Water footprint, indicatore di sostenibilità per le imprese

[19 Luglio 2013]

La riflessione sull’impronta idrica definita come il volume totale di acqua dolce utilizzata per produrre beni e servizi, misurata in termini di volumi d’acqua consumati  e inquinati per unità di tempo, è stata al centro del primo di una serie di seminari di avvicinamento a Città Sostenibile 2013, laboratorio delle eccellenze tecnologiche e dei bio materiali all’interno di Ecomondo, la più importante fiera italiana sulle tematiche ambientali.

Infatti l’edizione 2013 (6-9 novembre Rimini Fiera) vedrà come elemento predominante l’acqua, simboleggiata da un lungo fiume che collegherà tutte le aziende espositrici.

«La Water footprint, così come già accaduto per la Carbon footprint che è stata un’evoluzione importante e determinante per qualificare l’evoluzione green delle nostre imprese più innovative- ha spiegato Ermete Realacci, presidente della Commissione Ambiente Territorio e Lavori Pubblici della Camera – darà una ulteriore spinta verso la sostenibilità del nostro sistema produttivo e potrà rappresentare una nuova componente strategica per la qualità e la competitività delle imprese italiane, di quella Green Italy che è una sintesi tra la Green Economy e il nuovo Made in Italy sempre più orientato all’innovazione e alla sostenibilità».

Protagoniste di questo percorso dovranno essere le aziende come ha evidenziato Gabriella Chiellino, Ad di E-Ambiente coordinatore scientifico di Città Sostenibile Ecomondo: «La Water footprint  è un tema di forte attualità, strumento utile alle aziende sia in termini di vantaggio nei confronti dei competitor, sia come indicatore per conoscere al meglio i propri processi produttivi e dinamiche interne. La conoscenza di questi importanti dati è utile a intervenire nella dinamica aziendale migliorandone le performance».

«L’auspicio – ha aggiunto Chiellino – è che prevalga l’approccio win win nell’analisi della Water Footprint, cioè che da questi studi possano tranne vantaggi tutti quanti, dall’azienda al fruitore del servizio o prodotto, in termini di efficienza e risparmio economico. Ricordo che la sostenibilità è sempre più considerata nelle sue tre anime: ambientale, sociale ed economica».

Durante il dibattito, organizzato da Legacoop Nazionale con E-Ambiente, è emerso anche il ruolo che può avere Water Footprint per le cooperative, cioè «un’opportunità economica nel momento in cui la razionalizzazione della risorsa acqua all’interno del ciclo produttivo realizza dei risparmi economici per l’impresa–  ha spiegato Vanni Rinaldi, responsabile Legacoop ambiente ed energia – è uno strumento indiretto di posizionamento sul mercato per prodotti e servizi realizzati dalle imprese, al pari delle altre best practices ambientali, dato che i criteri ambientali e di sostenibilità rappresentano il primo motivo per l’ acquisto di un prodotto, con largo margine rispetto a motivazioni socialmente importanti come la regolarità contrattuale dei lavoratori ed il lavoro minorile. La water footprint è un meccanismo normativo e procedurale che le aziende dovranno a breve conoscere e introdurre, in particolar modo qualora intendano lavorare con la Pa, per l’introduzione dei Criteri Ambientali Minimi nei bandi di gara» ha concluso Rinaldi.