L’analisi della fondazione Cima
Siccità, quest’anno in Italia manca il 64% dell’acqua contenuta nella neve
Le condizioni peggiori sono quelle degli Appennini dove, si potrebbe dire, la stagione della neve è “non pervenuta”
[23 Febbraio 2024]
La scarsità di neve presente sui monti italiani, tra Alpi e Appennini, lascia già presagire un altro anno difficile in termini di siccità, che non a caso avanza a sud come anche a nord del Paese.
Le precipitazioni attese in questi giorni sono ancora tutte da valutare rispetto all’apporto di neve, ma Francesco Avanzi, idrologo della fondazione Cima, ricorda che «una nevicata non fa inverno».
Le scarse nevicate degli ultimi mesi non sono state minimamente sufficienti a risollevare il deficit in corso nel Paese, perché l’accumulo di neve va visto come una maratona, che deve andare avanti nel tempo. Difficile dunque che le nevicate in quota di questi giorni possano cambiare radicalmente la situazione.
Monitorando come consueto le condizioni dello Snow water equivalent (Swe), ossia l’acqua contenuta nella neve, la fondazione Cima documenta un deficit nazionale del 64% lungo lo Stivale.
«Questa condizione – argomenta Avanzi – va fatta risalire al tempo mite e secco, soprattutto nella seconda metà di gennaio, che ha aggravato un deficit preesistente: secondo le nostre stime, hanno portato a una fusione anticipata dell’ordine di 1 miliardo di metri cubi di acqua in neve nella seconda metà di gennaio. Purtroppo, la scarsità di neve ha caratterizzato i nostri monti per tutti gli ultimi tre anni».
Le condizioni peggiori sono quelle degli Appennini dove, si potrebbe dire, la stagione della neve è “non pervenuta”: l’esempio più eclatante è quello del bacino del Tevere, che registra un deficit di Swe del -93%. Invece in Abruzzo, che rappresenta un indice per l’Appennino centrale, il deficit è del -85%.
La situazione non migliora di molto se si guarda alle Alpi, dove il deficit complessivo (-53%) è solo di poco meno marcato che a livello nazionale e molto simile a quello dello scorso anno in questo stesso periodo.
«Vale la pena ricordare che la neve alpina è particolarmente importante per l’approvvigionamento idrico italiano, perché alimenta anche il bacino del Po. Bacino che – conclude Avanzi – registra un deficit di Swe del -63% rispetto agli ultimi 12 anni».