Stop Glifosato: «L’Ue sta per dare il via libera a una sostanza potenzialmente cancerogena»
32 Associazioni: le Regioni lo finanzieranno con i fondi Pac per l’agricoltura sostenibile
[22 Febbraio 2016]
Secondo le 32 associazioni nazionali ambientaliste e dell’agricoltura biologica che aderiscono al tavolo contro i pesticidi e alla Campagna Stop Glifosato: «Quello del glifosato è un autentico scandalo: senza pareri univoci sul piano scientifico in merito alla sua pericolosità per la salute umana, la Commissione Europea sta per procedere ad una nuova autorizzazione del prodotto chimico per altri 15 anni».
Le associazioni sono molto preoccupate per come si stanno muovendo l’Europa ed il Governo italiano, con le Regioni, sulla imminente decisione a livello europeo in merito al rinnovo dell’autorizzazione alla commercializzazione ed utilizzo del diserbante Glifosato nei Paesi membri della Ue.
il Glifosato è il pesticida più utilizzato al mondo ed è presente in 750 formulati tra i quali il Glinet® e il Roundup® che viene proposto dalla Monsanto in abbinamento a sementi Ogm che sviluppano resistenza a questo prodotto. L’International agency for research on cancer (Iarc), l’agenzia per la ricerca sul cancro dell’Oms, ha definito il Glifosato «sicuro cancerogeno per gli animali e fortemente a rischio anche per l’uomo».
L’autorizzazione del Glifosato a livello europeo, scaduta il 31 dicembre 2015, è stata prorogata a giugno 2016 in attesa della revisione paritetica e consultazione finale con gli Stati Membri. Attualmente Commissione e Stati membri si apprestano a una nuova autorizzazione per altri 15 anni sulla base di una decisione che andrà in votazione nella prossima commissione permanente del Comitato per le piante, gli animali, gli alimenti e i mangimi (Paff) e per la quale tutti gli Stati membri, escluso la Svezia, sembra siano a favore.
La portavoce del tavolo delle 32 Associazioni, Maria Grazia Mammuccini. Sottolinea: «Dopo il parere dell’EFSA, che ha decretato la non cancerogenicità per l’uomo del Glifosato in contrasto con quello dello IARC,in assenza di un consenso scientifico sul tema della pericolosità del prodotto chimico per la salute umana, la Commissione e gli Stati Membri hanno prima di tutto la responsabilità di proteggere la salute dei cittadini adottando il principio di precauzione”,dichiara nella lettera inviata ai tre Ministri italiani competenti in materia di pesticidi (Agricoltura, Ambiente e Salute) Al Governo italiano rinnoviamo la richiesta già fatta nei mesi scorsi e che ad oggi non ha ancora ricevuto nessuna risposta, di prendere una posizione chiara in sede europea che vieti definitivamente ed in maniera permanente la produzione, la commercializzazione e l’uso di tutti i prodotti a base di Glifosato»
Partita da un’iniziativa di Aiab e Firab la campagna “#StopGlifosato” è diventata una Campagna oggi condivisa da Associazione per l’Agricoltura Biodinamica, Fai, Federbio, Italia Nostra, Isde – Medici per l’ambiente, Legambiente, Lipu, Navdanya International, Pan Italia, Slowfood, Terra Nuova, Touring Club Italiano, Associazione Pro Natura, UpBio, Wwf, AnaBio, Asso-Consum, l’Associazione Culturale Pediatri (Acp), Donne in campo-Cia Lombardia, Forum Italiano dei Movimenti per l’acqua, Greenpeace, Ibfanitalia, Mdc, Nupa, Rees Marche, il Test, Una.Api, Vas, Wwoof Italia, Zero OGM, che chiedono alle Regioni di «rimuovere il prodotto da tutti i disciplinari di produzione che lo contengono e di escludere le aziende che ne fanno uso da qualsiasi premio nell’ambito dei PSR 2014 – 2020»”
L’Italia è uno dei maggiori utilizzatori di Glifosato, che è incluso nel Piano d’Azione Nazionale per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari (PAN). «Il che significa – fanno notare le associazioni – che tutti i Programmi regionali per lo sviluppo rurale (PSR 2014-2020), nei prossimi anni, promuoveranno come sostenibile e incentiveranno l’uso di un prodotto che in realtà è considerato certamente cancerogeno per gli animali e potenzialmente cancerogeno per l’uomo, classificato in passato come interferente sul sistema endocrino e, più di recente secondo studi del Mit del 2013-2014, sospettato essere alla base di gravi pericoli come l’insorgenza della celiachia. Esistono inoltre correlazioni epidemiologiche tra l’esposizione al Glifosato e il linfoma di non-Hodgkin e agli aumenti di leucemie infantili e malattie neurodegenerative (come il Parkinson)».
Agricoltori biolgici e ambientalisti evidenziano che «La pericolosità del Glifosato per persone, piante e animali è ampliata dal fatto che questo prodotto è largamente utilizzato non solo in agricoltura ma anche per la pulizia delle strade e delle ferrovie e presente nei prodotti per il giardinaggio e l’hobbistica. Anche i bambini possono essere esposti al pericolo del Glifosato durante le erogazioni in aree pubbliche come scuole e giardini. Inoltre in Italia, secondo il report “Pesticidi nelle acque” a cura dell’Ispra, risulta essere la sostanza che nell’acqua supera maggiormente i limiti della soglia fissata dalla Legge, insieme al suo metabolita (ossia il prodotto dalla degradazione del Glifosato) di nome Ampa».
La Mammuccini conclude: «Le alternative al Glifosato ci sono, e vanno rese note e sia in agricoltura che per la manutenzione del verde pubblico. Si tratta di buone pratiche agronomiche ecologiche, a partire dai metodi di coltivazione biologici e biodinamici, che risultano sostenibili anche nel rapporto costi-benefici, sia a breve che a medio termine».