
Agricoltura 2.0, in Toscana si alzano in volo i droni per monitorare i campi coltivati

Droni muniti di sensori di alta qualità, in grado di monitorare lo stato delle colture e di effettuare diagnosi precoci in caso di infestazioni o presenza di malattie: sono quelli messi in campo grazie al progetto Pit “Dalla fascia pedemontana al mare”, finanziato dalla Regione Toscana su fondi del Piano di sviluppo rurale dell’Ue e coordinato dall’Ente parco regionale Migliarino-San Rossore-Massaciuccoli, che vede la collaborazione degli Atenei di Pisa e Siena.
Il primo di questi droni si è alzato in volo pochi giorni fa su un campo di mais: uno strumento che i ricercatori ritengono ideale per effettuare check-up aziendali ripetuti e a basso costo. «Si tratta di velivoli di piccole dimensioni, capaci di localizzarsi nello spazio e di svolgere in maniera autonoma attività di esplorazione e monitoraggio grazie anche alla disponibilità di sensori di alta qualità e componenti hardware sufficientemente leggeri da consentirne l’impiego in applicazioni di campo – spiega il ricercatore dell’Università di Pisa Nicola Silvestri – Inoltre, la relativa semplicità del loro funzionamento permette di ripetere i rilievi, anche a breve distanze di tempo, così da coprire tutte le fasi fenologiche più delicate per la coltura».
L’obiettivo del progetto, che ha una durata di due anni e prevede l’utilizzo di droni con voli programmati in relazione allo sviluppo delle colture, è quello di riuscire a definire parametri specifici per l’individuazione di malattie e di infestazioni di malerbe analizzando immagini catturate dai droni a diverse lunghezze d’onda (visibile, infrarosso vicino e termico, sensori multi- e iper-spettrali) e confrontandole con le osservazioni effettuate a terra (di sicura attribuzione), mediante l’utilizzo di una sensoristica analoga. La possibilità di operare un corretto matching fra i rilievi effettuati al suolo e le immagini catturate in volo consentirà una corretta interpretazione dei dati acquisiti da remoto individuando l'insorgenza di eventuali avversità e permettendo all’agricoltore di intervenire precocemente per ridurre sia l’entità del danno che l’impiego di prodotti fitosanitari.
«La gestione dell’azienda agraria – osserva Silvestri – costringe l’agricoltore a una continua attività di monitoraggio dello stato fitosanitario e nutrizionale delle colture per poter intervenire tempestivamente con trattamenti agronomici appropriati al fine di ridurre l'incidenza delle avversità biotiche e abiotiche e di limitare l'entità degli eventuali danni»
Ulteriori settori di utilizzo dei droni nella gestione dell’azienda agraria sono costituiti dalla possibilità di monitorare l’effettivo sviluppo e la fenologia delle specie coltivate nonché di controllare la diffusione (endemica o epidemica) di specie aliene (sia che si tratti di piante che di agenti parassitari).
Il servizio di diagnosi precoce, una volta messo a punto, potrà inoltre essere messo a disposizione delle altre aziende operanti sul territorio, contribuendo alla crescita professionale degli operatori del settore.
