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Lanciata l’iniziativa #ItaliaNOogm

Un tweet alla Serracchiani per dire che con gli Ogm «nessun prodotto italiano è al sicuro»

 |  Enogastronomia moda turismo

Legambiente non molla la pressione sulla presidente del Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani e sulla  ministra delle Politiche agricole Nunzia De Girolamo  e, con la nuova iniziativa #ItaliaNOogm, sui social-network rilancia la campagna anti-Ogm.

«In Friuli Venezia Giulia c’è chi semina e raccoglie mais Ogm, pur essendo vietato dalla legge italiana – dicono gli ambientalisti - Invece di far applicare la legge nazionale e bloccarne la coltivazione, la Regione propone di regolamentare la coesistenza tra agricoltura tradizionale e geneticamente modificata, con una proposta debole, che non dà sufficienti garanzie alla sicurezza del territorio, alle produzioni di qualità, alla difesa della biodiversità e che, di fatto, apre le porte alla diffusione incontrollata degli Ogm. Ancora non sappiamo se gli Ogm sono sicuri per la salute, ma per l’ambiente, e senza regole severe e restrittive sulla loro diffusione, il rischio di contaminazione dell’agricoltura tradizionale e biologica è alto. Non è questo che intendiamo per agricoltura italiana di qualità, non è questo il modo di valorizzare il Made in Italy alimentare».

Legambiente ribadisce: Chiediamo una moratoria immediata sulla coltivazione degli Ogm in Friuli e il rispetto delle norme nazionali, vogliamo più tutela per i nostri prodotti tipici».

A chi è d’accordo con loro gli ambientalisti chiedono di mandare un tweet alla presidente della Regione Friuli Venezia Giulia (@serracchiani) e al ministro delle politiche agricole (@N_DeGirolamo): NO agli #ogm in Italia. Sì all’agricoltura italiana di qualità. @serracchiani e @N_DeGirolamo ascoltateci! #ItaliaNOogm. Il Cigno Verde è convinta che la Serracchiani e la De Girolamo, strane alleate nel governo delle ex larghe intese, «non potranno fare finta di niente».

Redazione Greenreport

Greenreport conta, oltre che su una propria redazione giornalistica formata sulle tematiche ambientali, anche su collaboratori specializzati nei singoli specifici settori (acqua, aria, rifiuti, energia, trasporti e mobilità parchi e aree protette, ecc….), nonché su una rete capillare di fornitori di notizie, ovvero di vere e proprie «antenne» sul territorio.