L’embargo russo sui prodotti alimentari ci è costato 244 milioni di euro
Confagricoltura: meno 50,3% le esportazioni verso Mosca, ma ad altri Paesi Ue è andata peggio
[5 Febbraio 2016]
L’embargo contro la Russia di Putin per l’annessione della Crimea e la guerra nel Donbas nell’Ucraina orientale non è mai piaciuto agli agricoltori italiani, ma oggi è l’organizzazione più “a destra” del mondo agricolo, Confagricoltura, a trarre un bilancio di una politica voluta da Washington, alla quale la Germania si è associata ed alla quale Bruxelles si è adeguata e l’Italia piegata, sperando che la vecchia amicizia con Vladimir ci avrebbe evitato il peggio. Putin ha invece imposto un contro-embargo che ha fatto malissimo alla nostra agricoltura e oggi Confagricoltura sottolinea che «Le conseguenze del divieto di importazione di molti prodotti agroalimentari provenienti da Ue, Usa, Canada, Norvegia ed Australia, istituito dal governo della Federazione Russa, con decreto n. 778 del 7 agosto 2014 e rinnovato per un ulteriore anno con decreto n. 625 del 25 giugno 2015 (nuova scadenza 5 agosto 2016), ha avuto effetti pesantissimi, diretti ed indiretti per l’agroalimentare del nostro Paese».
Confagricoltura ricorda con nostalgia i bei tempi in cui «La Russia rappresentava per l’Italia un importante mercato di sbocco per i prodotti agricoli ed agroalimentari. Il valore dell’export agroalimentare (bevande escluse) era più che raddoppiato negli ultimi anni, fino a raggiungere nel 2013 (ultimo anno prima dell’embargo) i 485 milioni di euro». Ora il Centro Studi di Confagricoltura stima che «nel 2015 (primo anno soggetto interamente all’embargo) il valore risulterà dimezzato: 241 milioni di euro» .
Il Centro Studi ha analizzato dettagliatamente i dati dei 12 mesi da agosto 2014 e luglio 2015 e sottolinea che «Guardando alle diverse categorie di prodotti agroalimentari, quelle che hanno subìto, in seguito all’embargo, la maggiore flessione dei valori esportati in Russia sono: frutta (-56,9 milioni di euro), carni e frattaglie (-44,2 milioni), formaggi e latticini (-41,7 milioni). Le maggiori flessioni percentuali riguardano: ortaggi (-98,9%), frutta (-94,5%), formaggi e latticini (-93,6%), carni e frattaglie (-88,4%)».
Ma, nonostante tutto l’Italia non è stato il Paese europeo più colpito dal contro-embargo russo, come evidenzia Confagricoltura, «Nel 2013 l’Italia rappresentava il 5,1% dell’export complessivo di prodotti agroalimentari verso la Russia (bevande escluse) dei Paesi dell’Unione Europea, posizionandosi, nonostante il forte progresso registrato negli ultimi anni (+119% fra il 2009-2013), all’ottavo posto. In seguito all’embargo, il nostro Paese ha subìto una riduzione dei valori esportati verso la Russia del 50,3%, sensibilmente inferiore a quella di tutti i principali Paesi Ue, escluse Olanda e Germania, salendo così al 5° posto, preceduto solo da Olanda, Germania, Polonia e Lituania».