ultimato entro novembre 2014 in linea con la tabella di marcia prevista all’inizio del progetto. L’obbiettivo però è quello di anticipare i lavori e concluderli entro l’estate, qualora le condizioni atmosferiche lo consentano. «Il cantiere è in anticipo sui tempi previsti: un esempio per le infrastrutture in Italia», puntualizza Erasmo D’Angelis, Sottosegretario di Stato Ministero Infrastrutture Trasporti.
In ballo c’è il più grande cantiere idrico italiano. L’emissario in Riva Sinistra consiste nell’interramento di una tubazione che correrà per 6,8 km lungo l’asse principale sull’argine dell’Arno. A questa si aggiungerà una conduttura di un 1 metro di diametro lunga 600 metri, che raccoglierà i reflui che scaricano attualmente nel Fosso degli Ortolani e saranno collettati anche gli scarichi di Bagno a Ripoli per 20.000 abitanti. Il costo complessivo dell’opera è di 71,5 milioni di euro, comprensivo anche dei costi per la messa in sicurezza e la bonifica di un’immensa area grande come 15 campi di calcio, utilizzata nei decenni scorsi come discarica abusiva di rifiuti dell’edilizia e del dopo-alluvione di Firenze, individuati lungo il tracciato. È di circa 14 milioni l’importo per i lavori del secondo lotto di cui già investiti 1,5 milioni per i lavori eseguiti ai fini della cantierizzazione e messa in sicurezza dell’area e 1,8 milioni circa per la fornitura completa dei tubi necessari per l’intero lotto.
«Grazie alla tariffa e, quindi, alle bollette pagate da noi tutti – precisa Alessandro Mazzei, Direttore Generale Autorità Idrica Toscana – si rende possibile la realizzazione di uno dei più importanti investimenti per l’area fiorentina e per la Toscana nel suo complesso». Per rendere i cittadini più partecipi e consapevoli nella realizzazione del progetto, è inoltre previsto un piano per informali puntualmente all’avanzare dei lavori, e limitare quindi al massimo i disagi per le modifiche alla viabilità della zona.