A Festambiente il punto sulla situazione nazionale e regionale
Rischio idrogeologico: «Il Governo agisca subito per evitare la conta delle vittime d’autunno»
Nell’86% dei comuni toscani abitazioni vicino ad alvei o in aree golenali e a rischio frana
[13 Agosto 2014]
A FestAmbiente, il festival nazionale di Legambiente in corso in Maremma, a Rispescia (Gr), domani si parlerà di rischio idrogeologico in un dibattito e di buone pratiche per prevenirlo, moderato da Umberto Mazzantini di greenreport.it, ed al quale parteciperanno Erasmo D’Angelis Responsabile Struttura di missione del Governo contro il dissesto idrogeologico, Giorgio Zampetti Responsabile scientifico nazionale Legambiente, Marco Bottino Presidente Urbat, Mario Tozzi geologo, Sergio Rizzo Corriere della sera, Cristiana Avenali Commissione Ambiente Regione Lazio, Paolo Masini Assessore alle infrastrutture Roma Capitale, Giuseppe Monaci Assessore alla Protezione civile ed oggi dalla manifestazione parte un appello al Governo «Per evitare con l’arrivo dell’autunno l’ennesima tragica conta di danni e vittime per frane, alluvioni e allagamenti è fondamentale agire in tempi brevi, con risorse e misure adeguate».
Legambiente ricorda che «Il rischio frane e alluvioni interessa praticamente tutto il Paese con 6.633 comuni e oltre 6 milioni di cittadini in aree a rischio idrogeologico e soltanto 55 amministrazioni che hanno deciso di delocalizzare abitazioni dalle aree esposte a maggiore pericolo».
Per quanto riguarda la regione che ospita FestAmbiente, la Toscana, insieme alla Calabria, l’Umbria, la Valle d’Aosta e le Marche, è tra e regioni più minacciate: «Sono ben 280 i comuni toscani in cui sono presenti aree a rischio idrogeologico, il 98% del totale – rammentano a FestAmbiente – (l’86% di quelli analizzati nel dossier Ecosistema rischio 2013) sono presenti abitazioni in aree golenali, in prossimità degli alvei e in aree a rischio frana e, in tali zone, in 54 amministrazioni toscane (il 68% del campione), sorgono impianti industriali che, in caso di calamità, comportano un grave pericolo oltre che per le vite dei dipendenti, per l’eventualità di sversamento di prodotti inquinanti nelle acque e nei terreni circostanti. Nel 39% dei comuni intervistati (31 amministrazioni) sono stati costruiti in aree a rischio addirittura interi quartieri e nel 29% dei casi (23 amministrazioni) sorgono strutture sensibili come scuole e ospedali. In 12 comuni sono state edificate nuove strutture in zone esposte a pericolo di frane e alluvioni anche nell’ultimo decennio».
Secondo Zampetti, «Occorre far presto per invertire la tendenza degli ultimi anni in cui si sono spesi circa 800 mila euro al giorno per riparare i danni e meno di un terzo di questa cifra per prevenirli La recente creazione della struttura di missione del Governo contro il dissesto idrogeologico è sicuramente una novità positiva. Oltre a liberare tutte le risorse già stanziate che negli anni lo Stato e gli enti locali non sono riusciti a spendere è però fondamentale far partire un programma nazionale di manutenzione e prevenzione. E’ prioritario soprattutto definire con maggiore chiarezza il ruolo, le competenze e la composizione delle Autorità di Bacino Distrettuali, avviando urgentemente la loro costituzione per garantire il coordinamento a scala di bacino nell’ambito della realizzazione degli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico. La cabina di regia nazionale dovrà quindi garantire che gli interventi siano ispirati a un modello di efficacia ambientale ed economica e trasparenza delle procedure, anche per dare un chiaro indirizzo d’uso per i prossimi fondi strutturali».
Anche la prima Conferenza Nazionale sul Rischio Idrogeologico del febbraio 2013 che ha visto confrontarsi associazioni, sindaci, ordini professionali, tecnici ed esperti, ha individuato nel governo del territorio e di bacini idrografici, nella manutenzione e rinaturalizzazione, nella semplificazione normativa e nel reperimento e continuità delle risorse economiche le priorità per un’efficace politica di prevenzione. «Un percorso condiviso da tante realtà – conclude Zampetti – di cui il Governo potrebbe avvalersi in questa fase con l’obiettivo di rispondere in modo efficace alle ripetute emergenze legate al rischio idrogeologico».
FestAmbiente è stata l’occasione per Legambiente per rilanciare la petizione on line “Mettiamo in sicurezza il Paese ora!” che chiede al Governo Renzi di partire subito con gli interventi di prevenzione e manutenzione del territorio: http://dissestoitalia.it/petizione/