Ricercatori del Sant’Anna scoprono enzima per sviluppare piante resistenti alle alluvioni
[6 Marzo 2014]
Uno studio guidato da ricercatori della Scuola Superiore SantʼAnna rivela lʼesistenza di un enzima che mette in relazione la stabilità delle proteine con la concentrazione di ossigeno nellʼambiente. Nellʼarticolo, pubblicato su Nature Communications, il gruppo di ricerca, che include lʼUniversità di Aachen e il Max Planck Institute di Golm (Germania), descrive la scoperta, nelle cellule delle piante, di un enzima chiamato cisteina ossidasi (PCO) che incorpora molecole di ossigeno nelle proteine che possiedono una cisteina come aminoacido iniziale.
Tale modificazione etichetta le proteine target come “spazzatura da riciclare”, indirizzandole al macchinario preposto alla loro degradazione. La cisteina ossidasi quindi svolge un importante ruolo di controllo su diverse proteine, legandone lʼabbondanza alla disponibilità di ossigeno. «Il più immediato fra i substrati di questo meccanismo è il regolatore della risposta anaerobica, RAP2.12, che grazie a PCO viene stabilizzato in ipossia», commenta il primo autore dellʼarticolo, Daan Weits, studente olandese che svolge il proprio dottorato alla Scuola SantʼAnna, segno che anche la ricerca italiana è in grado di attrarre studenti di valore dal Nord Europa, tradizionale avamposto della ricerca molecolare in campo vegetale.
«Questa scoperta è destinata ad avere una forte risonanza nellʼambito della biologia delle piante», spiega il Francesco Licausi, ricercatore di fisiologia vegetale presso la Scuola SantʼAnna, che ha coordinato la ricerca. «Innanzitutto, infatti, rivela un nuovo elemento di regolazione della risposta delle piante a stress quali sommersione e allagamento. Queste condizioni causano sempre più spesso una drastica riduzione delle colture in seguito ad rovesci di particolare intensità, la cui frequenza è aumentata in maniera drammatica nellʼultimo decennio causando notevoli danni allʼagricoltura in Italia e in Europa. La manipolazione dei livelli di cisteina ossidasi o lʼindividuazione di varianti naturali di tali enzimi potrà contribuire allo sviluppo di varietà maggiormente resistenti a queste condizioni di stress.
Inoltre, lʼesistenza di tale enzima rivela un passaggio chiave nellʼadattamento delle piante ad unʼatmosfera ricca di ossigeno, fenomeno avvenuto milioni di anni fa proprio in conseguenza della massiccia evoluzione di meccanismi fotosintetici. Tuttavia, negli animali la cisteina ossidasi non sembra essere presente, pertanto in questo caso la degradazione delle proteine sulla base della disponibilità di ossigeno, riscontrata precedentemente, appare affidata a meccanismi divergenti».
di Scuola Superiore SantʼAnna